Dici Mugello e pensi al GP di Italia. Quei 5 chilometri abbondanti di asfalto che scivolano tra le colline della toscana sono il paradiso per qualsiasi motociclista, soprattutto per quelli italiani. Il circuito di Scarperia è entrato nel calendario del motomondiale nel 1976 (quando la gara si chiamava Gran Premio delle Nazioni) e il primo a vincere su quelle curve nella classe regina fu Barry Sheene. In quegli anni il Mugello non era tappa fissa del Circus, nel 1978 tornò e a imporsi fu Kenny Roberts, poi Freddie Spencer nel 1985, poi Schwantz nel 1992, prima della cinquina di Mick Doohan dal 1994, seguito da Alex Criville nel 1999.
Il preambolo storico serve a dire che per vedere il primo pilota italiano festeggiare sul gradino più alto del podio al Mugello si deve aspettare fino al nuovo millennio quando, nel 2000, Loris Capirossi in 500 vinse dopo una battaglia all’ultimo sorpasso (e caduta) contro Valentino Rossi e Max Biaggi.
Da lì in poi, la situazione si sbloccò per gli azzurri, o meglio per il Dottore, che fu imbattibile per 7 anni consecutivi: dal 2002 al 2008 (quando fu festa grande con Simone Corsi vittorioso i 125 e Marco Simoncelli in 250). Dopo quella sbornia di successi, il vento cambiò nuovamente e in MotoGP gli azzurri non riuscirono più a imporsi.
A rompere il tabù, nel 2017 ci pensò Andrea Dovizioso: pilota italiano su moto italiana e tripletta nelle tre classi con Andrea Migno e Mattia Pasini primi in Moto3 e Moto2. Dopo il Dovi, fu Danilo Petrucci a ripetere l’impresa, nel 2019, anno della sfida (vinta) dal ternato contro Andrea e Marc Marquez.
E oggi? Alla vigilia del GP del Mugello, i tifosi italiani possono ben sperare, anche se i due più forti portacolori della MotoGP non sono mai stati profeti in patria. Parliamo logicamente di Bastianini e Bagnaia, entrambi già vincenti in questa stagione. Enea al Mugello non è mai salito sul podi in nessuna classe e il suo migliore risultato è un 5° posto, in Moto3 nel 2015, alla sua seconda stagione. Poi qualche piazzamento e nulla più. Fino ad arrivare al disastro dello scorso anno, quando alla fine del giro di allineamento tamponò Zarco e non poté nemmeno prendere il via.
“Nonostante mi trovi benissimo al Mugello, non ho ancora avuto il piacere di salire sul podio. Chissà che quest’anno sia la volta buona” incrocia le dita il pilota del team Gresini. Senza dubbio le premesse ci sono tutte: la Bestia di Rimini arriva da una vittoria a Le Mans, la terza in 7 gare, nessuno è riuscito a fare meglio di lui. La GP21 è diventata un guanto per lui e, se c’è un momento buono per scacciare la maledizione, è questo.
Anche Bagnaia al Mugello ha raccolto poco, un solo podio nel 2016, 3° quando correva ancora in Moto3 con la Mahindra. Perfino nell’anno del titolo in Moto2 si dovette accontentare della medaglia di legno.
Discorso diverso lo scorso anno, quando sfiorò la pole position, scattò al comando ma cadde al 2° giro. Era il GP della tragica scomparsa di Dupasquier e Pecco non riuscì a trovare la concentrazione giusta.
Fra pochi giorni ci sarà un’altra pagina da scrivere e Bastianini e Bagnaia potrebbero mettere la firma in calce. Ma non solo loro, perché Morbidelli ha tutto per essere un protagonista della MotoGP, Marini ha dimostrato di essere veloce, Dovizioso ha grande esperienza, i debuttanti Bezzecchi e Di Giannantonio sono pronti a sorprendere. L’effetto campo potrebbe fare il resto.