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Marquez: in MotoGP siamo tutti aggressivi, Rossi non si lamenti

"Zarco non ha fatto nulla di male. Massimo rispetto per Valentino, anche se è in testa al mondiale senza avere ancora vinto"

MotoGP: Marquez: in MotoGP siamo tutti aggressivi, Rossi non si lamenti

Lo sceriffo è tornato in città, e nessuno è stato abbastanza veloce da sfidarlo a duello. Ci ha provato Vinales, e sappiamo come è andata.

Non ha avuto paura Pedrosa, ma l’unico risultato ottenuto, forse, è stato quello di consumare anzitempo le gomme, così poi da essere costretto a cedere al ritorno di Valentino Rossi.

Il successo del pilota di Cervera però non meraviglia sul circuito che considera come il giardino di casa e sul quale vince da cinque stagioni consecutive.

Sorprendentemente, Marc poi ha vinto tutti i Gran Premi disputati negli Stati Uniti. A Indianapolis ha vinto tre volte, una a Laguna Seca. E contando anche le sue due vittorie in Moto2, questo è l'ottavo successo consecutiva in America. Detto questo, l'ultima volta che il pilota della Honda è salito sul gradino più alto del podio è stato lo scorso anno a Motegi, in Giappone, lo scorso ottobre, quindi questa vittoria segna anche il suo ritorno.

“E’ stata una gara abbastanza difficile, specie all'inizio – ha ammesso il campione del mondo - Sono rimasto calmo perché avevo una gomma anteriore dura. Da metà della gara in poi ho iniziato a capire che potevo farcela. Dopo l'Argentina infatti ero un po' preoccupato. All'inizio dietro a Dani mi sono detto, dai facciamo metà gara dietro di lui, poi quando ho visto che calava sono andato. Dal punto di vista psicologico era importante finire davanti a Vinales, o almeno finire sul podio. Dopo Rio Hondo ero molto lontano, lì ho fatto un brutto errore, e non volevo ripeterlo. Oggi sono solo a -18 punti da Rossi, meno di una gara”.

E’ strano che l’unico pilota che non ha ancora vinto un Gran Premio sia però in testa al campionato.

“Ho il più grande rispetto per Rossi, ha 38 anni ed è sempre lì davanti. Non è stato il più veloce, finora, ma è il più costante”.

Valentino si è lamentato dell’aggressività di Johann Zarco.

E’ vero, Johann è aggressivo, ma anche io lo sono ed anche Vale lo è. Tutti noi in MotoGP lo siamo. Per questo non ci dobbiamo meravigliare vedendo certe mosse, dobbiamo aspettarcele. La penalizzazione, comunque, non era giusta. Non poteva fare altrimenti, inoltre tre decimi non sarebbero comunque serviti a niente”.

In America hai confermato l’imbattibilità.

“Forse dovrei parlare con Carmelo Ezpeleta per avere più Gran Premi negli States - scherza Marquez, poi aggiunge - Non so perché vado così forte su questa pista. Forse perché è un circuito con tante curve a sinistra ed io che mi alleno nel flat track sono velocissimo quando si gira in senso antiorario. Per me è un ottimo modo di tenermi in forma, ma la Honda ha paura che mi faccia male”.

Non c’è stato il duello con Vinales che tutti si aspettavano.

“Prima o poi lo vedrete, non preoccupatevi. Io qui dopo aver deciso di partire con la gomma anteriore dura avevo una sola strategia: aspettare all’inizio della gara e poi andare. Se ci fosse stato Vinales? Forse nel finale sarei potuto anche andare più forte”.

Senza correre rischi eccessivi?

“A volte commettere errori, come mi è accaduto in Argentina, evita quelli successivi”.

E’ meglio o peggio avere due avversari forti come Rossi e Vinales nella stessa squadra?

“Vanno ognuno per conto loro. Per il momento non c’è stato alcun corpo a corpo fra di loro, ma ci sarà”.

Non avessi vinto saresti stato…

“Più preoccupato, senza dubbio. Ora ci aspettano tre Gran Premi importanti, Jerez, Le Mans ed il Mugello, solo dopo di questi potremo vedere dove siamo. Per il momento non sento ancora la nuova Honda come la ‘mia’ moto. Non ‘mi gusta’ ancora del tutto, invece vedo che la Yamaha ha un’ottima base”.

La vittoria di Marc aggiunge anche un altro pezzo importante al dominio di Honda nei Gran Premi ospitati negli Stati Uniti. Le ultime 14 gare della MotoGP in terra americana sono state infatti vinte dai piloti Honda. L'ultimo vincitore non alla guida di una moto della casa alata è stato Jorge Lorenzo, a Laguna Seca nel 2010. Honda ha quindi vinto 17 delle 22 gare della classe regina che hanno avuto luogo negli USA nell’era della MotoGP.

“Sono molto contento ho fatto una grande partenza - fa eco Dani Pedrosa al compagno di squadra - Sono felice della gara ma alla fine le mie gomme erano veramente finite specie sulla parte destra ed ho preferito non rischiare. Ero caduto in Argentina, non avevo voglia di ripetermi qui. Non potevo rischiare di partire con la dura perché non la avevo mai provata. E poi non sono uno che guida molto sull'anteriore. Questa pista poi non mi piace molto perché è un tracciato molto fisico e si fa molto fatica. Il cartello che mi è stato esposto dai box? Avevo capito che Rossi aveva una penalizzazione, ma non sapevo di quanto: va bene anche così”.

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