Sono 199 i millesimi che separano Luca Marini dalla vetta della classifica, guidata da Jorge Martin, al termine della sessione di Practice andata in scena al Chang International Circuit in quel di Buriram. Il primo dei portacolori Mooney VR46 Racing Team Ducati si è assicurato il lasciapassare per il decisivo Q2 delle qualifiche ufficiali, in programma nella nottata italiana tra venerdì e sabato, con il quinto tempo di giornata.
“Le sensazioni sono buone. Attualmente non ho ancora abbastanza forza per tirare in un giro da qualifica, girando però da solo in ottica gara mi sono sentito a mio agio e guardando il passo direi che siamo competitivi - ha esordito Marini - dobbiamo migliorare in alcune aree come l’ultima parte dell’ingresso curva. Non riesco a tenere tirato il freno, non so se il problema è legato più all’anteriore o al posteriore”.
Le qualifiche saranno quanto mai determinanti con 18 piloti racchiusi in appena mezzo secondo: “Raggiungere la prima fila non si prospetta un gioco da ragazzi con tutte queste Ducati e le Aprilia. Mi aspetto inoltre il ritorno della KTM”.
A maggior ragione se davanti a tutti c’è un Martin in stato di grazia, al netto della scivolata odierna e del passo falso della scorsa settimana a Phillip Island: “Sta facendo un grandissimo lavoro, riesce a far curvare la moto in un bicchiere. Molto dipende dalle sensazioni che si provano in sella e credo che abbia trovato il bilanciamento ideale per ogni tracciato. Da una parte è normale che sia sempre un po’ di veloce di noi dato che usa una GP23 e, considerando gli aggiornamenti, il divario tra le nostre moto si è accentuato. Per noi, comunque, non deve essere una giustificazione. Con la nostra GP22 abbiamo dimostrato più volte di poter lottare per il podio”.
Il numero 10 si sta schierando le idee in merito a quali soluzioni di pneumatici utilizzare sulla distanza, le quali godono di una carcassa più rigida per resistere alle alte temperature thailandesi (già viste in India e Indonesia): “La dura è facile da apprendere, soprattutto per me che non sono ancora al top della forma fisica dopo l’infortunio, in accelerazione mantiene un certo livello di stabilità. La media si muove molto e rende complicata la guida, anche se per la gara lunga è la più costante. Nella Sprint penso che quasi tutti utilizzeremo la morbida perché il suo potenziale in frenata è maggiore”.
Bezzecchi: “Non posso spingere come un matto in tutti i turni”
Segue a soli nove millesimi il compagno di squadra Marco Bezzecchi, in sesta posizione. Al terzo week-end di gara consecutivo, l’altro alfiere Mooney VR46 Racing Team Ducati ha cercato principalmente di non sforzare eccessivamente la clavicola fratturata, pescando infine un gran bel giro nei minuti conclusivi del turno pomeridiano utile a blindare l’accesso diretto al Q2 di domani.
“Mi sono risparmiato, non posso spingere come un matto in tutti i turni - ha dichiarato Bezzecchi - stamattina eravamo dietro consapevolmente (16°, ndr), non avevamo messo in conto di montare la gomma nuova. Nel pomeriggio siamo andati un po’ meglio, nelle ultime due uscite abbiamo apportato delle modifiche alla moto che mi sono piaciute, fino a quel momento stavo accusando dei problemi al traction control e, conseguentemente, di trazione nei settori guidati della pista. Nel time attack siamo stati veloci. Peccato nel finale per la bandiera gialla, ma chi se ne frega perché siamo lo stesso in top-10!”.
Nella MotoGP moderna lavorare a “mezzo servizio” è un deficit pesantissimo e Bezzecchi lo sa bene: “Per quanto la forza nel braccio sia maggiore non è semplice sistemare il set up, non posso spingere come e quanto vorrei. E gli eventuali problemi del proprio pacchetto tecnico emergono quando si va forte, le moto vanno sempre bene quando si va piano. Riesco a completare pochi giri, ma buoni. Non mi diverto allo stesso modo”.
Il numero 72 ha lo sguardo proiettato a domani: “In qualifica l’importante sarà stare nelle prime due file. Sul passo ci manca qualcosina, tipo 2-3 decimi. Sono curioso di vedere il mio ritmo con gomme usate. Chi vedo meglio? Martin e Aleix Espargarò sembrano molto costanti. Oltre ad Aleix, le Aprilia in generale vanno forte con un basso livello di grip. Penso un po’ tutti alla fine, i distacchi sono davvero contenuti”.