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MotoGP, Marquez: “Sono durato 7 giri, ma oggi mi sentivo il vero Marc”

“Ho spinto, attaccato, ma purtroppo sono caduto. La giornata chiave sarà quella di domani, perché abbiamo diverse cose da provare. Il Sachsenring? Ci vado anche se so di non vincere, non sono un codardo”

MotoGP: Marquez: “Sono durato 7 giri, ma oggi mi sentivo il vero Marc”

La gara di Marc Marquez nella sua Barcellona è durata solo sette giri, ma non tutto è da buttare. Sarà anche vero che lo spagnolo non ha visto la bandiera a scacchi per la terza volta consecutiva, ma in questo momento le sue priorità sono ben altre.

Da una parte c’è infatti l’amarezza per l’occasione sprecata, dall’altra invece la consapevolezza che un passo avanti dal lato fisico è  stato fatto e questo è ciò che conta di più come lui stesso ha ammesso nel post gara.

“Sappiamo bene che ci sono dei problemi – ha esordito il 93 – innanzitutto  non abbiamo grip in accelerazione e questo te lo porti dietro per tutto il rettilineo. Inoltre, in entrata di curva, mi manca l’aderenza per fermare la moto come voglio. Ho quindi due problemi diversi, ma stiamo andando verso un’unica direzione per risolvervi il prima possibile”.

Queste le difficoltà, ma occhio però agli aspetti positivi.
“Oggi spingevo e mi sentivo Marc, mi stavo divertendo. Quei 7 giri sono stati i migliori di tutto l’anno, perché guidavo come volevo e mi sono preso pure qualche rischio, ma alla fine oggi era la giornata giusta per farlo. All’inizio ho infatti effettuato diversi sorpassi, ma al tempo stesso sapevo che perdevo in tanti altri punti del circuito, specialmente in accelerazione. Poi è arrivata la caduta”.

 Il motivo è semplice.
“Ho perso l’anteriore e sono finito a terra. Dispiace, ma in questo momento del risultato mi interessa poco, dato che le mie priorità sono altre. Anche a Jerez sono finito a terra, ma quella è stata una caduta diversa, mentre qua sono finito a terra in gara e le condizioni fisiche non dovrebbero essere un ostacolo per domani”.

Già, perché domani è tempo di test.
Quella di domani è la giornata e per me conta più di oggi. Abbiamo molte cose da provare, in modo da capire il materiale soprattutto in ottica futura. Abbiamo parlato con la squadra e sono pronto, forse al pomeriggio farò più fatica, ma il test di domani è fondamentale per tutti noi e il lavoro di sviluppo legato alla moto”.

Test a parte, l’attenzione si sposta poi sulla condizione fisica di MagicMarc.
“Questo weekend non ho avvertito limitazioni. Al Mugello c’era del dolore, mentre qua solo del fastidio. Peccato che la gara sia finita così presto, dato che non mi sentivo stanco. Fino al Mugello ho cercato di gestire le gare, qua invece mi sono sentito bene, ho spinto, attaccato, ma poi purtroppo sono finito a terra”.

Intanto, tra due settimane, sarà tempo di Germania con il GP del Sachsenring.
“A meno di clamorosi colpi di scena, ci andrò, anche perché non sono un codardo. Rimanere in sella alla moto è la cosa migliore per riprendere fiducia. Vedremo quindi quello che accadrà, considerando che la pista, con tante curve a sinistra, dovrebbe essere meno esigente per me dal lato fisico. Questo aspetto potrebbe aiutarmi, ma al tempo stesso so benissimo di  non poter vincere. Ho infatti ben chiara la situazione nella quale ci ritroviamo e di conseguenza sono preparato a livello psicologico. Con la squadra stiamo lavorando per capire come risolvere i problemi e riprendere quella strada che si è interrotta a Jerez nel 2020. Ovvio che non si risolve tutto da una gara all’altra, dal momento che tutte le Honda stanno faticando, ma dentro di noi c’è il massimo impegno per tornare forti”.

La conclusione è dedicata a quanto accaduto a Quartararo.
“Ne parlavo col team di quanto accaduto, qualcuno diceva che doveva essere penalizzato, altri invece no. Cosa dire. Quanto è successo a Fabio è un qualcosa più unico che raro e non credo accada nuovamente. Di sicuro è stata una situazione pericolosa e la direzione gara doveva intervenire per segnargli la cosa, dato che è come quando perdi un pezzo della moto. Avrebbero dovuto esporre una bandiera bianconera, in modo che lui si potesse fermare per chiudere la tuta e ripartire, come accade ad esempio quando hai un problema con la moto. La situazione era pericolosa, ma non da bandiera nera”.

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