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MotoGP, Bagnaia: "Per giocarci il titolo sia io sia Ducati dobbiamo migliorare"

"Avere più cavalli non significa essere più veloce. Non è la Yamaha a essere la miglior moto, ma Quartararo a essere il miglior pilota"

MotoGP: Bagnaia:

Non si può dire che non ci abbia provato, ma non sempre la fortuna aiuta gli audaci. Bagnaia sapeva che battere Quartararo ad Assen sarebbe stata un’impresa al limite del possibile, ma non si è risparmiato. Alla fine ha però raccolto un 6° posto che non può soddisfarlo, figlio anche di un Long Lap Penalty.

Oggi posso essere contento ho dato del mio meglio, ho provato di tutto - ha detto Pecco - Però dobbiamo fare un passo in avanti, parlo sia di me che della moto, per avere una possibilità di giocarci il titolo. C’è tanto lavoro da fare e sfrutterò questa pausa estiva per arrivare più preparato in Austria. Parlerò molto anche per il team per trovare qualcosa in più, perché la Yamaha in questo momento è un passo davanti a noi”.

Credi che ora la M1 sia la moto migliore?
La moto migliore non esiste, alcune vanno più forte su delle piste e altre in altre, ma la Yamaha si è dimostrata la più costante ed è perché c'è Quartararo che è a un livello veramente alto. Per rispondere alla domanda, non è la Yamaha a essere la moto migliore ma Fabio a essere il pilota migliore”.

Ora ai 47 punti di svantaggio da lui in classifica.
Sono tantissimi! Io provo sempre a fare il massimo ma, come ho detto, sia io come pilota sia la Ducati dobbiamo dare un passo in avanti. Per avere la possibilità di lottare per il campionato dobbiamo migliorare ancora, riuscire a raccogliere di più nelle piste dove facciamo fatica, come qui ad Assen”.

Oggi hai sfruttato al massimo i cavalli della Ducati per cercare di fermare Quartararo.
È chiaro che avere più cavalli non significa essere più veloci sul giro. Riuscivo a superare Fabio in rettilineo perché io uscivo molto bene dall’ultima chicane e lui molto male. Però nella curva 12 perdevo 5 o 6 decimi e non solo rispetto a Quartararo, anche Nakagami era più veloce. Oggi è stata una gara molto, molto difficile”.

Come avresti potuto finire senza la penalità?
Al massimo 3° o 4°, avrei dovuto comunque giocare in difesa, le Yamaha erano troppo veloci per noi. Per cercare di stare con Fabio ho spinto tanto ed è facile commettere un errore quando lo fai. Nell’ultima metà della pista dovevo aggrapparmi alla Desmosedici perché non stava ferma, per due volte sono andato sul verde perché mi ha spostato il vento, ma dovevo prevederlo. Ho sbagliato io e mi sono scusato con la squadra. Il difficile è stato non ripetere l’errore nella lotta contro Marquez, non è stato semplice stargli davanti”.

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