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SBK, Gardner: “La Yamaha mi è piaciuta molto, ma me l’aspettavo più potente”

“La R1 mi è sembrata semplice da guidare e ben bilanciata. Ho tanto da fare e da apprendere, ma l’obiettivo è quello di salire sul podio. E se in Superbike dovessi divertirmi da matti, magari potrei restarci”

SBK: Gardner: “La Yamaha mi è piaciuta molto, ma me l’aspettavo più potente”

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Dopo una sfortunata stagione in MotoGP con la KTM, Remy Gardner è pronto a voltare pagina e a tornare a divertirsi, in sella alla Yamaha R1 del team GRT. Quella in Superbike sarà un’avventura completamente nuova per il giovane australiano che, oltre a doversi ambientare nel nuovo campionato, dovrà abituarsi a un nuovo format; nuovi circuiti; una nuova squadra e una moto che, finora, ha avuto modo di saggiare solo sul bagnato. Tante incognite che non spaventano il figlio d’arte che, nella lunga chiacchierata che vi abbiamo anticipato, ci ha parlato in esclusiva delle sue aspettative per il 2023 e delle prime impressioni sulla R1.

Hai provato per la prima volta la Yamaha a Jerez il mese scorso. Anche se il meteo non era dei migliori, cosa ci racconti del test e della tua nuova moto?
“È stato un peccato per il meteo. Ha piovuto per due giorni e anche quando smetteva le condizioni erano davvero pessime. Abbiamo svolto comunque una giornata e mezza di test sul bagnato, perché era lo stesso una buona occasione per iniziare a lavorare. Sinceramente è stato un test molto positivo per me e mi sono sentito davvero benvoluto. Anche sul bagnato le Pirelli si sono dimostrate subito molto diverse dalle Michelin. Abbiamo iniziato per gradi, migliorando la moto in ogni giornata e iniziando a conoscerci un po’ meglio con i ragazzi del team e alla fine del secondo giorno eravamo già abbastanza veloci. La moto è molto semplice da guidare e mi sono divertito molto”. 

Avete detto tutti che la R1 è una moto semplice da guidare. Pensi che sarà facile adattarsi o dovrai cambiare il tuo stile di guida?
“La prima impressione che ho avuto è che è una moto piuttosto semplice. Non avevo mai guidato una R1 prima, ma mi è piaciuto molto. È una moto molto neutra, ben bilanciata e l’anteriore è fantastico anche sul bagnato. Spero di riuscire ad adattarmici abbastanza in fretta e a essere subito veloce”.

Gerloff ha detto che il segreto per essere competitivi con questa Yamaha è quello di guidare come Toprak. Pur essendoci salito una volta sola, tu che idea ti sei fatto? 
“Sinceramente non saprei, non avendola potuta provare sull’asciutto. Guidandola come ho fatto sul bagnato non mi è sembrata male e con un giorno in più di test forse mi sarei potuto avvicinare al passo di Toprak. Non so, bisognerà vedere nei prossimi test a Jerez, sperando di girare sull’asciutto”.

Quali sono le principali differenze che hai riscontrato tra una MotoGP e una Superbike?
“La potenza. La Superbike è molto meno potente. A essere onesto, mi aspettavo che la moto avesse un pochino più potenza, ma il fatto che sia un po’ più lenta ti permette di avere più fiducia. Anche l’elettronica non è così marcata e complicata come in MotoGP e per me non è certo un male. Il fatto di avere in pugno la moto mi è piaciuto molto già nei test”.

Pensi possa essere un problema il fatto che tu e Aegerter siete entrambi due rookie?
“L’ideale sarebbe stato sicuramente avere qualcuno che avesse già corso in Superbike. Avere delle informazioni e dell’esperienza in più avrebbe reso tutto più semplice, ma la Yamaha ha anche altri due team e possiamo avere i dati di Toprak e Andrea Locatelli, quindi non penso sarà un problema”.

Hai già avuto modo di parlare con loro?
“Con i piloti ancora no, ma ho parlato con Andrew Pitt e Paul Denning, perché abbiamo condiviso l’hospitality durante i test. Abbiamo parlato del se-up ed è stato bello sapere di avere praticamente gli stessi loro problemi sul bagnato”.

Che aspettative hai per questo campionato?
“L’obiettivo è quello di riuscire a salire sul podio. Più di una volta, magari. C’è tanto lavoro da fare e tante cose da capire, come le gomme. In più le gare della SBK sono molto toste. C’è tanto da fare, ma lavoreremo passo dopo passo e il primo test è già stato promettente, anche se era sul bagnato. Non vedo l’ora di provare la moto sull’asciutto e vedere come va”.

Cosa ne pensi dei tuoi avversari?
“Non sono ancora i miei avversari (ride). Bautista è di un altro livello al momento, certamente anche grazie alla Ducati. Rea con la Kawasaki è ancora veloce e Toprak guida in maniera fantastica, con le sue frenate al limite. Saranno sicuramente degli avversari tosti e avrò molto da imparare da loro, che conoscono la categoria certamente meglio di me. Dovrò farmi furbo e apprendere”.

Come pensi sarà affrontare tre gare a weekend invece che una?
“Il format della Superbike è sicuramente un’altra cosa a cui mi devo abituare. Avremo la gara sprint e, ovviamente, le due gare lunghe e non so come sarà dal punto di vista fisico. Forse sarà dura, magari no, ma sicuramente sarà complicato perché avendo corso nel panorama della MotoGP per gli ultimi 6/7 anni, mi dovrò adattare a questo cambiamento”.

Guardando il calendario, ci sono alcuni circuiti che non conosci, ma anche altri dove hai già corso. Su quali pensi di poter essere più competitivo?
“Ho solo due tracciati da scoprire: Magny-Cours e San Juan, perché a Most ho già girato. Ho svolto un test in Moto2 nel 2016 e mi piace, è una bella pista. A Phillip Island sarei potuto andar bene, ma il problema è che è la prima gara e arriverò con pochissima esperienza. Sarebbe stato bello se fosse stata l’ultima. Ad Assen e al Montmeló dovrei essere abbastanza veloce e anche a Misano. Ci sono un po’ di buone piste”.

Cosa ti ha spinto a scegliere la Yamaha al posto della Ducati?
“La Yamaha, a quel punto, mi aveva veramente messo davanti un contratto e voleva puntare su di me. In quel momento, io non ero in un’ottima posizione. Non avevo molte altre valide opzioni e i posti buoni stavano finendo. C’era un interesse di Ducati, ma non era così concreto come con Yamaha e c’era la possibilità che sarei stato riposizionato nel team satellite. Onestamente, dopo quello che ho passato lo scorso anno, come sono stato trattato, è stato bello vedere il rappresentante di un team factory che mi fa: ‘Vogliamo te. Questo è il contratto. Rendiamolo realtà’. È bello sentirsi voluti ed è anche una grande azienda, con un’ottima struttura in SBK. Spero che lo sviluppo che stanno facendo sul motore per la MotoGP ci possa aiutare in futuro. Avevo una mezza di sensazione e ho deciso di assecondarla, anche perché stavo finendo le opzioni e non volevo rischiare la mia carriera”. 

Hai parlato con tuo padre di questa scelta di correre in Superbike? Ti ha dato consigli a riguardo?
“No, no”.

Quanto è stato complesso affrontare il 2022 in KTM, considerando che alla fine dell’anno ti sei trovato in una posizione simile a quella che aveva vissuto anche Petrucci?
“È stato un anno molto difficile e sono felice che sia finito. Io ho cercato di fare del mio meglio, chiedendo tra l’altro che alcune cose cambiassero, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Forse ero io il problema ai loro occhi. È stato un finale triste, ma questa è la vita e ora mi aspettano cose più grandi e più belle”.

Credi che ti saresti meritato un’altra opportunità in MotoGP, magari con un’altra moto?
“Sicuramente penso che me lo sarei meritato, ma credo che tutti i piloti siano un po’ egoisti. Probabilmente mi sarei meritato un altro anno e se mi avessero presentato un contratto avrei firmato perché volevo fare un’altra stagione in MotoGP, ma non sarei stato molto felice. Avrei comunque dato il 100% perché l’ho sempre fatto, cerco sempre di fare il massimo, ma forse mi hanno fatto un favore”.

Anche Petrucci sbarcherà in SBK il prossimo anno. Credi che il suo arrivo possa alzare ulteriormente il livello del campionato?
“Certamente Petrucci è un pilota molto veloce. Lo ha dimostrato nel MotoAmerica e anche vinto delle gare in MotoGP. Ci saranno diversi piloti molto forti e penso sarà un anno molto interessante per la SBK, che potrebbe portare anche nuovi spettatori”.
 
Molti piloti, come ad esempio Redding e Bautista, sembrano aver trovato la loro dimensione in SBK. Pensi che possa essere anche per te un’esperienza a lungo termine, o il tuo obiettivo è quello di ritornare in MotoGP?
“Sinceramente non lo so. Ci sono piloti che non vogliono neanche più sentir parlare della MotoGP. Sono due prospettive che ho. Al momento ho deciso di provare a correre in SBK cercando di andare forte, sperando poi di tornare in MotoGP con qualcosa di competitivo e poter dire 've l'avevo detto'. Ma non so, non penso che si debbano fare le cose con invidia. Quindi non saprei, staremo a vedere. Se dovessi divertirmi da matti qui, magari non vorrò più tornare in MotoGP. Chissà. Ma adesso è presto per dirlo”.

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