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MotoGP, Marquez: "La nuova Honda ha gli stessi problemi. Deciderò entro Motegi"

"Ho 3 piani per il mio futuro e ne sceglierò uno tra India e Giappone. Giudico il lavoro fatto dai risultati e le prestazioni non sono cambiate. Ci sono tante facce nuove nel box, una credo sia del nuovo project leader"

MotoGP: Marquez: "La nuova Honda ha gli stessi problemi. Deciderò entro Motegi"

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Chi immaginava un Marc Marquez allegro e sorridente dopo i primi giri sul prototipo 2024 della Honda, rimarrà deluso. Il volto è quello a cui ci abituato da tempo, quasi stupito dal trovarsi in una situazione così disastrosa. L’unica differenza è un accenno di baffi e forse una dose ancora minore di pazienza.

La nuova moto richiede uno stile di guida diverso, ma i problemi principali sono rimasti più o meno gli stessi, bisogna lavorare di più. Ha una posizione di guida differente, all’inizio avevo delle sensazioni un po’ strane, ma giro dopo giro è diventato tutto naturale. Alla fine dei conti, il modo in cui la guidi per fare il tempo è simile a quello che uso sulla moto attuale e anche le prestazioni, che sono tutto in questo sport il suo riassunto, per nulla positivo della RC213V che verrà.

Se Marc già prima aveva dubbi se continuare o meno il suo rapporto con Honda, certamente questo test non glieli ha eliminati. Così, quando gli si chiede nuovamente se il suo futuro sia certo, lui non cerca di nascondersi dietro a un dito.

C’è una dead line, in India o in Giappone deciderò” la risposta secca. Poi approfondisce: “forse non è tutto chiaro, a volte si può cambiare idea. Ho due piani e devo scegliere quale seguire, finirò questi test, andrò a casa e ci penserò con tranquillità”.

Se sia un ultimatum a Honda non è chiaro, anche perché forse servirebbe a poco. Quello che ha visto non gli piaciuto, a questo punto può tapparsi il naso, decidere di cambiare aria, oppure prendersi un altamente improbabile anno sabbatico. Questo test lo aiuterà nella scelta?

“Può influire o meno, dipende - si fa sibillino - Ho le mie teorie, ho detto di avere due piani, ma in veirtà ne ho tre e mi sono tutti chiari, so cosa succederebbe a seconda di quale sceglierò, serve solo il tempo. Li ho condivisi solo con le persone di cui ho massima fiducia, sono una o due”.

Se su questo punto non vuole aggiungere altro, in compenso non ha problemi ha esternare tutti i suoi dubbi sul lavoro dei giapponesi.

Naturalmente mi aspettavo di più, come sempre. È solo la prima impressione, c’è lavoro da fare, ci sono tanti ingegneri nel box e devono farlo. Se questa è la base della nuova moto, siamo lontani, bisognerà cambiare molte cose. In un test un pilota spera sempre di migliorare, a volte hai sensazioni strane ma il tempo viene, mentre questa mattina non è cambiato molto” la bocciatura.

Neanche i tanti giapponesi nel box gli danno tranquillità

Ci sono tanti nuovi ingegneri che hanno iniziato a lavorare sulla nuova moto, da quanto ho capito non da molto tempo. Prima dei prossimi test in Valencia c’è tempo, anche se non tanto, due mesi, vedremo se potranno fare un passo in avanti. È arrivato un ingegnere che si occupava di aerodinamica in Formula 1 e poi parlo nel box con un tecnico che ha una faccia diversa, non me l’hanno presentato, credo sia il nuovo project leader, non è molto chiaro - scoppia a ridere - Siamo in un periodo di transizione”.

Una zona grigia in cui non si capisce se la burrasca sia passata o debba ancora arrivare.

Devi credere in loro, anche se il tempo passa e quello che è stato promesso non è stato fatto. Bisogna vedere se ci riusciranno per potere continuare a essere motivato. A livello di rendimento in pista non è cambiato niente, ma ci sono facce e idee nuove. La teoria dice sempre che si migliorerà, ma è la pratica a doverlo certificare e io giudico il lavoro da quello”. Più chiaro di così non poteva essere.

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