Chi è Lin Jarvis e cosa fa lo abbiamo scritto nella precedente puntata. Quel che non vi avevamo detto è che gli davamo la caccia da tempo, ma lui giustamente era sfuggito ai nostri appostamenti grazie al tunnel che ha sotto l'ufficio della hospitality Yamaha, grazie anche alla sua vedetta William Favero, che si spaccia da PR, ma in realtà è il Winston dell'Hotel Continental.
Se il parallelo vi coglie di sorpresa, beh ragazzi, non sappiamo che fare. Del resto Keanu Reeves è un motociclista ed anche lui ha una doppia identità - John Wick - come Lin, la cui regola rispecchia quella del Continental, dunque: l'hospitality Yamaha è una zona franca in cui vige la ferrea regola della non violenza all'interno della struttura. Qui si possono trovare insospettabili personaggi come Alberto Melandri, alias Marcus, che sotto le mentite spoglie del barista (fa ottimi cappuccini) in realtà è un'altro dei (tanti) personaggi sotto copertura della Yamaha. E non a caso (bussando) è entrato nell'ufficio di Lin mentre eravamo intenti alla nostra one to one con la scusa di servire il tè. Erano le cinque forse? Probabilmente sì, e non scherziamo.
In questa atmosfera piacevolmente british, siamo andati avanti per tre quarti d'ora, fino a che Favero è entrato (senza bussare) affermando che c'erano due ingegneri giapponesi, pronunciando due nomi a caso, che lo volevano. Vabbè, è comprensibile: prima del sottoscritto Jarvis aveva parlato con l'amico e collega David Emmet di motomatters, che quando scrive di solo incipit mette giù 100 righe, per cui...era sfinito.
E qui c'è il seguito della lunga chiacchierata con John, cioè Lin. E ricordate: solo l'hospitality Yamaha è una zona franca in cui vige la ferrea regola della non violenza. Fuori, nel paddock, è tutta un'altra storia. Chiedete a Franky.
Il regolamento, com’è noto, congela le regole sino al 2026. Massimo Rivola, Ceo di Aprilia Racing dice che 8 moto Ducati sono troppe e con pochi test a disposizione, questo è un vantaggio enorme. Vorrebbe ridurre i test di Ducati visto che ha così tante Desmosedici in pista.
“Si può considerare questo punto di vista ed io rispetto le idee di Massimo. Noi però non vogliamo accampare scuse per non essere competitivi. Queste sono le regole. Perché ci sono 8 Ducati? La risposta è: hanno una moto competitiva e sono disposti ad affittarla. Poi sfortunatamente la Suzuki si è ritirata ed è stata una cosa improvvisa che nessuno si aspettava ma che accade alle grosse compagnie, nei consigli di amministrazione. Certo, 8 Ducati sono troppe, nessuno vuole una ‘Ducati Cup’, anche Carmelo Ezpeleta vorrebbe avere 4 moto per Casa, ma la perfezione non esiste”.
Perché è nata questa situazione?
“Perché la Ducati è stata bravissima a leggere fra le righe delle regole. Otto Ducati sono troppe, sei sarebbero abbastanza e con le regole di oggi e la Gara Sprint avere così tanti dati, grazie ai potenti computer moderni, è un vantaggio enorme. Ma è ovvio che stiamo già lavorando per tornare ad avere un secondo team anche noi”.
E pensare che nel passato in alcune categorie c’è stato un monopolio Yamaha. E’ facile pensare alla corte che state facendo al team di Valentino.
“Abbiamo molto attività assieme alla VR46, siamo anche loro partner tecnici. Poi c’è il progetto Moto2 pagato da Yamaha Japan. Aggiungiamo che Vale è il nostro brand ambassador. Per noi ha senso scegliere il team di Rossi…senza contare che oggi il migliore team satellite è il suo. Ed ha anche ottimi piloti!”.
Molti danno per scontato il vostro matrimonio. E’ così?
“Per convincerli per prima cosa dobbiamo disporre di moto competitive, offendo loro condizioni i interessanti. Nello scenario ideale è la nostra prima scelta, ma c’è sempre una seconda”.
Hai parlato direttamente con Valentino del progetto?
“Parlo direttamente con tutti i membri della VR46 e, continuamente, anche con Valentino. Se la Yamaha sarà competitiva loro saranno aperti nei nostri confronti, ma è ancora troppo presto al momento”.
Eh, presto fino ad un. Certo punto: il 2024 è domani ed il 2025 dietro l’angolo.
“In realtà non c’è molto tempo…ovviamente siamo in contatto con tutti in ogni momento. Siamo fiduciosi che potremo avere un altro team. Come sapete sono una persona riservata: credo che sia possibile, ma sono anche certo che prima dobbiamo dimostrare la competitività della nostra moto nel 2025. Ed è nel programma anche offrire condizioni competitive oltre il 2025. Posso garantire che il ritiro della Yamaha è un completo non senso. E’ vero che le moto supersportive non si vendono più, ma non siamo qui solo per promuovere la R1. C’è la ricerca tecnologica, lo spirito della competizione, l’addestramento di giovani ingegneri. La fotografia è più ampia. Non c’è esitazione in Yamaha, né mancanza di convinzione. Noi, e probabilmente anche la Honda, dobbiamo cambiare approccio ed essere più veloci, reattivi e più aggressivi e guardare fuori dal Giappone. Noi lo abbiamo fatto con Marmorini”.
Per il momento non si sono visti molti passi in avanti.
“Il suo lavoro lo vedremo nel 2024. Ci sono grandi discussioni nella MSMA che riguardano l’aerodinamica, l’abbassatoRe. Il focus è sulle nuove regole per il 2027, ma abbiamo ancora il 2024, il 2025 e il 2026 davanti. Le Regole devono essere uguali per tutti ma anche per l’industria delle corse. Abbiamo bisogno di regole intelligenti per creare gare competitive senza costi eccessivi. Regole che incoraggino anche altre case ad entrare in MotoGP”.
Ma chi? Forse, spiegabilmente, qualche industria cinese perché altre non ne vediamo.
“E’ vero: si parla di BMW da molti anni, ma non ne hanno alcuna intenzione. KTM è un buon esempio perché ha scoperto che lo sport è il miglior modo di entrare nel mercato globale. Chi? Forse Triumph, si potrebbero aprire nuove strade. Comunque almeno dobbiamo mantenere le case attuali. E’ stato un gran peccato che Suzuki sia uscita, non me lo aspettavo. Peraltro era il primo di un contratto quinquennale! Capita con le grandi compagnia quando il board cambia”.
L’interesse per la MotoGP è in calo. Si sono ritirati grandi piloti, ma forse non è solo per questo. La Dorna ha qualche responsabilità?
“Una mancanza di motivazione? Non vorrei entrare in questa discussione, il mio lavoro non è la gestione del campionato, vi entro solo per le regole. Ho opinioni personali, ma non voglio commentare. Sarebbe una provocazione e darebbe vita a polemiche. Dorna generalmente ci supporta. Possiamo fare di meglio? Certamente, collettivamente possiamo fare di meglio. Nel quinquennio 2026-2031 affronteremo nuove sfide: ecologia, rumore, costi, competitività dello show…dobbiamo anche pensa re però di lasciare libertà agli ingegneri perché questa è una serie di prototipi”.
Il motociclismo in realtà ha praticamente due serie di prototipi: c’è anche la Superbike, anche se sono moto derivate dalla serie.
“La SBK è un argomento difficile da affrontare: la Ducati sta dominando in entrambe le categorie. Stanno facendo un ottimo lavoro ma non dovremmo lasciare che una singola casa domini, come sta accadendo in F1 con Red Bull e Verstappen. E’ anche vero che la Mercedes ha dominato per sei anni…ma Yamaha due anni fa ha vinto il mondiale con Toprak ed è il binomio Ducati-Bautista a dominare, non gli altri ducatisti. I due campionati possono convivere, ma entrambi i campionati devono essere promossi di più. La F1 qui a Silverstone ha fatto 400.000 spettatori, ma le gare non sono state interessanti. Noi invece sullo stesso circuito abbiamo fatto pochi spettatori e questo significa che ci sono tante possibilità di promuovere. Sette anni fa la F1 era scesa moltissimo ed ora hanno fatto un gran lavoro di marketing ed è dove è”.