Dopo il dominio assoluto che l’ha avuta per protagonista nel 2022, la Ducati è partita in quarta anche in questo inizio di campionato, in cui ha monopolizzato i vertici delle classifiche di MotoGP e SBK. Un avvio di cui abbiamo discusso con il Direttore Generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, ospite del nostro Bar Sport (che potete rivedere integralmente qui sopra).
“In Superbike c’è poco da dire. Alvaro e tutta la squadra stanno facendo un lavoro veramente meraviglioso. Abbiamo ‘ciccato’ giusto una gara, mentre tutte le altre sono andate nel migliore dei modi - ha chiosato l'ingegnere - Anche in MotoGP, secondo me bisogna essere assolutamente contenti. Abbiamo vinto quattro gare su cinque; abbiamo fatto 1°, 2° e 3°, già due volte quest’anno; siamo primi e secondi nella classifica piloti, siamo abbondantemente primi nella classifica costruttori; abbiamo avuto qualche sfiga, Enea per primo che ha saltato praticamente tutto il campionato fino ad esso; e abbiamo avuto qualche sfortuna anche con Pecco, altrimenti anche lì avremmo potuto guardare tutti dall’alto. Complessivamente, mi pare che la situazione tecnica sia meravigliosa”.
Come ingegnere, senti più tuoi i successi con la Desmosedici, o quelli con la Panigale V4R?
“Onestamente, sono successi di tutto il team. È tutta Ducati Corse che è impegnata in questi due progetti, che sono entrambi estremamente importanti per noi, per motivi diversi. Credo sarebbe una mancanza di rispetto sentire propri dei successi e meno altri. Ci sono persone che lavorano su entrambi i progetti e stanno facendo delle cose veramente fantastiche e mi sembra giusto rispettare tutti e due i progetti”.
Jorge Lorenzo ha ipotizzato l’arrivo di Marc Marquez in Ducati. È uno scenario possibile in futuro?
“Prima di tutto, non credo che Marc accetterebbe di andare in un team non ufficiale. È una stella e le stelle vogliono essere trattate come tali. Al rientro dopo parecchi mesi di inattività ha fatto una gara bellissima con la Honda, quindi io aspetterei prima di dire che Marc e la Honda si separeranno alla fine del 2024. Non lo vedo così scontato, anzi, credo che ci siano tutte le possibilità perché facciano ancora bene insieme. Detto questo, noi siamo contenti dei piloti che abbiamo in questo momento. Uno non siamo ancora riusciti a metterlo in luce perché si è infortunato, ma spero di rivederlo in forma al Mugello, e l’altro è Pecco. L’anno scorso ha fatto cose stratosferiche con la nostra moto. Ha fatto cose che solamente un grande campione riesce a fare. Per cui, da qua al 2024, ne deve ancora passare di acqua dotto ai ponti e tutto può ancora succedere”.
Cosa ne pensi della situazione della Yamaha in MotoGP. È il quattro cilindri in linea il problema della Casa di Iwata?
“Onestamente, credo che il quattro cilindri a V sia la configurazione migliore per questa MotoGP, altrimenti avrei fatto qualcosa di diverso quando sono venuto in Ducati. Ciò nonostante, bisogna dire che il quattro cilindri in linea ha vinto con Quartararo, quindi non credo sia una soluzione con cui non si possa fare bene. Bisogna semplicemente cercare un compromesso diverso, perché ha delle altre caratteristiche. Ogni filosofia ha delle cose positivi e delle cose negative e il compito degli ingegneri sta proprio nel cercare di limitare i problemi che quell’architettura porta e massimizzare i vantaggi che ti dà. Sta ai progettisti rendere il compromesso migliore possibile. Se dovessi tornare indietro, rifarei un V4, ma credo che la Yamaha possa tornare a vincere con il quattro cilindri in linea”.