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MotoGP, Zaffelli: la pista non asciuga? colpa dell'asfalto freddo

Il responsabile dei lavori: "in dieci anni mai temperature così basse. C'è stato qualche problema nella posa, ma si può risolvere facilmente"

Zaffelli: la pista non asciuga? colpa dell'asfalto freddo

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Dopo la prima giornata di prove, i piloti non hanno risparmiato critiche al nuovo asfalto. Niente da dire sull’aderenza ma la rapidità ad asciugarsi non sembra essere fra le sue doti migliori. Anche dopo diverse ore da quando smette di piovere, rimangono delle chiazze umide che hanno preoccupato i piloti.

Dopo avere sentito l’accusa, ora la parola va alla difesa e cioè al responsabile dei lavori Jarno Zaffelli, diDromo.

Il più grande problema è il meteo - spiega - Nella progettazione, ci siamo basati sui dati degli ultimi dieci anni perché bisogna sempre ragionare sulle condizioni limite che si possono trovare”.

Cosa dicono queste informazioni?
Che la temperatura dell’asfalto è sempre stata tra i 40 e i 60°, con un’umidità dal 50 al 100%”.

In questi giorni, invece?
L’asfalto non ha mai superato i 35° e in questo caso l’acqua non riesce a evaporare”.

Da dove arriva quell’acqua?
Sotto l’asfalto c’è una aggregato che serve da base, lì ci sono degli spazi vuoti in cui l’acqua si ferma. Non trasuda dal terreno”.

Non si potevano evitare questi spazi?
C’è stato un problema nella posa, un’operazione non fatta da noi direttamente ma che ho visionato. Mi prendo quindi la mia parte di responsabilità. Non tutta la pista presenta questo problema”.

Anche qualche mese fa nei test Michelin c’erano stati dei guai…
“Alla curva 9 e li abbiamo risolti. Ieri sera, a mezzanotte, ero in circuito a controllare e in quel punto l’asfalto era asciutto a differenza di altre parti. Dopo quei test eravamo intervenuti riempendo quegli spazi vuoti con polvere di roccia, la stessa con cui è fatto l’aggregato.

E’ un’operazione complicata?
No, si spazzola questa polvere, poi si inumidisce la superficie e infine si lava. Si ripete varie volte questa operazione e si risolve il problema”.

I manager dei team sono preoccupati per i test di febbraio…
Non c’è nessun problema a trattare la pista in questo modo in tempo”.

I piloti invece sono preoccupati di passare su quelle chiazze di umido. Sono effettivamente pericolose?
Per l’80% è un problema cosmetico e per il 20% di umidità, naturalmente non garantiscono la stessa aderenza dell’asfalto completamente asciutto”.

Ieri, Rossi ipotizzava che in condizioni perfette si potrebbe girare anche due secondi più veloci rispetto al passato. Cosa dicono i vostri studi?
Dai due ai tre secondi, ma molto dipende dalle gomme. Michelin si aspettava 60° sull’asfalto e ha portato gomme tendenzialmente dure, ma la nuova superficie che le consuma pochissimo”.

Qualche pilota non si è detto entusiasta nemmeno dell’ultima curva, perché modificarla?
Da una parte per evitare la formazione dei rigagnoli che attraversavano la pista in caso di pioggia e dall’altra per rallentare i piloti sul rettilineo principale. Ci siamo riusciti in entrambi i casi”.

Ai piloti però non piacciono le curve in contropendenza…
Il regolamento prevede che possano esserci solo in alcuni casi, ce n’è una a Termas de Rio Hondo, poi ad Austin e anche il Correntaio al Mugello è così. Lo so che i piloti sono spaventati  da questo tipo di curva e ho deciso di esagerarne la pendenza in modo che abbiano la percezione del rischio, come sta effettivamente succedendo”.

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