Negli ultimi giorni il GP dell’India è diventato lo spauracchio dell’intero paddock: fra i dubbi sulle condizioni della pista e il ritardo nell’arrivo dei visti, c’era poco da stare tranquilli. Mano a mano che passano le ore, la situazione si sta normalizzando e tutto sta procedendo più o meno normalmente. Ce lo conferma Davide Tardozzi, team manager di Ducati, già al suo ‘posto di combattimento’ al Buddh International Circuit.
“Devo dire che sono rimasto favorevolmente colpito dal circuito - afferma - Capirossi e Tomé anno fatto un gran lavoro per la sicurezza, la pista è bella e anche l’asfalto mi sembra buono, ho fatto un giro in scooter”.
Quindi il circuito è promosso?
“Stanno ancora rinnovando le strutture dopo tanti anni senza eventi, ma direi che sono già accettabili”.
Per Ducati non c’è stato alcun problema per i visti?
“Fortunatamente no, solo Zarco ha avuto qualche ritardo, ma dovrebbe riuscire a partire oggi. Certo, alcune persone hanno ricevuto il visto all’ultimo momento, alcuni addirittura mentre facevano il check-in, ma sono riusciti tutti a imbarcarsi”.
Quindi il Gran Premio dell’India è fuori pericolo?
“Senza dubbio si farà, le casse con moto e materiale sono già nei box, non vedo grossi problemi. Fuori dal circuito stanno ancora lavorando per mettere a posto le strade, cose così, ma è normale in paesi dove si corre per la prima volta”.
Bagnaia come sta fisicamente?
“Ci siamo sentiti e credo sarà a posto, non avrà grossi problemi alla guida”.
Come ci si prepara a una pista in cui non si è mai corso prima?
“Abbiamo ingegneri che fanno dei calcoli, delle simulazioni, e grazie a quelli sistemiamo la rapportatura del cambio, ipotizziamo dei setup. Questa preparazione alla gara fatta a casa è molto importante, poi una volta in pista metti a punto tutto. Comunque non credo che partiremo tanto ‘scentrati’, ma lo scopriremo venerdì”.
Con la tecnologia è tutto più facile.
“Sicuramente, gli ingegneri analizzano vari informazioni, come la lunghezza dei rettilinei e il raggio delle curve, e questo permette di iniziare a mettere a posto la moto senza mai essere scesi in pista. Una volta - e parlo di tanti anni fa - era molto diverso: arrivai in circuito e lo vedevi per la prima volta, poi c’erano i ‘praticoni’ che paragonavano le curve ad altre che conoscevano e facevano l’assetto. Comunque, non si sbagliavano di tanto (ride)”.
Con il GP dell’India si arriva alla volata finale e sarà molto impegnativa.
“Una finale di stagione con 7 GP su 8 fuori dall’Europa e tutte in 10 settimane significa uno sforzo notevole dal punto di vista tecnico e logistico. Bisogna prepararsi al meglio, soprattutto per noi, che abbiamo 4 team e 8 piloti. Non è facile preparare tutto, avere tutti i ricambi che serviranno, spostare 60 perone per ogni GP. Diciamo che spero che il finale di stagione 2024 sia diverso da questo”.
Sei preoccupato?
“Abbiamo un’organizzazione che funziona benissimo e con molta esperienza. Non c’è nulla che mi preoccupi”.