Carlo Pernat non ha peli sulla lingua e, ad Austin, è tornato sul GP di Termas de Rio Hondo. Lo ha fatto con il suo stile, con giudizi e provocazioni che però fanno riflettere.
“Credo che quello che è successo in Argentina è qualcosa di difficile da interpretare in un modo scientifico - premette - Penso che il problema grosso sia la Direzione Gara, hanno fatto qualcosa che ha creato un precedente mostruoso. I regolamenti vanno letti e rispettati e quando, sullo schieramento di partenza, a un pilota si spegne la moto questa deve essere appoggiata al muretto e lui deve partire dai box. È una regola chiara”.
Un decisione del genere rischia di avere conseguenze.
“Questo è un precedente clamoroso e ogni pilota si sentirà nelle condizioni di ripetere la manovra di Marquez e di rifiutare le indicazioni dei commissari - riflette - Bisogna mettere immediatamente provvedere”.
Il manager punta il dito contro Mike Webb come responsabile.
“Quella gara è stata pesantemente minata da scorrettezze per colpa del Direttore di Gara, che è in collegamento con i commissari, sarebbe bastato un suo cenno per risolvere la situazione. Secondo me la colpa è totalmente sua” spiega.
Se l’organo di controllo non funziona, anche Marquez per Pernat ha avuto le suo colpe.
“Al signor Marc Marquez, un fenomeno e un grandissimo pilota, è stato concesso praticamente di tutto e di più nella sua carriera - afferma - Gli esempi sono molti, ma quello che ha fatto in Argentina non è giustificabile se non per un ‘delirio di onnipotenza’ che deriva dal fatto di non essere mai stato sanzionato. Per lui hanno cambiato i regolamenti quando passò in MotoGP per andare in un team ufficiale, in Moto2 ebbe problemi con Luthi e Pol Espargarò, e 3 anni fa in Malesia, a turno di prove ormai finito, centrò in pieno Iannone. Ricordo che sparirono tutte le immagini e non fu nemmeno sanzionato. Sono esempi brutti ma fanno capire come sia stato portato a un delirio di onnipotenza e non va assolutamente bene”.
Una dose di aggressività fa parte del dna di ogni pilota, ma il manager genovese pensa si sia passato il limite.
“A quelli che dicono che anche Valentino ha fatto cose del genere, rispondo che non è vero - la sua opinione - Valentino ha fatto delle stupidaggini, come a Jerez con Gibernau, mentre buttò a terra Stoner a seguito di una caduta, ma non avrebbe mai fatto quello che fece Marc nel 2015. È chiaro che anche a Rossi sono stati dati molti vantaggi, ma non se ne è mai approfittato come sta facendo Marquez”.
Qual è la soluzione?
“Credo che la decisione più giusta sarebbe stata quella di dare una giornata di squalifica a Marquez per farlo tornare sulla terra. Ricordo che nel 1999 successe a Capirossi, se è successo in passato deve succedere anche oggi. Non accade perché la FIM non ha il potere della FIA in Formula 1, è questo il vuoto che abbiamo e credo debba essere colmato”, la sua proposta.