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MotoGP, Cecchinello: "Ducati pensa fuori dagli schemi, Honda si sta ricostruendo"

"L'assenza di Marc Marquez e la pandemia hanno messo in crisi Honda. Alex Rins è stato la scelta giusta, ha l'esperienza che serve in un momento così delicato"

MotoGP: Cecchinello: "Ducati pensa fuori dagli schemi, Honda si sta ricostruendo"

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Lucio Cecchinello non è un tipo che si abbatte facilmente e, anche dopo una stagione che non sarebbe sbagliato definire disastrosa per Honda e la sua squadra, riesce a vedere i lati positivi. La classifica lascia pochi spazi alle interpretazioni, con Alex Marquez 17° e Takaaki Nakagami 18° in campionato, ma il patron del team LCR è sicuro che si possa rialzare la testa per tornare in posizioni più consone a HRC.

Più che un bilancio della stagione, è meglio chiedergli come si affrontano momenti così difficili all’interno nel box.

“In tutta onestà, nonostante le difficoltà ho sempre cercato di prendere il toro per le corna  - afferma Lucio - Siamo stati sul pezzo in tutti i Gran Premi, non ci siamo mai arresi ma sempre lavorato e il team LCR era quasi sempre l’ultima squadra a lasciare il paddock la sera. Non abbiamo mai abbassato la guardia e ci siamo sempre impegnati fino in fondo, come anche Marquez e Nakagami. Anche quando si erano create le condizioni per cui la nostra collaborazione con Alex non sarebbe continuata, non abbiamo mai saltato una riunione per cercare di migliorare anche solo di un decimo. Ovviamente, non abbiamo ottenuto risultati e chiaramente è stato un motivo di insoddisfazione. Quando arrivi la domenica sera e sei andato a punti solo perché è caduto qualche pilota, non è facile.

Bisogna dire che non è stato solo un problema della tua squadra, ma di Honda in generale, a parte quando Marc Marquez è riuscito a salvare qualche gara. Mal comune, mezzo gaudio?
La classifica parla chiaro, a parte Marc, che sappiamo essere un pilota di una categoria superiore rispetto alla media, Pol, Nakagami e Alex sono arrivati uno dietro l’altro. Effettivamente, abbiamo avuto dei problemi superiori a quelli che erano le nostre aspettative.

"È tornato Shinichi Kokubu in MotoGP, ora è tempo di ricostruire"

Marc Marquez, in Austria, diede una strigliata a HRC lamentandosi del metodo di lavoro. Da lì in poi è cambiato qualcosa?
Sì perché è tornata una colonna portante di HRC quale è Shinichi Kokubo. È stato il project leader della MotoGP fino al 2017, poi era rimasto nel gruppo di lavoro ma si era occupato anche di SBK e Moto3. Una sua presenza così importante non c’era più stata fino a quando Marc non ha fatto le sue richieste, anche se probabilmente Honda aveva già pensato a questa mossa”.

Questo basterà per risollevare le sorti della Honda nel 2023 o sarà un anno di ricostruzione?
Penso sia il termine giusto, credo che sia utopistico o azzardato pensare che la prossima stagione saremo subito competitivi. Faremo un passo in avanti, di questo sono molto fiducioso, ma credo che servirà tempo. Ora in MotoGP è complicato limare decimi di secondi e questo lavoro richiede tante prove, ma purtroppo ci sono limitazioni nei giorni di test. Il 2023 sarà l’inizio di una ricostruzione e mi auguro che alla fine Marc possa essere vincente in tutti i circuiti e di seguito tutti gli altri piloti Honda”.

"Ducati e Aprilia sanno pensare fuori dagli schemi, è iniziata una nuova era per la MotoGP"

Ora l’asse della MotoGP si è spostato verso l’Europa dopo tanti anni di dominio dei costruttori giapponesi, te lo aspettatavi e qual è il motivo?
Onestamente non me lo aspettavo, credo che Ducati, con Dall’Igna e tutti i suoi collaboratori, abbia avuto la genialità di riuscire a pensare fuori dagli schemi. Ducati è riuscito a farlo grazie a persone validissime ma anche grazie alla capacità di attingere da risorse provenienti da altri settori. L’entrata nel gruppo Audi penso abbiamo aiutato ad attingere da tecnologie all’avanguardia e lo stesso ha fatto Aprilia ingaggiando Massimo Rivola che ha applicato idee della Formula 1 in MotoGP. I giapponesi sono molto schematici, ci mettono più tempo per fare un cambiamento, quindi ha premiato la genialità italiana in primis. Fino al 2018, le moto giapponesi erano competitive, poi Ducati ha portato vere novità, le ali, il cucchiaio, l’abbassatore, e Aprilia ha introdotto l’abbassatore anteriore e ha studiato delle applicazioni aerodinamiche di derivazione F1. Sotto questo aspetto, i costruttori italiani pensando fuori degli schemi hanno iniziato in una nuova era della MotoGP in cui si sfrutta l’aerodinamica”.

Yamaha si è rivolta a Marmorini per sviluppare il proprio motore, pensi che anche Honda si aprirà a consulenze esterne?
Non sono a conoscenza delle strategie future, ma sono appena tornato dall’Honda Thanks Day e posso dire che Honda è capace di fare ogni cosa. A Motegi c’erano la F1 di Verstappen motorizzata Honda, le moto da cross, trial, endurance, della Dakar campioni del mondo, quindi quando vogliono fare le cose, le fanno.

"L'assenza di Marquez e la pandemia hanno messo in crisi la Honda"

Allora perché in MotoGP fatica?
Credo che ci siano due aspetti che hanno giocato in modo negativo perché Honda perdesse la leadership a livello tecnologico. Il problema più grosso è stata l’assenza di Marquez, che li ha fatti mettere in una posizione di attesa. Con la moto del 2020, a Jerez, Marc dava praticamente un secondo al giro a tutti, quando si è fatto male hanno aspettato. Infatti la moto 2021 era molto simile a quella dell’anno prima. Inoltre la pandemia ha giocato un ruolo, perché era tutto in ritardo: gli ingegneri giapponesi non potevano viaggiare, i vertici del reparto tecnico dovevano analizzare i dati senza potere venire ai GP per vedere cosa stavano facendo nel frattempo le Case europee. L’assenza di Marc e la pandemia hanno messo in crisi la Honda”.

In attesa di vedere nei test a Sepang la nuova moto, ci sono stati cambiamenti grossi dal punto di vista dei piloti con l’arrivo di Mir e Rins. Com’è stato il primo contatto di Alex con la Honda?
“Siamo molto contenti che Rins abbia creduto nel nostro progetto, sono personalmente orgoglioso perché aveva la possibilità di correre con Ducati e Aprilia, ma ha scelto LCR, anche perché con noi avrebbe avuto una moto ufficiale. Il primo contatto è stato positivo da entrambe le parti e Alex ha iniziato il suo apprendistato sulla RC213V. Non è stato semplicissimo, ma ha espresso commenti positivi su diverse aree e indicato altre su cui lavorare.

"Rins e Mir sono stati la scelta giusta, potranno dare indicazioni e vincere"

Lui e Mir potranno aiutare Honda a progredire?
“Innanzitutto, credo che Honda abbia la formazione migliore in termini di piloti: nel team ufficiale ci sono due campioni del mondo e noi Alex, che ha vinto due delle ultime tre gare di quest’anno, inoltre spero che Nakagami possa avere un po’ più di fortuna. Scegliere piloti con una certa esperienza in una fase così delicata di rilancio del progetto MotoGP, credo sia stata la decisione più corretta che potevano fare. Avremo piloti che saranno in grado di dare indicazione e di vincere”.

Il Natale si avvicina, quale regalo vorresti sotto l’albero per il 2023?
Vorrei riceverlo dai nostri piloti riuscendo a riportare LCR sul podio. Contando 125, 250, MotoE e MotoGP siamo a quota 99, spero tanto di potere festeggiare il podio numero 100 nella classe regina. Vorrei che i nostri piloti riuscissero a farmi riprovare quell’emozione, quell’adrenalina, quell’entusiasmo di quando si taglia il traguardo nei primi 3. Sarebbe fantastico vincere… ma mi andrebbe bene anche un terzo posto per ripartire”.

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