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MotoGP, King Kenny Roberts, la leggenda, compie 70 anni

Quando arrivò in Europa, nel 1978, travolse il motomondiale come un uragano. L'intero team viaggiava su due grossi motorhome Sportscoach. Lui con la famiglia, nell'altro Kel Carruthers, Nobby Clarck e Trevor Tilbury

MotoGP: King Kenny Roberts, la leggenda, compie 70 anni

“Roberts? Kenny Roberts, il motociclista? Dovete seguire questa strada, fino in fondo. Sulla sinistra troverete l’ingresso di un ranch. Lo riconoscerete perché in alto quel matto ha messo una mini-bike. Ehi! Attenti al portafogli!”.

Ci siamo guardati con fare interrogativo io e Gigi, Soldano il fotografo, e abbiamo imboccato quella strada. Pochi chilometri dopo, come ci avevano detto, abbiamo trovato l’ingresso del ranch.

Un’ora prima avevamo telefonato a Kenny, avvertendolo del nostro arrivo.

“Ken, sai indicarci un albergo lì vicino al tuo posto?”

“Ma che albergo, dormirete qui da me, in terra”

“Scherza sempre, Kenny: ha detto che dormiremo in terra”, ho riportato a Gigi, che ha fatto spallucce.

Vabbè, a quel punto ci siamo immessi su una strada sterrata e siamo saliti sulla collina. Non c’era propriamente una villa. Sembrava che fosse una sistemazione provvisoria. Attorno tanta terra e diverse vacche.

“Mi servono per tenere l’erba bassa”, ci ha risposto Roberts quando abbiamo scherzato chiedendogli se si stesse trasformando in un contadino.

Poi ci ha fatto vedere la sua officina: il pavimento era completamente ricoperto di cocce di noccioline e c’erano diverse moto da cross smontate, tagliate, segate.

“Buster ci si diverte”, la laconica spiegazione di KR. Buster è Kenny Senior.

All’interno della casa, sul muro, c’erano resti di una torta al cioccolato.

“C’è stata una festa e i ragazzi hanno fatto un po’ di casino, ieri”, ha detto Kenny e poiché si stava facendo tardi ci ha allungato due cuscini. Due grandi cuscini.

“Potete sistemarvi lì per la notte”, ci ha detto, indicandosi un angolo della sala.

La moquette era alta e spessa. Non si stava male. Ci siamo sdraiati.

“Beh, abbiamo fatto la Dakar. Dormiamo và”, ha detto Gigi.

La mattina presto Kenny era già in piedi, per accompagnare i ragazzi a scuola. Quando è tornato, capellone da Cow Boy in testa, si è appoggiato alla staccionata e io ho iniziato ad intervistarlo e Gigi a filmarlo.

Aveva appena vinto tre mondiali della 500 di seguito, motociclista più forte al mondo in quel momento non ce n’era.

 

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