La prima uscita dell’anno è sempre un punto cruciale, può togliere i dubbi che hanno accompagnato l’inverno oppure confermarli e rendere la salita ripida. Gli ultimi test in Spagna prima della pausa invernale avevano in parte rassicurato Valentino, ma Yamaha ha continuato a lavorare sulla M1. Quella scesa in pista oggi è la ‘vera’ moto 2020, non il prototipo visto lo scorso anno.
Un segno che a Iwata stanno facendo dando il massimo e le tante moto nei box di Rossi e Vinales (3 a testa per le comparazioni) ne sono una dimostrazione.
“Dalla scorsa estate sono cambiate un po’ di cose e ora stanno lavorando nella direzione giusta, si stanno impegnando - conferma il Dottore - So che ci vorrà un po’ di tempo, ma secondo me la Yamaha ha un grandissimo potenziale e se mette il progetto MotoGP come priorità ha tutto il potenziale per farcela”.
È un inizio di anno completamente diverso dagli ultimi?
“Il 2017 e il 2018 sono stati difficili, soprattutto era difficile venire a parlare con voi giornalisti (ride). La mia impressione è che ora la MotoGP sia importante per Yamaha, negli ultimi due anni lo era stata un po’ meno. Questo è poi positivo, poi vedremo i risultati”.
Oggi com’è andata?
“La pioggia ha complicato un po’ il lavoro e non siamo riusciti a portare a termine tutto il programma, ma sono comunque riuscito a fare una cinquantina di giri. I miei tempi e la posizione in classifica non sono fantastici ma siamo riusciti a lavorare bene sulla M1 2020”.
Qual è stata la prima impressione?
“Il primo contatto è stato positivo, ma dobbiamo ancora lavorare perché ci sono degli aspetti migliori e altri peggiori rispetto alla moto 2019. In generale, sono contento di questa prima giornata e delle sensazioni che ho avuto”.
Qual è il piano di lavoro?
“Prima di tutto bisogna capire la nuova moto perché è leggermente diversa da guidare. Sotto alcuni punti di vista abbiamo margine di miglioramento, mentre in altri aspetti siamo già a un buon livello. È normale quando una moto è nuova, hai bisogno di tempo e chilometri per conoscerne a fondo il potenziale e poi sfruttarlo”.
È cambiata molto dalla M1 che provasti a Jerez a fine novembre?
“Quello era un primo prototipo, mentre questa moto è nuova, è quella che userò quest’anno. Rispetto a quella provata l’anno scorso, ci sono differenze sia nel motore sia nel telaio. Sinceramente, le mie sensazioni sono molto diverse da quelle che avevo avuto nei test di Jerez e Valencia, penso anche perché questa pista è molto più veloce e larga”.
Ora la potenza del motore è sufficiente per vedersela con la migliore concorrenza?
“Sembra che siamo più veloci in rettilineo, ma è un po’ troppo presto per dirlo. Il gap è diminuito, ma dobbiamo continuare a lavorare su questo punto”.
I piloti Petronas non hanno perso il vizio di stare davanti…
“Sono andati forte, il team lavora bene, Quartararo è andato forte ma anche Franco non è andato male. Fare primo e secondo non è male”.
Come sta andando il lavoro con David Munoz, il tuo nuovo capotecnico?
“Mi sento bene con lui perché ha studiato molto nell’inverno ed è arrivato qui abbastanza preparato. Lavoriamo bene insieme e dovremo usare questi 6 giorni di test anche per arrivare pronti sotto questo punto di vista alla prima gara”.
Cosa pensi della nuova gomma Michelin?
“È un passo in avanti, garantisce maggiore grip come avevo già visto l’anno scorso. Sembra che vada bene per tutti, infatti i tempi sono stati già veloci, a me piace”.