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MotoGP, Dalla Moto GP alla Formula 1: chi ci ha provato e chi è riuscito

L'imminenza della partenza del mondiale di Formula 1 ci fa ricordare i piloti di moto che nel recente passato sono stati tentati: Biaggi e Rossi soprattutto, ma anche Lorenzo e Marquez. Tuttavia gli unici a provarci (con successo) veramente sono stati John Surtees e Mike Hailwood

MotoGP: Dalla Moto GP alla Formula 1: chi ci ha provato e chi è riuscito

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Gli appassionati degli sport motoristici si dividono da sempre in due categorie: chi preferisce la MotoGP e chi preferisce la Formula Uno. Nonostante una contrapposizione spesso netta, anche laddove preferisca uno sport all’altro larga parte degli appassionati non ritiene scadente quello meno apprezzato. Un approccio condivisibile: non solo, infatti, permette di apprezzare senza inutili rivalità le due massime espressioni motoristiche su due e quattro ruote, ma è anche l’atteggiamento di numerosi piloti che spesso hanno mostrato più di un educato interesse per la disciplina “rivale”. Diversi piloti motociclistici si sono approcciati, professionalmente o per diletto, alle quattro ruote: quella che potrebbe sembrare una vera e propria scommessa, un concetto particolarmente legato agli eventi sportivi motoristici e non, si è rivelata in alcuni casi qualcosa di molto simile a una vocazione.

Il primo nome a venire in mente non può che essere quello di Valentino Rossi: il 9 volte iridato, ritiratosi nel corso del 2021, nel corso della sua lunga carriera ha scritto pagine indelebili del motociclismo. Il suo interesse per i motori non si è mai limitato alle moto: oltre ad aver partecipato ad alcuni rally, nella seconda metà degli anni 2000 fece scalpore la notizia del suo coinvolgimento in test con la Ferrari. Se ufficialmente si trattava di mere attività ricreative, venne poi fuori che esisteva la reale possibilità di un passaggio di Rossi dalle due alle quattro ruote: la Ferrari aveva veramente un piano in tal senso e i tempi dei test erano promettenti, ma alla fine il pilota decise di continuare la sua esperienza sulle moto. Cosa che non gli impedì, nel 2019, di guidare a Valencia la Mercedes di Lewis Hamilton: per l’occasione uno scambio alla pari, visto l’approccio dell’inglese con la moto numero 46, ma indicativo dell’interesse di Rossi per la Formula Uno.

Altro approccio con la Ferrari è stato quello dello storico rivale di Rossi, contrapposto a quest’ultimo soprattutto nei primi 2000: Max Biaggi. Il pilota romano, con una carriera in MotoGP fra Yamaha e Honda prima del passaggio alla Superbike, nel 1999 svolse dei test con la Ferrari: frutto di una promessa di Montezemolo, i tempi registrati si rivelarono interessanti. Ma, come ha rivelato la sua carriera, non abbastanza per distogliere l’attenzione di Biaggi dal mondo delle due ruote.

Approcci alla Formula Uno sono stati fatti anche da altri due recenti protagonisti del Motomondiale: gli spagnoli Jorge Lorenzo e Marc Márquez. Il primo, ritiratosi nel 2019, ha svolto alcuni giri con la Mercedes nel 2016, mentre Márquez ha guidato una Red Bull nel 2012, grazie anche a comuni sponsorizzazioni. Entrambi hanno rilasciato dichiarazioni simili: nonostante i tempi di tutto rispetto per esordienti, e l’entusiasmo per l’esperienza, gli spagnoli hanno rilevato come si trattasse di semplice divertimento. Se da un lato volevano evitare qualsiasi possibile speculazione, dall’altro Márquez rilevò come la diversa visione periferica tra i due mezzi gli rendesse complicato passare dall’uno all’altro.

Una considerazione che aiuta a capire perchégli unici piloti ad aver perfezionato tale passaggiol’abbiano fatto in anni ormai lontani: tempi in cui le innovazioni tecnologiche erano sicuramente meno incisivenel differenziare le due massime espressioni motoristiche. Il primo è John Surtees, capace di vincere entrambi i campionati: il Motomondiale negli anni ’50, per ben sette volte, mentre in Formula Uno nel 1964 al volante di una Ferrari.Il secondo esempio è di poco successivo: si tratta di Mike Hailwood, leggenda del motociclismo britannico. Dopo aver corso su due ruote dal 1958 al 1968, vincendo ben 9 titoli mondiali, passò alla Formula Uno negli anni ’70, pilota della scuderia fondata proprio da John Surtees: ottenne alcuni risultati di pregio, come un quarto e un secondo posto nei GP d’Italia del 1971 e 1972. Entrambi i piloti dimostrarono di essere abbastanza versatili da guidare con successo due mezzi così diversi: sebbene i diversi risultati ottenuti mettano in luce che, nel corso di un decennio, le differenze tra i due si erano acuite, il semplice fatto di aver partecipato a entrambi i campionati consegna i due piloti inglesi alla storia del motorsport.

 

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