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Martin, Bagnaia e Marquez in lizza per il trono di spade della MotoGP

La coppia alla guida della Desmosedici GP24 è avvantaggiata, ma da metà campionato in poi diversi outsider, fra cui Marquez, potranno inserirsi. A questo punto il posto vacante scotterà e chi vi siederà sarà il vero e l'unico N°1. A proposito, a chi ha fatto il gesto dell'ombrello Bagnaia a fine gara?


E’ bene iniziare a domandarselo oggi: chi siederà sul trono di spade della MotoGP a fine anno? Ormai, l’unica cosa chiara, mentre siamo a meno di un terzo del campionato, è che la lotta potrebbe essere ristretta fra Martin, Bagnaia e Marquez.

Occasionalmente potrebbe esserci qualche inserimento fra i tre. Pensiamo al giovane Acosta, ancora a caccia della sua prima vittoria; a Espargarò o ad un Vinales redivivo o, perché no?, ad una mossa di orgoglio di Bastianini o Di Giannantonio. Potrebbe esserci anche una gara bagnata con Binder, una levata di scudi di Bezzecchi, anche se non vedo molto in forma la Desmosedici GP23, Marquez a parte.

Insomma, sei Gran Premi hanno pesato quelli che vengono pomposamente definiti (e pompati) come i 22 piloti più veloci del mondo. La realtà, ovviamente, è innanzitutto che per essere veloci e lì davanti al gruppo bisogna avere la moto giusta, e questo è drammaticamente chiaro vedendo le prestazioni dei piloti Honda e Yamaha. Fabio Quartararo, che è uno dei migliori e ha già un titolo sulle spalle, ha chiuso al 9° posto beccando più di 20 secondi dal vincitore. D’altro canto Nakagami, sulla RC213-V è arrivato a +33” davanti a Mir, Zarco e Luca Marini nell’ordine.

Salvo imprevedibili miracoli, dunque e basandosi sulla realtà, possiamo restringere la lotta per il titolo alle due Ducati GP24 ufficiali, con qualche possibile inserimento (leggi vittoria) della GP23 di Marquez in piste a lui particolarmente favorevoli.

Poi, ovviamente, c’è posto per occasionali fiammate dei piloti KTM e Aprilia aggiungendo che mentre la casa di Noale paga un andamento altalenante dei suoi due titolari, Aleix e Maverick, per quanto riguarda quella di Mattighofen l’arrivo di Pedro ha fortemente ridimensionato i due ufficiali. Non parliamo tanto di Jack Miller, che ci sembra perso, ma anche di Brad Binder al punto di doversi domandare quale sia il reale rendimento della RC16.

Alla fine dei giochi infatti, nonostante l’aerodinamica, gli abbassatori e l’elettronica, nel motociclismo per fortuna conta ancora - e tanto - il pilota e le prestazioni di Marc Marquez sono lì a dimostrarlo.

La prima delle GP23 dopo la numero 93 dell’otto volte iridato è quella di Fabio Di Giannantonio, attualmente 9° nel mondiale a -93 punti dalla vetta e -52 da Marc.

OK, stiamo parlando della moto che ha vinto il titolo 2023 con Bagnaia l’anno passato ma non vi dice niente che solo un pilota la stia guidando al livello dei primi? Diamo anche una occhiata ai numeri: Martin, che guida la classifica, negli ultimi tre Gran Premi ha totalizzato 75 punti, Bagnaia 66, Marquez 78.

Quindi in questo momento, dopo averci preso un po’ le misure, pur non dominandola del tutto, l’esperienza e la classe dell’otto volte iridato ha fatto la differenza. Ma nel proseguo del mondiale le due GP24 miglioreranno, ed anche se Marquez potrebbe beneficiare di “quei particolari che non ha perché difficili da gestire per un team privato”, per dirla con Gigi Dall’Igna, rimarrà tecnicamente sempre un passo indietro.

La matematica ci dice però che della partita è ancora Enea Bastianini, e non lo diciamo per amicizia con Carlo Pernat, ma perché è evidente che la Bestia non ha ancora trovato la quadratura del cerchio con la GP24…ma la soluzione è lì dietro l’angolo e quando la avrà scovata, il miglior potenziale dell’ultima nata di Borgo Panigale sarà tutto lì da esplorare.

Diciamo che da metà campionato in poi la situazione si farà più intricata, perché le prestazioni degli outsider potrebbero contare a favore o contro i due maggiori candidati, Pecco e Jorge.

A questo punto della storia diamo per scontato che Ducati non si vorrà privare di nessuno dei tre protagonisti di questo inizio di mondiale, promuovendo Martinator in rosso e cercando di convincere Marc ad accettare l’offerta di Pramac, ovviamente forse e probabilmente, con un trattamento ancora più ufficiale. Ma questa è solo una supposizione di quella che sarebbe la soluzione più semplice.

Il dubbio da chiarire, in quel di Borgo Panigale, se Marquez non accettasse, è di chi la Ducati potrebbe fare a meno senza rischiare troppo di essere bastonata dall’esiliato. D’altro canto un Marquez in Pramac rappresenterebbe un rischio molto alto per gli sponsor del team bolognese. Insomma, ti trovi fra le mani il pilota con più valore dell’intero campionato e lo regali a Pramac? Voi chi sponsorizzereste se foste al posto degli investitori, quale dei due team?

Abbiamo come l’impressione, a questo punto della storia, che uno degli uomini chiave del problema potrebbe essere proprio Mauro Grassilli, il nuovo direttore sportivo. Il suo precedente incarico era infatti proprio la gestione degli sponsor. E dubitiamo che la decisione verrà presa senza ascoltare il suo parere o, magari, anche di qualcuno più in sù.

Mauro ci ha promesso ‘effetti speciali’, e secondo me nel 2025, vedremo un avvicinamento delle due compagini. Sempre che, ovviamente, Paolino Campinoti non accetti il bacio della morte e fugga con Yamaha. Possibile, ma non probabile.

A proposito, non sottovalutiamo, nell’ottica della decisione che Ducati dovrà prendere da qui ad una settimana, l’alternativa che hanno sia Martin che Marquez di firmare per KTM. Sono entrambi piloti Red Bull.

Ducati ha in mano un bel tris, ma potrebbe aprire il 2025 con solo una doppia coppia.

A proposito, a chi ha fatto il gesto dell'ombrello Pecco Bagnaia? Alla curva o ai marshal che festeggiavano Marquez? Decisamente inatteso da lui, ma ci stà, ci piace!

 

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