Vi ricordare il gioco delle sedie che si faceva da bambini? La musica si fermava, tutti i partecipanti dovevano sederci ma le sedie non bastavano per tutti e uno veniva eliminato. È quello che sta succedendo in KTM (anche se sarebbe meglio parlare di Pierer Mobility Group, come fanno sempre con molta attenzione i piloti). In questo momento hanno 5 piloti sotto contratto per il 2024, ma solo 4 moto a disposizione.
La situazione è questa: Jack Miller, Brad Binder e Pol Espargarò hanno firmato lo scorso anno un accordo biennale, poi in Austria hanno deciso di fare valere l’opzione per Augusto Fernandez e anche quella per Pedro Acosta per portarlo in MotoGP. Ecco quindi che siamo arrivati alla cinquina di piloti che dovranno dividersi le 2 KTM e le altrettante GasGas per la prossima stagione.
Logico che qualcosa non è andato secondo i piani, perché dal quartiere generale austriaco pensavano di potere aumentare il numero delle moto sullo schieramento per il prossimo anno. Infatti avevano proposto a Dorna di promuovere in MotoGP il team Ajo, braccio armato degli ‘orange’ in Moto2 e Moto3. Nulla da eccepire sulla solidità e la professionalità della squadra di Aki, ma Carmelo Ezpeleta ha risposto loro picche.
Non per fare un dispetto a KTM (che da qui vale per Pierer Mobility Group), ma perché l’organizzatore del campionato non ha voluto creare un precedente che avrebbe potuto creargli un problema in futuro, e nemmeno fare arrabbiare le altre squadre satellite.
In Austria hanno cercato di forzare la mano e si sono trovati con un pugno di mosche. Anche i tentativi di ondare la disponibilità dei team LCR e Gresini di cambiare casacca non sono andati a buon fine, almeno per la prossima stagione.
Quindi si torna al problema principale: come fare stare 5 piloti su 4 moto? Binder e Miller sembrano intoccabili, quindi ad avere qualche mal di testa potrebbero essere Fernandez ed Espargarò. Augusto, solo ieri, ha dichiarato di non avere certezze sul suo futuro, ma anche di stare lavorando a un piano B nel caso le nuvole sulla sua testa diventassero più dense.
Molto diversa la posizione di Pol, uno dei piloti (insieme a Smith) che aveva portato al debutto il marchio austriaco in MotoGP nel 2017. Ritornato in famiglia, la sua stagione è stata condizionata dal grave incidente di Portimao ed è tornato in sella solo a Silverstone. Logico che se lo spagnolo decidesse di fermarsi dopo tutto quello che ha sofferto, risolverebbe un problema, ma nessuno può permettersi di metterlo alla porta.
Quindi il gioco è ancora in corso: 4 moto per 5 piloti. Chi rimarrà in (o a) piedi?