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MotoGP, Marini: "Sterlacchini? Sarebbe una ottima cosa, è un grande ingegnere"

"Per prima cosa, dovremo capire se arrivi davvero in HRC e poi anche in che ruolo. Honda sta lavorando tantissimo e molto duramente, credo che ormai abbiamo capito in che direzione andare"

MotoGP: Marini:

Luca Marini continua il suo lavoro per cercare di trovare la quadra in sella ad una Honda che non è mai stata tanto in difficoltà nella top class come in questa stagione. Dall'esterno, sembra che HRC sia completamente persa, ma spesso i piloti sottolineano quanto in realtà si sia lavorando dietro le quinte per cambiare le cose in pista. Un cambiamento che riguarda il futuro del box HRC è stato oggetto di rumors in questi giorni e riguarda una figura di spicco del paddock, ovvero Fabiano Sterlacchini, in partenza da KTM. 

Per ora è solo una voce, ma sembra che il suo approdo in Honda sia plausibile e farebbe il paio con l'arrivo, proprio al fianco di Luca Marini, di Christian Pupulin, che dopo una vita passata in Ducati aveva seguito Jack Miller in KTM. Grandi cambiamenti insomma, ma non ci si deve dimenticare che in Honda stanno già lavorando duramente, come ha voluto dire ancora una volta Luca Marini. 

"Non ho nessuna news al riguardo, non ne ho parlato con nessuno - le parole di Marini al riguardo - Per me Sterlacchini è un ottimo ingegnere, lo conosco dai tempi della Ducati. Ora anche in KTM penso che abbia fatto ottime cose, visto quanto è veloce. Se dovesse arrivare in Honda, sarei felice, ma non posso fare nulla al riguardo. Dipende dal management Honda, che sta investendo tanto, vogliono tornare al vertice e per me sarebbe una ottima cosa. Il mio compito è restare concentrato sul mio lavoro e tirare fuori il massimo dalla moto in pista. Da fuori non si vede, ma in Honda stanno lavorando duramente. C’era bisogno solo di capire che direzione prendere ed ora secondo me è molto chiara, i risultati si vedranno nel medio termine, spero il prima possibile".

Secondo Pol Espargarò, il metodo di Sterlacchini potrebbe fuzionare bene in HRC. 
"Dipende da cosa si intende con metodo di lavoro. Ma in ogni caso sono tutte ipotesi che al momento non ha senso fare per me, perché per prima cosa non si sa se arriva o meno. Poi non si sa nel caso, quale sarebbe il suo ruolo. Non credo che sarà nel caso una posizione… non voglio dire nulla, se arriva ne parliamo. Sarebbe una ottima cosa, è un grande ingegnere".

Cambierai anche capotecnico, con Pupulin che a sua volta arriva da KTM ed è stato in Ducati. 
"Si, avrò un nuovo capotecnico. La Honda è una moto molto diversa dalla Ducati, non si può trasformare questa moto in quella. Secondo me si deve tirare fuori il meglio dalla Honda, che ha delle cose migliori di altre, dobbiamo sfruttarne il potenziale. Ottimizzare tutto ogni volta. I nuovi arrivi vediamo come si troveranno in questa realtà, con l’approccio giusto è una realtà fantastica".

Pensi sia vero che tu adesso abbia imparato a far lavorare meglio la tua moto in pista?
"Penso che la realtà sia questa, ad inizio stagione il mio assetto non era adatto al mio stile. Però è anche vero che io stavo guidando la moto come facevo con la Ducati, almeno nel modo in cui ero veloce con quella moto. E non funzionava, so che devo cambiare un pochino certe cose, specialmente la frenata è l’area in cui sto lavorando di più ed ora sta iniziando a funzionare perché freno sempre meglio e questo mi permette di affrontare meglio le curve. Poi anche i pezzi nuovi mi stanno aiutando, come il motore diverso e più facile. Magari definirlo facile non è adatto, ma non trovo una parola diversa e più adatta. In ogni caso adesso stiamo andando nella giusta direzione".

Il problema della frenata è risolvibile?
"La sensazione che in Honda non ci sia abbastanza carico sul posteriore è costante e penso che sia il problema che non ci consente di essere forti in frenata. Mi piacerebbe portare più velocità in staccata, proprio durante la staccata. Ma con la Honda non è possibile farlo, si deve usare una tecnica completamente diversa rispetto alla Ducati. Mi è bastato cambiare questa cosa per essere più veloce, ma non è stato facile soprattutto in qualifica perché in quel momento spesso me ne dimentico, penso troppo ad essere veloce e non riesco ad essere veloce quanto potrei".

Qui avrai il nuovo motore usato anche da Nakagami a Silverstone?
"Definirlo un motore nuovo forse è eccessivo, direi più che è un aggiornamento. In termini di prestazioni abbiamo visto che quelle che ha avuto Taka Nakagami a Silverstone sono state un pochino migliori delle nostre. Il nostro motore precedente non è meno prestazionale, ma forse è più difficile. In ogni caso è stato fatto un buon lavoro con questo passo in avanti, fa parte del processo, anche dei piccoli passi in avanti sono sempre importanti e ne sono felice. Io non credo che cambierà molto le nostre prestazioni in pista".

A proposito di Nakagami, sembra che dovrà lasciare la sua moto a Chantra. Avresti preferito un pilota di esperienza o un rookie in LCR?
"Per me non cambia molto, è la stessa cosa. Taka per me sta facendo un grande lavoro, è un ottimo pilota e spiega le cose in giapponese agli ingegneri HRC, cosa che qualche volta aiuta per farsi capire perfettamente, come sempre quando c’è una ottima comunicazione. Ma per me non cambia molto se ci sia lui o un rookie, siamo noi a dover lavorare bene in ogni caso".

Hai letto le dichiarazioni di Ezpeleta riguardo la presenza di troppi italiani e spagnoli in MotoGP, cosa ne pensi?
"Non saprei come rispondere. Il livello dei piloti italiani e spagnoli è molto alto e se ce ne sono tanti in MotoGP è perché sono i migliori in questo momento. Se siamo in grado di trovare in altre nazioni piloti altrettanto bravi ben venga. Ma penso che in Spagna e Italia c’è una cultura della moto diversa, che permette ai bambini di crescere e diventare piloti del futuro. Altrove non ci sono le stesse possibilità. Se poi diventerà necessario essere uno dei tre piloti italiani più forti per essere in MotoGP, non sarà un problema!". 

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