Tu sei qui

MotoGP, Carlo Merlini: "Avanti nel nome di Gresini, cercheremo di pensare come lui"

Il braccio destro del team manager scomparso: "Il futuro va programmato con la famiglia. Sarò tutto molto diverso, ma il suo metodo è un insegnamento. Volevamo renderlo orgoglioso di noi"

MotoGP: Carlo Merlini:

Vent’anni sono un mondo, anzi no un universo, e dentro ci sono il tempo, la gioia, i sorrisi, i momenti in cui vorresti buttare via tutto e altri in cui la vita sembra una giostra. Carlo Merlini di questi vent’anni di lavoro e di amicizia con Fausto Gresini si prende ogni cosa, si conserva ogni dettaglio. “Gli aspetti umani con lui venivano prima di tutto, la capacità di coinvolgere le persone, di motivarle, molto prima di tanti aspetti legati al business. Ecco, questa è la cosa che affascinava le persone”. Fausto e Carlo si conobbero nel 2001, “lavoravo per un’azienda di Bologna nel marketing, abbiamo fatto qualche giro insieme, l’azienda di Fausto si stava allargando, mi chiese di entrare e accettai. Da lì è stato tutto un andare avanti”. Oggi quella società, la Gresini Racing, conta 70 persone, piloti, meccanici, impiegati, dipendenti e collaboratori,  “una macchina complessa” la definisce Merlini. Un’azienda con i team nelle varie categorie. La scomparsa di Fausto apre domande sul futuro. Merlini prende fiato, coraggio e la dedizione che gli è cara. “Il timone, la guida è sempre una: Fausto cosa avrebbe fatto?”. 

Che risposta vi siete dati?
“Credo si sia visto. C’è stato un segnale in tutte le direzioni, tutte le squadre di Moto2 e Moto3 che erano già a Valencia quando sono successe le cose hanno deciso di partecipare e dare in qualche modo un messaggio”.  

Andare avanti, questa è la risposta.
“Ovviamente qui c’è una macchina già avviata per questa stagione. Certo, noi delle domande ce le siamo fatte, ma era nell’immediatezza con cui le cose erano successe, e poi i ragazzi erano già in Spagna. Un primo quesito ce lo siamo posti. Il desiderio condiviso da parte di tutti di restare in Spagna per il test dà però tutte le risposte. Tutti i ragazzi hanno il nome di Fausto sulle loro moto, hanno tolto il loro e messo l’adesivo che era lo stesso di quando Gresini correva. Stessa grafica, stessa posizione”.

Il progetto va avanti?
“Ieri ho avuto l’occasione di confrontarmi con la famiglia, con i ragazzi del team, e non è mai balenato il pensiero che le cose dovessero essere diverse dal portare avanti il progetto, l’azienda, tutto quanto”.

Che vuoto lascia Gresini?
“Noi guardavamo a lui come a un faro e come a un leader, un capo che sapeva intervenire in base alla circostanza. Attivatore di stimoli e di idee, di motivazioni. Questa assenza si sente. Ma tutti stanno reagendo con forte spirito di responsabilità, con un’ulteriore spinta per dare il massimo, per dare il duecento per cento. Non è facile. Il mondo delle moto sembra tutto bello e colorato, ma è complesso, un’azienda a tutti gli effetti”.

A te che vuoto lascia?
“Con Fausto ho sviluppato un lavoro particolare, bello, abbiamo sempre lavorato insieme. E poi il tempo ti porta ad avere un rapporto anche fuori dalla sfera professionale, fuori dal lavoro, le famiglie che si conoscono, i figli che si conoscono, magari che si frequentano, Fausto è stato anche il mio testimone di nozze. Lui aveva la mania di firmare i contratti e poi di timbrarli. Quando mi sono sposato gli ho detto: “Oh, non è che ti sei portato anche il timbro?”. Gli scherzi, la condivisione, ogni cosa mi mancherà di Fausto. Abbiamo sempre viaggiato insieme, so già che sarà tutto così diverso per me. Mi immagino il primo giorno in pista… Sarà tutto diverso”.

A livello sportivo qual è l’ostacolo più grande?
“Lavoravamo e cercavamo di risolvere i problemi, ma quando si arrivava a un punto fermo si andava a chiedere a lui, a Fausto. Adesso i problemi dobbiamo in qualche modo risolverli noi. C’era Fausto al vertice e le persone a capo di ogni dipartimento intorno. Durante il suo ricovero abbiamo cercato di creare un tavolo condiviso. Ci siamo riuniti ogni settimana, abbiamo condiviso tutto per arrivare a una decisione corale. E’ un po’ il metodo Gresini, ce lo portiamo dietro come insegnamento”.

Questi mesi come li hai vissuti? Vi siete sentiti?
“Ci siamo fatti delle videochiamate, quando sembrava andare verso la guarigione avevamo anche iniziato a parlare di lavoro. Le decisioni strategiche erano già state prese lo scorso anno, è vero. Ma questo non toglie che ogni cosa è difficile, è stata complicata. La settimana scorsa abbiamo fatto la  presentazione, un impegno che è stato possibile grazie alla dedizione di tutti, un lavoro senza orari da parte di ogni membro della squadra. Arrivare a quel blocco di partenza senza Fausto è stato un traguardo per certi aspetti, ma è perché volevamo tutti rivederlo in ufficio, volevamo renderlo fiero di noi”. 

Cambieranno i rapporti con l’Indonesia?
“Abbiamo un rapporto che dura da dieci anni. Abbiamo costruito qualcosa di importante, una presenza dei marchi così spiccata che nessuno ha. Si sono aggiunti altri sponsor, anche Indonesia Racing, e questa relazione ha creato nuove prospettive che vogliamo far crescere nel futuro”. 

E il progetto MotoGP?
“Abbiamo un contratto con Aprilia. Poi metteranno in piedi la loro squadra interna, e noi dobbiamo decidere con quale costruttore portare avanti il nostro futuro. Sto portando avanti le opzioni disponibili. A questo punto sarà coinvolta la famiglia. Passato questo momento particolare, ci sentiremo con loro, i figli di Fausto sono già qui, presenti. Il futuro va programmato con loro”.

Main picture (Gresini with Merlini) Copyright © Pole Position Travel SE 

Articoli che potrebbero interessarti