Gli alieni sono sbarcati a Jerez: Toprak Razgatlioglu e la BMW hanno portato a compimento una stagione “extraterrestre”, conquistando il titolo di Campioni del Mondo nella prima gara in Andalusia. ultimo Round della stagione. Un traguardo celebrato per l’appunto con l’immancabile tuta dorata, indossata per l’occasione in un piccolo ufo “atterrato” a bordo pista.
“In un post su Instagram, qualcuno aveva scritto che ero un alieno dopo le tante vittorie con BMW, per questo abbiamo usato la maschera da alieno. Mi sono divertito e spero l’abbiamo fatto tutti - ha detto Toprak spiegando il perché del siparietto - Come mai mi c’è voluto così tanto a cambiare la tuta? Perché è nuova e lo spazio in cui ero era piccolo. Abbiamo lavorato all’ufo per tre o quattro giorni, non è stata una cosa fatta in maniera professionale, ma solo per divertirci”.
Celebrazioni completate con un bel burnout in pit lane.
“Penso che il responsabile Pirelli sia contento, ma non il mio elettronico perché non fa bene al motore - ha commentato ridendo - Però va bene così, perché siamo Campioni del Mondo. Ho fatto un bel burnout questa volta e questi sono dei bei ricordi per BMW”.
Qullo messo a segno quest’anno è un titolo importante per il 28enne, già Campione nel 2021 con la Yamaha.
“Tutti i titoli Mondiali sono molto speciali. Con la Yamaha siamo diventati Campioni del Mondo 12 anni dopo il titolo che avevano conquistato con Ben Spies, mentre BMW non aveva mai vinto un Mondiale prima. Ora ce l’abbiamo fatta: loro hanno conquistato il primo titolo e io il secondo. È formidabile, sono veramente contento e per me è anche speciale il fatto che BMW abbia vinto il suo primo titolo con me - ha sottolineato Razgatlioglu - A chi dedico il titolo? A me stesso. Il primo era per mio padre, questo è per me, magari un altro sarà per mio fratello”.
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Toprak sa cosa ci è voluto per portare a casa questo risultato, ma per lui è ancora troppo presto per definire la portata di questo Mondiale.
“Penso sia presto per parlarne, perché se non dovessi avere grossi incidenti potrei avere altri 10 anni davanti a me. Magari potrei vincere altri titoli in carriera, anche con altre Case in futuro, ma staremo a vedere - ha commentato - Sto ancora pensando alle altre Case, magari potrei andare in MotoGP. Non saprei. L’anno prossimo sarò ancora con BMW e potrei anche continuare con loro. Non so, però sto pensando di cambiare ancora marchio in futuro”.
Quel che è certo è che il turco nel 2025 farà sfoggio del numero 1 sulla sua M 1000 RR.
“Sì, perché BMW se lo merita - ha confermato - Hanno vinto il titolo dopo tanti anni e se lo meritano. Ho usato il numero 1 con Yamaha, quindi perché non farlo anche con BMW? Sono tutti molto felici in questo momento. Avevo detto che non era una buona idea quando l’avevo sulla moto? Di solito sì, ma non ci sono problemi per BMW. Non mi piace molto, ma lo userò per loro”.
Tanti, del resto, sono stati gli sforzi profusi dalla Casa di Monaco per centrare questo traguardo.
“Ci siamo concentrati sul freno motore, soprattutto nei primi test. Nel primo test sono caduto perché funzionava in maniera strana, poi però ci siamo concentrati su questo aspetto, l’abbiamo migliorato e ora sono davvero contento del freno motore. Però dobbiamo ancora migliorare il grip e il controllo di trazione. Penso che questa moto farà un grosso passo avanti l’anno prossimo se riusciremo a migliorare questi due aspetti - ha affermato Razgatlioglu - Quest’anno non sapevo quale fosse il vero livello, ma quando ho cominciato a vincere in Europa ho capito che iniziavo a crederci di più, perché prima avevo giusto vinto qualche gara e ottenuto qualche podio, ma poi abbiamo cominciato una serie di vittorie e ora siamo Campioni del Mondo ed è incredibile”.
Una cavalcata verso il titolo che ha rischiato di infrangersi contro il muretto all’interno della Curva 15 di Magny-Cours.
“Quando sono arrivato in BMW in tanti parlavano della mia carriera, ma dopo qualche vittoria hanno iniziato a capire il mio potenziale. Qualcuno pensava che BMW avesse fatto una moto speciale per me, ma non è vero, perché i piloti dei team ROKiT e Bonovo guidano tutti la stessa moto. Non ho passato 3 o 4 settimane facili dopo l’infortunio, perché pensavo a rientrare molto rapidamente. Non sono tornato a casa, ma sono rimasto in Europa. Avevo una bassa motivazione perché non potevo allenarmi e se non fossi rientrato ad Aragon non saremmo qui a parlare adesso. Lì ho fatto davvero un buon weekend e ho ricominciato a crederci di più” ha raccontato il pilota turco, ripercorrendo quanto successo in quest’ultimo mese.
“Senza l’incidente in Francia, forse la lotta al titolo sarebbe finita tre fine settimana prima, ma la caduta ha distrutto tutto e da quel momento in poi continuavo a pensare al titolo e a preparare una strategia. Soprattutto per Aragon, che era la mia ultima occasione - ha continuato - Se fossi caduto ancora sarebbe stato un bel problema, quindi ho cercato di stare calmo. Tranne in Gara 2, dove pensavo solo a battere Bautista e vincere. Alla fine ho chiuso secondo, ma erano comunque punti importanti e in Portogallo, dopo aver vinto, sapevo di essere tornato. Qui avevo soltanto bisogno di chiudere tra i primi tre, ma ho spinto tanto all’inizio, per assicurarmi la seconda posizione, perché sapevo che Bulega era molto forte. Però poi, in gara, ho sentito delle vibrazioni ed ero preoccupato perché erano come quelle che avevo avvertito l’anno scorso a Most prima della caduta, quindi ho chiuso il gas. Domani mi divertirò. Ora che è tutto finito sono libero di cadere, quindi potrò spingere per chiudere in una buona posizione”.