Da un anno Pol Espargaro si è trasformato in semplice spettatore della MotoGP e malgrado i ruoli da collaudatore KTM e wild card una tantum gli consentano di godersi ancora dall’interno l’ambiente, il suo sguardo è diventato neutro e distaccato e le sue parole abbastanza oneste da riconoscere di non poter fare più un granché nel confronto diretto con la nuova generazione di piloti.
“Mi trovo in un momento della vita in cui mi sento a mio agio – ha confessato al sito Crashnet – Fisicamente sono in forma, commento i GP per la TV spiegando agli spettatori cosa succede in quanto le moto di oggi sono complicate a livello di aerodinamica ed elettronica, mentre quando sono con il test team ascolto cosa dicono. Sento comunque la mancanza delle corse perché si prova una sensazione fantastica quando si ottiene un buon risultato”.
Il decimo posto conquistato lo scorso settembre in un primo appuntamento di Misano caratterizzato dalla pioggia ha fatto tornare allo spagnolo quella fame di adrenalina di un tempo. “E’ stata un’emozione incredibile specialmente se si considera quanto è alto il livello attuale. Credo che ne sentirò la mancanza anche quando avrò 60 o 70 anni", ha affermato.
Chiaramente non essere più nel giro lo ha reso meno esplosivo. “Il mio fuoco in moto non è più lo stesso di Binder, Vinales o Acosta. L’energia che hanno questi ragazzi è pazzesca. E’ giusto dunque fare un passo indietro in quanto è chiaro che le loro prestazioni saranno migliori”, ha poi ammesso.
L’aver costruito una famiglia negli ultimi anni della carriera gli ha cambiato la vita e ha modificato il suo approccio alle gare fino a portarlo al ritiro. “Dopo l’incidente del 2023 ho capito che non riguardava più soltanto me. Ho due bambine e una moglie. Essere a casa e non poter prendere in braccio le mie figlie a causa dei dolori è stato brutto. Ho lasciato spazio a Pedro e guardate cosa è stato in grado di fare. E’ magnifico”, il suo ragionamento.
Il 2025 lo vedrà comunque tra le fila del marchio austriaco al centro delle cronache per le note difficoltà economiche che vedrà Vinales affiancare Bastianini. “Maverick è pieno di passione e quando è al limite è fantastico. Enea è l’opposto, è più controllato e non sai mai cosa succederà. E’ bello lavorare con due personaggi del genere e con tanta esperienza. L’iberico ha vinto con ogni moto che ha guidato e spero possa lottare per il titolo, l’italiano è andato bene nelle ultime due stagioni dimostrandosi solido nelle Sprint quanto nei GP. Sono differenti e provengono da due moto italiane diverse. Ci sono dei pro e dei contro, per cui dovremo mantenere i primi e migliorare i secondi”, ha infine chiosato il 33enne.