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MotoGP, Stoner: "Avrei voluto Rossi competitivo, con lui le gare sono più belle"

"A Marquez serve tempo, puoi dimenticarti degli infortuni se ne capisci la causa. Negli ultimi anni ho lottato contro me stesso, ho avuto problemi di salute"

MotoGP: Stoner:

Dall’ultima volta che Casey Stoner aveva messo piede nel paddock della MotoGP erano passati tre anni e mezzo, “ero stato al Mugello nel 2018” ha ricordato. Ieri è arrivato a Portimao e la prima tappa è stata nel box Ducati per salutare il suo ex capotecico Christian Gabarrini. “Questo è stato il mio mondo per tanto tempo, ho tanti amici che mi sono mancati” racconta nel corso di una conferenza stampa speciale a lui dedicata.

Il Canguro Mannaro è sorridente e rilassato, ma ha passato degli anni difficili, colpito da gravi problemi di salute.

Dopo avere finito il mio impegno da tester con Ducati mi avevano ricostruito la spalla e l’operazione era andata bene - inizia a parlare - Poi, però, negli ultimi 5 anni ci sono stati dei periodi in cui non riuscivo neanche ad alzarmi del divano per giorni. Il mio allenamento era andare dal letto al divano. I dottori non riuscivano a capire cosa avessi, è stata difficile sia fisicamente che mentalmente”.

"Non sono mai a più del 60% della mia forma, ho imparato a gestire le mie energie"

Ora come stai?
Ho imparato come gestire le mie energie, da dicembre in poi le cose sono migliorate. Ci sono dei giorni in cui sto bene e altri in cui mi sento stanchissimo. In generale non sono mai a più del 60% della mia forma, mi piaceva correre e invece ora devo camminare”.

Ti manca non essere al pieno della forma?
Non sono più competitivo in niente. Mi manca la rivalità con gli altri perché negli ultima 4 anni il mio unico rivale sono stato io. Avevo iniziato a fare mountain bike, avevo raggiunto un buon livello e volevo correre”.

Ti sta limitando un problema fisico, come sta accadendo a Marquez, anche se le vostre situazioni sono molto diverse. Gli infortuni quanta influenza hanno su un pilota?
Ne hanno, ma fanno parte delle corse. Puoi metterteli alle spalle se capisci perché sei caduto, se impari dagli errori e non li ripeti. Per me era così, quando capivo la causa poi andavo più forte, non avevo paura. Però Marc è in una situazione diversa, è tornato dopo tanto tempo e un grave infortunio, gli servirà più tempo per riprendersi sia fisicamente che mentalmente. Quando mi operai al piede non riuscii a camminare per settimane, Marquez ha problemi con la spalla ed è ancora più complicato. Inoltre in allenamento non puoi in nessun modo replicare quello che accade guidando una MotoGP. Senza dimenticare che esiste sempre la paura che possa succederti di nuovo, non sono nella testa di Marc, ma sicuramente lo scorso anno è stato molto duro per lui”.

"Marquez ha nascosto i problemi della Honda con il suo talento"

Anche la Honda non sembra in piena forma.
Marc è un pilota incredibilmente talentuoso, con tempi di reazioni incredibili, lo si vede nei suoi salvataggi. Un errore che potrebbero avere fatto lui e la sua squadra nei primi anni potrebbe essere quello di concentrarsi troppo sulla fase di frenata, indebolendo così la fase dell’inserimento in curva. Già quando c’ero io enfatizzavano molto la frenata, Marc è stato bravo a nascondere i problemi”.

E la Ducati? Dopo di te non è più riuscita a vincere il titolo.
“Ci sono arrivati vicini, ma è mancata un po’ di costanza, una moto che vada bene su tutti i circuiti. Yamaha ha un gran pacchetto da anni, Marquez quando stava bene era molto difficile da battere, è dura, bisogna che tutto funzioni nel migliore dei modi, ma sono vicinissimi”.

"Mi piacerebbe provare la Yamaha, la mia più grande avversaria"

Se potessi guidare ancora una MotoGP, quale sceglieresti
Probabilmente la Yamaha, perché è stata la mia più grande avversaria, la moto più difficile da battere. Mi piacerebbe capire quali sensazioni si hanno in sella e sarebbe interessante vedere se possa essere guidata in un altro modo”.

Guidare una MotoGP non ti manca per nulla?
Mi piacevano le prove libere e le qualifiche, di certo non i test. Nei turni di prove e in qualifiche è divertente quando tutto è al posto giusto e devi solo spingere al massimo per un giro o uno. In gara c’è sempre qualcosa da gestire, gomme, benzina, fare un gran giro mi dava un brivido maggiore di una vittoria”.

"È stato fantastico correre contro Valentino, mi ha insegnato tanto"

Sei già riuscito a salutare il tuo vecchio rivale Valentino?
No, ma lo farò presto. Se lui continuava ad adorare correre, non c’era ragione perché smettesse. Per me correre era vincere, potevo accettare di non riuscirci, ma quando la domenica mi svegliavo per la gara pensavo a quello. Mi è mancato non vedere Valentino davanti, mi sarebbe piaciuto vederlo lottare negli ultime 3 anni, con lui le gare sarebbero state incredibili”.

Cosa ricordi della rivalità con lui?
È stata fantastica, ci sono stati momenti belli e altri brutti, alcune volte le cose sono andate come volvo e altre no, ma è stato fantastico correre contro di lui, ho imparato molto, sia dentro che fuori la pista, nel rapporto con i media. Valentino è sempre stato molto intelligente e i mei risultati sono stati più importanti perché li ho ottenuti lottando contro di lui. Ora diventerà papà, sono contento per lui, inizierà un nuovo capito della sua vita e si divertirà”.

"Sono curioso di vedere cosa farà Bezzecchi in MotoGP"

Guardando a giovani piloti, chi ti sta impressionando?
Sicuramente Acosta sta facendo delle cose incredibili quest’anno, è fantastico vederlo guidare e anche Garcia è molto bravo. Raul Fernandez e Gardner stanno facendo un bel lavoro, mentre Bezzecchi penso che abbia qualcosa in più che non abbiamo visto quest’anno. Sono curioso di scoprire cosa farà in MotoGP”.

I giovani piloti sono stati criticati per i loro comportamenti in pista, cosa ne pensi?
Che serve più chiarezza nelle decisioni e sanzioni più dure. Secondo me la cosa peggiore capitata al motociclismo è stato togliere l’erba fuori dalle curve, i piloti non hanno più paura perché sanno che anche se sbagliano saranno ancora sull’asfalto. Inoltre serve più rispetto nei confronti gli uni degli altri”.

E per quanto riguarda i regolamenti tecnici?
Credo che abbiano portato i costi alle stelle, avvicinando la MotoGP alla Formula1. Bisognerebbe limitare l’elettronica, vorrei vedere i piloti avere più ‘problemi’, faticare in accelerazione o a fine gara. Ormai tutti i sorpassi avvengono in frenata perché in curva vanno tutti uguali”.

Sei stato l’ultimo pilota a vincere il campionato MotoGP con due moto diverse, perché per tanti piloti è così difficile cambiare?
Posso parlare per me, non per gli altri, e per me era relativamente facile andare forte con ogni moto, diciamo fino al punto di togliere l’ultimo mezzo secondo. Soprattutto ero contento di adattarmi a quello che chiedeva la moto, mentre ora sento piloti che dicono che la moto non fa quello che loro vogliono. Io non sono mai stato così orgoglioso da affermare una cosa del genere, si tratta sempre di un compromesso.

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