Gigi Dall’Igna è uno degli uomini simbolo dell MotoGP degli ultimi anni, quello che ha portato la Ducati dalla crisi al dominio attuale. L’ingegnere veneto ha parlato dei recenti successi e del futuro prossimo in un’intervista rilasciata ai colleghi di Motorsport, partendo proprio dal monopolio rosso nella classe regina.
“Per me l’importante è vincere, non stravincere. Di solito, quando uno stravince diventa antipatico, quindi lavoro per continuare a vincere. Poi, qualche volta capita che si esageri un po’ - ha scherzato - L’obiettivo non è quello di fare ogni anno di più, ma di vincere”.
Dall’Igna e i suoi uomini hanno rivoluzionato la MotoGP nel recente passato da un punto di vista tecnico. Due sono state le intuizioni più importanti: “la parte aerodinamica che ha fatto cambiare completamente direzione allo sviluppo della moto, ma anche l’abbassatore è stata un’ottima idea”. Di cui Gigi ha spiegato la genesi: “ci eravamo accorti che il tempo in cui le prestazioni della moto erano determinate solamente dalle prestazioni del motore era veramente molto, molto basso perché la moto tendeva a impennarsi. Avevamo cercato di fare un sistema completamento automatico per la regolazione del baricentro, ma era molto complicato realizzarlo e allora ho pensato che il pilota sarebbe potuto intervenire per semplificare il sistema”.
Gli altri costruttori si sono dovuti adattare e hanno spesso portato via tecnici di primo livello a Borgo Panigale, da Sterlacchini a Bartolini. La Rossa, però, non ne è uscita indebolita.
“Io credo che il livello generale di cultura di tutto il team debba essere il più alto possibile, per questo faccio partecipare alle riunioni tecniche sul motore, ad esempio, anche chi si occupa di elettronica o telaio e vale lo stesso per tutti gli altri ambiti. Cerco di diffondere all’interno di tutta la struttura la conoscenza e, se possibile, aumentarla. In questo modo, abbiamo sempre persone che imparano e che possono prendere il posto di chi va via. C’è sempre un ricambio e Ducati non ha mai preso tecnici all’esterno” ha spiegato il suo metodo Dall’Igna.
Per sviluppare la GP25 potrà contare su Bagnaia e Marquez. Non teme che i due si facciano qualche ‘dispetto’ per avvantaggiarsi?
“Ho sempre tenuto in considerazione quello che dicono i piloti, ma la scelta di cosa fare sulla moto è dei tecnici - la risposta del direttore generale - Anche in passato abbiamo fatto scelte diverse pilota per pilota, per esempio a inizio stagione Pecco aveva una carenatura diversa da quella di Martin e questo ci ha permesso di capire delle cose e unificare a metà stagione l’aerodinamica. Continueremo a fare così, non sarà un problema se un pilota prenderà una decisione diversa da un altro”.
L’ultima domanda è sul paragone fra Gigi Dall’Igna e Adrian Newey.
“Secondo me le cose sono un po’ diverse, Newey è prevalentemente un tecnico, mentre io prendo anche altre decisione, sui piloti, sui team. Mi penso più come un manager che come un vero e proprio tecnico, il mio è un lavoro più generale” ha chiosato l’ingegnere.