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MotoGP, Alex Marquez: "Guidare la Ducati è naturale, ma devo dimenticarmi la Honda"

"Negli scorsi 3 anni ho imparato cose che non funzionano sulla Desmosedici e non si cambia tutto da un giorno all'altro. Non voglio crearmi grosse aspettative, altrimenti rischi di essere frustrato"

MotoGP: Alex Marquez: "Guidare la Ducati è naturale, ma devo dimenticarmi la Honda"

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Le prime gare di Alex Marquez sulla Ducati del team Gresini hanno dato al pilota spagnolo dei riscontri positivi, ma anche qualche motivo di insoddisfazione. La crescita è stata costante fino in Argentina, quando in gara è salito sul terzo gradino del podio, poi qualche caduta di troppo, come ad Austin quando è stato buttato a terra da Martin o a Le Mans, dove non ha potuto evitare Marini. 

Nonostante queste battute a vuote, Alex pensa di essere sulla giusta strada nonostante la ancora poca esperienza sulla Desmosedici: “non ho mai guidato così bene, né in Moto2 o nel mio primo anno in MotoGP - ha dichiarato a Speedweek - Non sono ancora a mio agio al 100% con la Ducati, non riesco a fare quello che voglio, ma l’adattamento è stato più veloce di quanto mi aspettassi”.

Con la Honda, Marquez non riusciva a esprimere il proprio potenziale, per quel motivo aveva deciso di cambiare.

Posso avere uno stile di guida più naturale, guidare come voglio - ha continuato - Il fatto è che mi sono abituato alla Honda in quei 3 anni e ho imparato molte cose che sulla Ducati non funzionano. Devo abituarmi, non si può cambiare tutto da un giorno all’altro, ma sto facendo progressi”.

La Desmosedici è il riferimento in MotoGP e Alex prima di provarla aveva qualche dubbio.

Mi chiedevo: sarò abbastanza veloce? Ma quando l’ho guidata per la prima volta nei test di Valencia, i dubbi sono svaniti” ha affermato.

Marquez, però, vuole tenere i piedi per terra e non crearsi illusioni che potrebbero fargli più male che bene.

Ad Austin avevo già fatto una pole e un podio e avrei potuto lottare per la vittoria lì, quindi le aspettative sono aumentate. A Jerez ho spinto troppo e nella sprint sono caduto. Non eravamo nella situazione in cui avremmo dovuto trovarci, l’ho detto alla squadra: dovremmo lottare realisticamente per i primi 8, non per il podio - ha spiegato - Abbiamo ricostruito da quel momento in poi la fiducia. Se hai grandi aspettative e non le soddisfi, ti senti frustrato, è meglio non averne e spingere a ogni GP dal primo turno”.

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