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SBK, Redding deluso: “A BMW interessa più vendere moto che vincere il Mondiale”

I test hanno lasciato l'amaro in bocca a Scott: “Potenzialmente ho ancora tre anni di contratto. Mi aspettavo più potenziale di quello che abbiamo in realtà, ma la M 1000 RR è sostanzialmente la stessa di prima. Un po' come dare una lucidata a una moto da cross”

SBK: Redding deluso: “A BMW interessa più vendere moto che vincere il Mondiale”

La due giorni di test a Jerez ha assunto i contorni di una doccia gelata per Scott Redding, bruscamente riportato alla realtà dall’amara presa di coscienza che il grosso passo avanti promesso dalla nuova BMW M 1000 RR va poco più in là di una nuova veste aerodinamica.

“Il fatto è che dalle immagini sembra davvero spettacolare, ma all’interno la moto è rimasta praticamente identica. È come dare una lucidata a una moto da cross: sembra bella e pulita, ma è sempre la stessa moto. Il problema è che hai delle grosse aspettative, ma la realtà non le rispecchia - ha ammesso mestamente il 30enne britannico - Un po’ ci ha aiutato con la velocità e con le temperature, ma non c’è pura performance in termini di accelerazione, in frenata o nella gestione della moto. Il motore è lo stesso e anche il telaio”.

Ancora problemi nella gestione della potenza?

Non proprio. L’anno scorso avevamo lavorato molto bene con l’elettronica. Avevamo lavorato tantissimo e abbiamo fatto un ottimo lavoro rispetto al motore che avevamo. È ancora più aggressivo degli altri, ma nulla che non possa gestire o con cui non possa correre. Per me il problema più grande non è questo, è che la moto scivola in uscita di curva e se ti succede in tre o quattro curve perdi un sacco”, ha spiegato.

Un potenziale difficile da incrementare, poiché la BMW preferisce lavorare secondo i propri canoni piuttosto che fare come le altre squadre, che sul fronte dell’elettronica, ad esempio, si affidano all’esperienza di Magneti Marelli. 

“Non penso che l’elettronica che abbiamo sia così male, ma ci sono degli interrogativi e credo che se usassimo la stessa degli altri ce ne scorderemmo. Ora che abbiamo i freni Brembo non ho più nulla di cui lamentarmi - ha chiosato Scott - Il nostro sistema è molto complesso, forse troppo per il nostro stesso bene. Di più non vuol dire sempre meglio. Nelle corse bisogna essere semplici ed efficaci. Così possiamo gareggiare, ma ti ci vuole magari tutto il fine settimana per sistemare tutto e poi arriva la gara successiva. Funziona bene, ma è molto complicato e porta via tempo”. 

In BMW poche cose sembrano essere semplici: “Ci sono cose che sono diverse qua e mi chiedo perché. Anche in Ducati facevano delle cose differenti, ma alla fine funzionavano. Mentre qui è come se a volte cercassimo di reinventare la ruota. Non siamo davanti, dovremmo cercare di mantenere tutto il più semplice possibile, il più possibile a livello degli altri, e concentrarci su un paio di punti. Invece, abbiamo un’elettronica diversa; prima avevamo dei freni diversi; una frizione diversa; dei collegamenti diversi; tante cose differenti che sollevano delle perplessità: Sarà questo? Sarà quello? Se le cose fossero le stesse che usano gli altri, il campo delle possibilità si restringerebbe”.

Una strategia difficile da comprendere, anche per lo stesso pilota inglese. 

“Ho firmato il contratto perché volevo vincere e mi hanno detto che avrebbero fatto ciò che volevo per vincere. E hanno fatto dei cambiamenti. La forcella e i freni sono cambiati, ma ci sono cose che non cambieranno mai e bisogna accettarlo. Ma non so perché - ha ammesso - Forse è più una questione di marketing. Io voglio vincere il campionato e anche loro vogliono vincere, ma forse vendere le moto interessa loro di più che conquistare il Mondiale”.

La strada sembra essere lunga e tortuosa ma, con altri tre anni di contratto firmato, non manca il tempo per provare a sistemare le cose. “Altri potenziali tre anni” ci ha tenuto a sottolineare Redding, che pur provando a mettere le cose in prospettiva, non sembra vedere davanti a sé un roseo futuro. Almeno a breve termine.

“Quel che abbiamo adesso è ciò con cui correremo. Anche l’anno scorso qui facevamo schifo, era stato uno dei posti peggiori per noi insieme ad Aragon, quindi devo prendere tutto con le pinze. Non siamo messi bene, ma non è nemmeno così terribile come l’anno scorso, quindi a Portimao dovremo concentrarci di più sulla messa a punto del pacchetto. Vedremo a che punto siamo e poi cominceremo la stagione, e dovremo prenderla gara per gara come l’anno passato - ha aggiunto Redding - Mi aspettavo più potenziale di quello che abbiamo in realtà, ma vedremo se in gare diverse, su circuiti diversi, riusciremo a trovare qualcosa in quest’area”.

Non tutto è perduto ma il 2023 sembra farsi in salita, sebbene manchino ancora i test a Portimao e Phillip Island, prima del primo Round in Australia.

Mi auguro che potremo aspettarci un punto di partenza migliore a Phillip Island, ma il fatto è che tutti avranno più tempo. Mi sento meglio quando abbiamo poco tempo a disposizione piuttosto che due giorni, perché sento che gli altri possono cercare di estrarre più potenziale dal loro pacchetto - ha chiosato Scott - Le BMW girano sempre sugli stessi tempi anche con le gomme nuove e dobbiamo capire come mai. Non voglio cominciare la stagione dicendo che non siamo messi bene, perché so che questo non è un gran posto per noi. Vedremo a Phillip Island”. 


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