Tu sei qui

MotoGP, Marini: “L’aerodinamica? Si capisce se funziona già dal giro di uscita”

“La differenza si sente tanto rispetto a prima e la nuova aerodinamica aiuta a far curvare meglio la moto. Abbiamo ancora margine con la carena per il 2025, ma puntiamo a usarla già dalla prossima gara”

MotoGP: Marini: “L’aerodinamica? Si capisce se funziona già dal giro di uscita”

Luca Marini si è rimesso casco e tuta per portare in pista la sua RC213-V in questa giornata di test a Misano, dopo aver saltato il GP di San Marino e della Riviera di Rimini per via della febbre alta. Pur non essendo ancora al meglio della condizione fisica, il marchigiano non poteva perdere l’occasioni di provare le nuove componenti portate in Romagna dalla Honda e ha stretto i denti per poter fornire anche le sue impressioni agli ingegneri.

Sto ancora molto male. Non ho più la febbre, ma sono senza energie. È davvero dura, ma devo provare alcuni elementi importanti per lo sviluppo futuro, quindi è importante essere qui. Proverò a fare qualche run anche nel pomeriggio è poi mi fermerò - ha detto Luca a metà giornata - La cosa importante non è che sia in forma o no, ma che riesca almeno a sentire i cambiamenti apportati alla moto. Che sia veloce oppure no, voglio provare a capire bene la situazione e a fornire i migliori feedback possibile agli ingegneri. Sicuramente Mir e Zarco faranno più giri di me e forniranno più informazioni. Spero faremo gli stessi commenti e seguiremo la stessa direzione e penso andrà così”.

Di tutto il lavoro da svolgere, la cosa più importante per Marini era provare il nuovo pacchetto aerodinamico.

“La nuova aerodinamica è un passo avanti per riuscire a far curvare meglio la moto e mi è piaciuta. Abbiamo diverse specifiche, quindi dobbiamo ancora capire qual è il miglior compromesso ma queste sono cose che possiamo fare anche durante le sessioni” ha spiegato, sottolineando la differenza che può fare un pacchetto aerodinamico: “Da fuori sembra poco, ma guidando si sente tanto la differenza. Anche le alette sulla coda, che sembrano molto piccole, fanno molta differenza. Almeno fino al 2027, molto dello sviluppo delle Case costruttrici sarà sull’aerodinamica, quindi dobbiamo cercare di esse più bravi degli altri per provare a limitare i e risolvere i nostri punti deboli, dove si può, con l’aerodinamica. Perché è facile, economica e ti permette di fare grandi cose se riesci a capirla bene”.

Il pilota Honda ha poi spiegato più nel dettaglio le differenze riscontrate usando le alette sul codone e la nuova carena.

Le alette sulla coda danno più stabilità al posteriore, soprattutto in ingresso nelle curve veloci. Ogni volta che cerchiamo di toglierle va peggio, sia che tratti di quelle verticali che di quelle orizzontali. Dobbiamo tenerle e ritengo che tutti adesso adopereranno quelle sulla coda, perché sono molto d’aiuto - ha affermato - Per quanto riguarda la carena invece, si tratta di un diverso compromesso che ha l’obiettivo di trovare più ‘turning’, perché adesso tutti riescono a curvare tanto grazie all’aerodinamica. Soprattutto le Ducati, che hanno fatto un grande passo avanti rispetto all’anno scorso. Ritengo che i nostri ingegneri abbiano fatto un buon lavoro, anche se abbiamo sicuramente ancora margine per migliorare la carena per il prossimo anno, visto che questo è il nostro primo prototipo con questo tipo di concetto e dopo aver omologato questa avremo finito le omologazioni per quest’anno”. 

Promossa la nuova soluzione, l’obiettivo è quello di adottare la carena già dal prossimo appuntamento qui a Misano

“Ci proviamo, anche se non sappiamo quanti pezzi avremo a disposizione. Magari sarà solo uno per pilota, perché ci vuole un po’ di tempo per produrre i pezzi in Giappone e non eravamo sicuri che la carena fosse perfetta. Invece secondo me possiamo tranquillamente omologarla per la prossima garaha sottolineato Luca, spiegando più nel dettaglio l’impostazione della nuova carena: Adesso le carene sono tutte più grandi, per far sì che la carena arrivi quasi a strisciare quando pieghi al massimo angolo e generi un po’ di effetto suolo. Come si fa nelle auto. Credo che l’Aprilia sia stata la prima a introdurre questo concetto, poi la Ducati l’ha perfezionato e adesso ce l’hanno un po’ tutti. Quest’anno, anche i più grandi aggiornamenti della Yamaha credo siano quelli legati all’aerodinamica, che era il nostro lato più debole fino alla gara scorsa”.

Marini non vuole sbilanciarsi dicendo che questo sia stato il miglior aggiornamento portato dalla Honda, ma riconosce di aver avvertito subito un miglioramento.

“È impossibile stilare una classifica degli aggiornamenti, anche se la cosa migliore per me è stata l’arrivo del motore che stiamo usando adesso. In termini di performance ci può sicuramente dare qualche decimo, ma non basta: se partiamo da 1”7 è dura arrivare sotto al secondo - ha osservato, ammettendo di aver ricevuto immediatamente dei buoni feedback dalla nuova soluzione - Se guardiamo la cosa da questo punto di vista, è vero. Anche se era stato così anche con il motore. Il fatto è che con l’aerodinamica non serve una controprova, perché da come eravamo messi prima ad adesso la differenza si sente tanto. Il pilota può dire già dal giro di uscita se funziona, perché si sente molto. Soprattutto su un circuito veloce”.

Parlando poi di ciò che manca ancora alla Honda, il marchigiano ha spiegato quali sono le aree in cui perde in confronto al suo vecchio compagno di squadra Marco Bezzecchi.

In tutta la fase della frenata, soprattutto perché noi dobbiamo rallentare molto nella prima fase mentre loro possono essere dolci sui freni e frenare la moto quando sono in piega. Poi nel primo momento in cui aprono il gas e rialzano la moto, anche perché hanno più grip e più cavalli” ha concluso, glissando sull’addio di Repsol a fine stagione: “Cosa ne penso? Non so. Non ho niente da dire”.

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy