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MotoGP, L’ombra di KTM sull’accordo Liberty Media - Dorna

Quando è stato annunciato l’acquisto, il valore del pacchetto è stato fissato a 4,2 miliardi di dollari. Ma la MotoGP rischia di perdere un asset con KTM, e la UE ancora non ha dato il benestare

MotoGP: L’ombra di KTM sull’accordo Liberty Media - Dorna

Certe volte il tempismo è davvero tutto nella vita. Nel mese di Aprile, Liberty Media ha confermato la propria volontà di acquisire l’86% delle quote di Dorna, diventando di fatto proprietaria dei due massimi sport motoristici, ovvero la Formula 1 e la MotoGP. Spesso poi ci si dimentica che queste proprietà si estendono ben oltre queste categorie, visto che nel caso ad esempio dello sport a due ruote, rientrano nell’accordo anche Moto2, Moto3, MotoE oltre che la SBK e tutte le categorie del paddock dedicato alle derivate. Ma questa è un’altra storia e la UE sta ragionando a fondo sulla questione legata al monopolio.

Il punto relativo al tempismo di cui sopra riguarda altri protagonisti, ed in particolare la KTM. La situazione del gigante austriaco, che a questo punto è lecito definire gigante con i piedi di argilla, non era affatto nota ai più nel mese di aprile. Appena due mesi dopo, ovvero a giugno, la line up dei piloti MotoGP era stata definita, con Acosta promosso nel team Factory, Bastianini e Vinales accasati in Tech3. Qui entra in gioco anche l’indagine che sta svolgendo la FMA, ovvero l’Autorità austriaca per i mercati finanziari. L’oggetto della indagine è proprio il modus operandi di Pierer Mobility da giugno a novembre, il periodo in cui si è passati dal dover rivedere le previsioni di chiusura dell’esercizio al ribasso, ad un vero uragano con una crisi ed un buco finanziario di 3 miliardi di euro.

In questo periodo l’azienda austriaca non avrebbe rispettato l’obbligo di divulgazione dettato dalla sua presenza in borsa. Per spiegarla in modo semplice, quando una società è quotata in borsa, ha l’obbligo di pubblicare immediatamente tutte le informazioni privilegiate e sensibili, per mettere sullo stesso piano tutti i partecipanti al mercato. In mancanza di questa chiarezza di informazione, pare ovvio che ci si trovi davanti ad un puro insider trading, ma inverso. Nascondere la natura dei problemi, serve per evitare che il mercato azionario venga preso dal panico generando una massiccia vendita di azioni che porta poi al crollo del valore stesso del titolo. Cosa che però è accaduta lo stesso durante il 2024, visto il crollo del valore di Pierer Mobility in borsa.

Questo silenzio da parte di KTM poi, rischia di investire in maniera significativa anche Dorna e non ci riferiamo solo al rischio di perdere 4 moto in griglia per il 2025. Bisogna ragionare sul ‘pacchetto’ MotoGP e su cosa diventerebbe se KTM dovesse davvero essere costretta a non correre. Per prima cosa, quando Liberty Media ha finalizzato l’accordo del valore di 4,2 miliardi, era previsto che in griglia ci fossero 5 Costruttori e 20 moto. Su questi 5 Costruttori KTM rappresenta una quota del 20% e dal punto di vista sportivo è stata anche la Casa che ha chiuso al secondo posto alle spalle di Ducati nelle ultime due stagione, oltre al fatto di avere sotto contratto un certo Pedro Acosta, una potenziale superstar della MotoGP.

Oggi ci sarà la prima riunione dei creditori KTM e sarà un primo passo verso la eventuale conferma di un possibile piano per risanare l’azienda, oppure sarà il primo passo verso il baratro se il programma presentato non dovesse essere accettato dai creditori. C’è da sottolineare che KTM almeno non ha debiti troppo grandi nei confronti dei propri dipendenti, perché ha mancato lo stipendio di dicembre, ma non ha arretrati pesanti da gestire. Questo è un aspetto molto importante della trattativa, perché i dipendenti sono creditori prioritari e da soli avrebbero potuto depauperare qualsiasi risorsa disponibile a chi sta gestendo l’accordo per insolvenza, che in Italia si tradurrebbe in concordato preventivo.

Piccola divagazione, se un’azienda raggiunge il concordato preventivo, il percorso è questo: i creditori accettato di congelare parte del credito e nel caso di KTM si parla di circa il 75% di 3 miliardi di euro, quindi una cifra superiore ai 2 miliardi. Ma perché i creditori dovrebbero accettare di non far fallire un’azienda perdendo questa quota del credito? Perché verrebbe garantita la prosecuzione dell’attività. Facciamo un esempio pratico: un fornitore di batterie di KTM fa parte del gruppo dei creditori. Ha venduto batterie KTM per 10 anni, è sempre stato pagato, è cresciuto con la sua azienda e si è ‘dimensionato’ per poter seguire un cliente come KTM.

Adesso è davanti ad un bivio: può accettare di perdere il credito per il 2024 quasi nella sua totalità, ma può al contempo avere la possibilità di continuare a vendere batterie a KTM per il futuro a condizioni fissate in sede di concordato, oppure può decidere di non accettare il concordato, facendo fallire completamente KTM e rischiando anche di perdere quella quota di credito offerta in sede di accordo. Non so quanto sia chiaro questo ragionamento, ma è esattamente così che funziona in casi del genere. Piccola nota a margine, sapete chi sono gli ultimi creditori in assoluto quando le cose vanno male in un’azienda come KTM? I soci, che magari hanno diritto a dividendi, obbligazioni, compensi di consulenza e mille altri esercizi possibili. Nel caso in cui l’accordo venga o non venga raggiunto, in ogni caso i crediti dei soci vanno dritto in fondo alla fila e difficilmente vengono riscossi in caso di fallimento.

Ma torniamo al ragionamento iniziale sul tempismo che è tutto nella vita e ragioniamo sulle date. Aprile: Liberty Media annuncia l'accordo. Giugno: KTM firma i contratti con i piloti per il 2025. Luglio: KTM informa al termine del secondo trimestre che le stime devono essere riviste al ribasso per il 2024, ma che si tratta solo di un calo della crescita e che non ci sono problemi gravi. Ottobre: dopo 6 mesi dovrebbe arrivare il si dell’antitrust all’accordo tra Dorna e Liberty Media, tanto che viene ripensato il logo MotoGP, il brand cambia identità e tutto fa pensare che sia un’operazione che sarebbe dovuta andare in porto contestualmente al passaggio della MotoGP dalle mani di Dorna a quelle di Liberty Media in modo ufficiale. Novembre: nel paddock inizia ad esserci un po’ di nervosismo, perché il mondiale 2024 termina ed ancora non c’è la conferma dell’accordo. Dicembre: proprio due giorni fa è stato confermato che l’indagine entra nella Fase II.

Quindi da un lato c’è un processo di approvazione dell’acquisizione che sta richiedendo più tempo del previsto, mentre dall’altro c’è un asset che rischia di evaporare, andando inevitabilmente ad intaccare il valore complessivo dell’operazione. Immaginate di firmare un accordo in cui vi impegnate ad acquistare un bell’appartamento con 5 stanze, il terrazzo ed un box auto. Siete felici, vendete persino un vecchio cimelio di famiglia per tenere fede all’accordo (Liberty Media ha venduto azioni di F1 per un valore di 825 milioni di dollari) e poi nel momento in cui finalizzate l’accordo aprite la porta e trovate un appartamento diverso, con una stanza in meno,  il terrazzo devastato ed il box auto in cui si sono infiltrazioni e serve fare un grosso lavoro di ristrutturazione. Non sarete esattamente felici, giusto?

Cosa accadrà dunque? Dorna ha tutto l’interesse che KTM resti in pista per il 2025 ed anche per il 2026 e tutto sommato questa crisi finanziaria è arrivata in un momento sportivo di transizione. Nel 2027 cambierà il regolamento, nel 2026 le moto saranno congelate per lo sviluppo. Ducati ha perso due moto in griglia a favore di Yamaha che sta crescendo e tutto sommato le attuali RC16 sembrano abbastanza competitive da ben figurare anche nel 2025 pur senza ricevere gli stessi sviluppi che hanno ricevuto in passato. Ma KTM potrà davvero correre? Dal punto di vista economico, sembra che sia tutto ok anche perché la squadra Racing è una entità collaterale, ha un bilancio proprio e delle entrate proprie. Ma dal punto di vista morale? Giusto correre sapendo quanta gente dovrà restare a casa per le colpe di chi ha gestito male la situazione? Ieri Lucio Cecchinello è stato ospite di una nostra GPOne to One ed è stato molto chiaro al riguardo:

“La squadra KTM ha delle voci di entrata ben chiare, e sono in primis gli sponsor, poi ci sono i diritti TV girati da IRTA e poi tutto quello che arriva dalla Casa madre. Quasi sicuramente non arriverà nulla dalla Casa madre, ma quello che arriva dalle altre due fonti, unito magari ad una revisione delle spese generali, di certo può consentire a tutte le RC16 di essere in pista”.

Questo però è una visione relativa al futuro a breve termine, perché un conto è correre con le moto senza svilupparle, un altro è dover sviluppare le moto per il nuovo regolamento a partire dal 2027. Lì la faccenda si complica parecchio e Dorna dovrà senza dubbio cercare un altro partner, a meno che la situazione di KTM non migliori esponenzialmente in pochi mesi grazie magari all’arrivo di un nuovo socio, oppure grazie all’investimento di Bajaj, partner indiano che ha quote pari al 49% e che di certo non può rischiare di perdere questo patrimonio.

Qualche mese fa si era parlato dell’ipotesi che BMW, nella sua idea di rientrare in MotoGP, possa aver chiesto a Suzuki di ‘vendergli’ in pratica il know how accumulato in MotoGP dal 2015 al 2022. Non è mai stato confermata questa offerta, ma neanche smentita seccamente. Adesso ci potrebbe essere una situazione simile con KTM, con il colosso tedesco che potrebbe trovare una porta d’accesso privilegiata al paddock sfruttando (brutto usare questo termine, ma è così) le difficoltà dell’azienda austriaca.

Oggi sarà una data importante, perché si inizierà a scrivere il futuro di KTM oppure a raccontare i suoi ultimi giorni da azienda così come la conosciamo.

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