La Ducati continua a dominare al sabato in MotoGP e se grazie a Pecco Bagnaia è stata capace di conquistare la quinta pole consecutiva dell’anno, con Jack Miller è riuscita per la seconda volta consecutiva a fare 1-2. Come a Misano, Miller ha dovuto accontentarsi del secondo posto per poco più di un decimo ma questa volta, dietro questo risultato, c’è anche un consiglio di Pecco, come lo stesso australiano ha rivelato.
“Sembra di essere ritornati a Misano: abbiamo avuto un buon venerdì, un ottimo sabato, ora teniamo le dita incrociate sperando di convertire il tutto in una grande domenica questa volta. Penso che abbiamo pianificato tutto bene a livello di scelta delle gomme, i nostri ingegneri hanno esaminato attentamente tutte le mescole. In generale, il feeling è buono, fino alle FP4 abbiamo faticato nell’ultimo settore – ha esordito Miller in conferenza – Pecco, il mio nuovo coach, - ha scherzato - mi ha dato alcuni consigli e sono riuscito a trovare delle buone linee e devo ringraziarlo. Come passo gara mi sento bene, dovremo vedere cosa ci riserverà la gara domani. Ora che il Mondiale è deciso non siamo più sotto pressione e adesso voglio solo divertirmi”.
Lo scorso anno Miller si era giocato il secondo posto con Morbidelli e aveva permesso, grazie anche a quel risultato, di regalare a Ducati il titolo Costruttori. Per domani, Jack avrà sicuramente qualcosa da vendicare dopo la caduta di Misano: “Ci saranno molte variabili domani ma nel weekend noi abbiamo fatto il nostro lavoro, così come avevamo fatto negli scorsi gran premi. A volte siamo stati sfortunati, altre volte abbiamo commesso degli errori. Sappiamo cosa dobbiamo migliorare e di cosa siamo capaci, abbiamo vinto due volte quest’anno e sarebbe bello poter ritrovare quello stato di forma in gara per finire la stagione bene, sarebbe fantastico iniziare la pausa invernale con un paio di podi, sarebbe ancora più bello poter vincere una gara”.
Sulla presenza di Stoner nel paddock e, in particolare nel box Ducati, Miller ha ammesso - come Pecco - che sarebbe bello se in futuro ci fosse un coach nel box della Rossa, non necessariamente Stoner che non ritiene un’opzione possibile per il 2022: “Dal mio stipendio non ci sono tanti soldi da togliere sinceramente – scherza Jack – Ma è fantastico avere Casey nelle ultime due gare. Lui ha famiglia e vive dall’altra parte del mondo, quindi far funzionare questa ipotesi penso che sia veramente complicato dal punto di vista logistico e non solo. Io però sarei d’accordo al 100%. Come ha detto Pecco, sarebbe bello, ho lavorato con degli spotter e lui non è uno spotter normale, diciamo. È Casey Stoner, una leggenda, uno tra i migliori di sempre. Penso manchi qualcosa nel nostro programma, penso che sia un qualcosa che dovremo vedere e magari introdurre nel nostro progetto. Non dico che potremo avere Casey, io sarei naturalmente molto contento di averlo, ma parlo in generale”.
Sempre su Stoner, Miller parla più nello specifico poi su come ha aiutato sia lui sia Pecco: “Casey è uno molto metodico e preciso nello spiegare le cose, sicuramente è una buona cosa, non è in alcun modo maleducato, anzi, è capace di andare dritto al punto, sa di cosa parla. È un pilota, capisce ad esempio se una determinata linea è veloce e come evolve la pista, come pilota capita che ci si fissi su un determinato punto di vista, lui ci ha aiutato a capire cosa hanno fatto gli altri in determinati parti del circuito”.
Miller spiega anche perché la Ducati – che ha 4 moto nelle prime 5 posizioni – va così bene a Portimao: “Sulla carta si potrebbe pensare che questa non sia una pista fantastica per la Ducati, ma parliamo della vecchia Ducati. La GP21 e la GP20 qui vanno molto bene, credo sia una questione di evoluzione della moto e del modo in cui la stessa si comporta più che un motivo di aerodinamica, qui ci sono molti saliscendi e non sono veloci a sufficienza per fare in modo che l’aerodinamica funzioni. Non fraintendetemi, oggi con il vento non è stato fantastico, è ancora uno dei nostri punti deboli ma abbiamo trovato un modo per andare bene. Il pacchetto della moto ha un’ottima base e riusciamo a capirlo e a lavorarci. Molti dei vecchi cliché della Ducati non penso che siano validi per le ultime moto, la GP20 e la 21, penso che la moto vada bene ovunque a parte un paio di piste. Uno di noi però dev’essere capace di farla funzionare, si tratta solo di adattarsi in ciascuna pista. Noi in molte occasioni abbiamo fatto vedere di essere veloci, non c’è più quel cliché di una moto che fa fatica a girare perché gira bene e va sempre meglio”.