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MotoGP, Pol Espargaró: “La KTM non è come la Yamaha, devi lottarci per andare veloce”

“È stupido tener conto dei tempi dei test. Con la RC16 devi lavorare molto con il corpo e con il freno posteriore. Mi mancava quando ero in Honda, ma mi ci devo riabituare”

MotoGP: Pol Espargaró: “La KTM non è come la Yamaha, devi lottarci per andare veloce”

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Sembra dare buoni frutti il percorso di riadattamento alla KTM di Pol Espargaró. Nonostante l’arrivo della pioggia, nella seconda giornata a Sepang il catalano del team GASGAS Factory Racing Tech3 è infatti riuscito a piazzare la RC16 al terzo posto della graduatoria, mostrandosi soddisfatto del lavoro svolto sin ora.

“Può capitare di avere giornate complicate come questa nei test. È un peccato che non sia successo domani, perché poteva essere meglio se la pioggia fosse arrivata il terzo giorno. Se ad esempio cadi oggi e ti fai male, o distruggi la moto, rovini il programma dei test e il problema è che non abbiamo abbastanza giorni per provare. Ogni giornata è importante” ha detto Polyccio, che in queste giornate di test ha ricevuto dal gruppo Pierer Mobility diverse componenti da provare.

“Abbiamo visto altri costruttori come la Ducati con diverse moto in pista per provare nuove parti con piloti differenti. Il livello adesso è così alto che non puoi più collaudare le parti con due soli piloti, anche se sono molto veloci - ha chiosato lo spagnolo - Devi dividere le componenti e anche così bisogna essere bravi, perché è facile perdersi nel cambiare le parti tra un pilota e l’altro e ascoltare quattro piloti allo stesso tempo. Provare carene, telai, parti aerodinamiche e motori in tre giorni può essere abbastanza fastidioso per un marchio, quindi devi essere molto bravo. Noi lo siamo stati fin ora e sembra stia funzionando, quindi dobbiamo continuare su questa via, che sembra essere quella corretta”.

Oltre alla carena più larga usata a Valencia, qui ne avete anche una con dei diffusori. Serve ad aumentare il grip?
“Non direttamente. L’aerodinamica dovrebbe aiutarti in accelerazione e con il carico aerodinamico, ma anche nel far girare la moto. Quando curvi meglio ti trovi in una posizione migliore, riesci a sollevare prima la moto e hai una miglior trazione, perché ti ritrovi su una linea più gommata. L’aderenza è secondaria, ma sicuramente aiuta anche su questo aspetto. Tutto ciò che ti aiuta a curvare aumenta il grip, ma poi non tutto è un vantaggio. Ci possono sempre essere degli effetti collaterali a cui poi bisogna rimediare con la messa a punto, o che generano altri problemi. Bisogna sempre trovare un equilibrio”.

Visto che la pioggia ha accorciato la giornata, hai più gomme da asciutto per domani?
“Sì, ne ho qualcuna in più degli altri, perché ieri abbiamo lavorato con due gomme medie e una soft, per questo ero così indietro in classifica. Oggi ne avevo una in più rispetto alla maggior parte altri, ma non l’abbiamo neanche potuta usare. Vorrà dire che ne avrò ancora di più per domani, o che me la porterò a casa per farci un tavolino (ride)”.

Hai provato a fare un giro lanciato?
“Abbiamo fatto due specie di time attack. Ogni volta che metti qualcosa di nuovo sulla moto devi provarlo alla massima velocità per vedere se funziona. Non abbiamo provato il pacchetto completo, ma è stata una mossa giusta. Quando arrivi a girare sull’1’58 significa che tutto sta cominciando a funzionare bene e sono abbastanza felice di questo, ma non so se gli altri stessero spingendo o meno. È stupido considerare i tempi dei test per capire se un pilota è veloce o no. Non ha senso”. 

Credi che negli ultimi due anni la moto sia cambiata nel time attack, che sembrava essere una delle aree in cui faticava?
“È molto simile. Devi lavorare molto con il corpo nell’ultima parte della curva, in particolar modo con il freno posteriore, perché a metà curva c’è un punto in cui l’anteriore collassa. È un aspetto a cui mi sono dovuto abituare in passato e che mi è mancato nelle due stagioni in Honda. È una cosa carina, ma mi ci devo riabituare perché questo tipo di moto va un po’ forzata. Non è facile come una Yamaha. Non dico che loro non facciano sforzi, ma con questa moto bisogna lottare un po’”.

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