Gino Borsoi non ha fatto in tempo a godersi il magnifico successo di Jorge Martìn nel mondiale 2024, prima di tuffarsi letteralmente nella nuova avventura di Pramac targata Yamaha. Una sfida complessa, con la speranza di lavorare oggi per poter magari ripetere con la Casa di Iwata i risultati raggiunti grazie alla partnership di lunga data con Ducati. Ma non si tratta solo di MotoGP, perché da questa stagione ci sarà anche la compagine Moto2, con Alex De Angelis che sarà il timoniere di quello che sarà a tutti gli affetti uno junior team di Yamaha in Moto2.
Non vi bastava passare a Yamaha, anche la Moto2! Almeno avrai Alex De Angelis al tuo fianco.
"Sono io che affianco Alex. lui è già bravo di suo. Ha solo bisogno di qualche consiglio ma sono molto contento che sia a bordo di questa nuova avventura con Yamaha, che è un gran progetto. Yamaha si sta impegnando molto su tutti i nuovi progetti. Dentro a questa grande struttura Yamaha vuole presentare questo nuovo modo di vedere la Moto2 come uno delle punte di diamante di questa nuova avventura. Perché considero che è importantissimo cercare di avere in tutte le classi i piloti giovani per il futuro. È estremamente importante perché l'impegno a 360° di Yamaha e fa solo piacere ed è un onore per noi farne parte".
Tu hai gestito per anni poi squadre sia in Moto3 che in Moto2.
"Niente di nuovo. L'unica cosa è che abbiamo dovuto mettere in piedi un team in due mesi con le feste in mezzo e come puoi immaginare non è stato assolutamente facile perché abbiamo dovuto iniziare da zero, non avevamo nemmeno una vite e la cosa buona è che la squadra dietro le quinte di questo inverno ha lavorato tantissimo. Devo ringraziarli perché si stanno impegnando affinché tutto arrivi in ordine alla prima gara, i piloti ci sono la moto c'è, non manca nulla assolutamente".
Invece guardando alla MotoGP, c'è la collaborazione con una Casa giapponese, ma ci sono anche tanti italiani.
"Sicuramente all'interno del team e del gruppo Yamaha ci sono tanti italiani quindi è anche più facile intenderci. Parlare e capirci non è stato difficile ci hanno accolto subito molto bene, hanno aperto le braccia, diciamo che siamo entrati a far parte della famiglia in un modo abbastanza semplice senza nessun problema. Anzi devo dire che stanno ascoltando molto la nostra visione delle gare, anche come lavorare durante il weekend. Per tutto ciò in cui possiamo aiutarli noi siamo qui a disposizione. Abbiamo una mentalità che proviene dalla Ducati che in questo momento è la migliore. Però con il tempo io credo che riusciremo pian pianino a portare a casa i risultati che poi Yamaha si merita e riportarla lì al top".
Cosa hai pensato quando Campinoti ti ha detto che sareste passati a Yamaha?
"Niente di strano onestamente. Questi cambiamenti accadono soprattutto dopo epoche lunghe come quella di Paolo con Ducati. E' vero io ero appena arrivato e non ho avuto un tragitto lunghissimo con loro anche se conosco Gigi da una vita. Però ci sta, dopo tanti anni ci vogliono i cambiamenti. Ti ricordo che io ho fatto 17 anni con Aspar e sono passato poi a Pramac. Uscire dalla tua zona di confort spesso e volentieri l'ho provato sulla mia stessa pelle, ti dà quel pizzico di avventura in più quella voglia di ripartire e rimetterti un po' in discussione. Fortunatamente grazie al gran pilota che abbiamo avuto e alla squadra e a Paolo siamo riusciti a portare a casa due titoli negli ultimi due anni. Adesso portare Yamaha al top è sicuramente un altro grande obiettivo".
Non hai potuto goderti il numero 1 sulla carena della vostra moto. Come ti senti a dover da un certo punto di vista ricominciare?
"Vengo da anni in cui ero abituato a lottare sempre davanti, anche prima di Pramac. Forse mi sono abituato troppo bene, ma ci vuole anche questo, ci vuole imparare a rincominciare da zero, rifare la base ed essere coscienti di quanto è difficile anche riportare a galla un progetto come quella Yamaha. Fa parte di un'esperienza che poi magari un domani mi servirà per essere ancora migliore, quindi è una sfida che accetto molto volentieri anche perché come ti dicevo prima Yamaha ci ha accolto a braccia aperte, hanno una gran voglia di ritornare dove devono stare e stanno investendo tantissimi soldi. Credo che sia la prima volta che Yamaha investe tanti soldi. Hanno preso molti tecnici, stanno facendo molte cose nuove, quindi è entusiasmante questo progetto e se poi ce la facciamo sarà ancora una volta un qualcosa che ci permetta di dire che abbiamo fatto la storia, così come siamo riusciti a fare con Ducati".
Dietro la sponsorizzazione di Alpine, c'è solo un accordo commerciale oppure c'è la possibilità di avere una colaborazione anche tecnica?
"Sicuramente Alpine è un brand importantissimo. Ci darà sicuramente lustro ed è un onore avere a bordo una casa costruttrice così importante. Loro sono impegnati anche in Formula 1, producono delle auto stradali bellissime. Una collaborazione tecnica? Potrebbe essere".
Qualche impressione su Miller e Oliveira?
"In questo momento è ancora presto, ma anche come carattere dei due piloti sono assolutamente contento. Sono due piloti molto professionali e simpatici. Jack è molto estroverso, forse anche un po' al limite su certe cose ma ha una gran voglia di migliorare e fare risultato. Poi è una persona molto carina, è serio e corretto. Miguel è una grandissima persona a modo, sa parlare con i ragazzi del team, ringrazia sempre tutti nel box e sembra che riesca sempre a trovare un equilibrio con le persone che lavorano con lui. Per me è presto per avere dei veri giudizi, ma sono contento di avere due ragazzi come loro nel box, che hanno anche delle esperienze molto diverse e possono aiutare a far crescere la moto".