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MotoGP, Miller: "Bayliss e Stoner due idoli Ducati, ma non mi mettono pressione"

"Sono io a farlo e il primo obiettivo sarà vincere una gara. Il più forte rivale sarà Morbidelli, strano che non abbia una moto ufficiale"

MotoGP: Miller: "Bayliss e Stoner due idoli Ducati, ma non mi mettono pressione"

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Ducati ha sempre avuto un debole per gli australiani, e viceversa. Casey Stoner e Troy Bayliss sono ancora due simboli della Rossa e ora l’eredità è stata raccolta da Jack Miller. Dopo tre anni di ‘gavetta’ nel team Pramac è arrivato per lui il momento di vestire i colori della squadra ufficiale e di cercare di ripetere quello che hanno fatto i suoi due predecessori.

Sono cresciuto guardando Troy e Casey , erano due idoli per me- racconta - Tutto sommato è una cosa abbastanza strada che tanti australiani abbiano corso con Ducati, considerato che non ci sono tanti piloti. Non è però quello che hanno fatto loro a mettermi pressione, ma io stesso. Farò il meglio che Jack Miller può fare e poi vedremo cosa accadrà”.

Quando si è in una squadra ufficiale è quasi lapalissiano chiedere quale sia l’obiettivo finale.

Lo scorso anno sono stato vicino a vincere una gara, quindi il primo obiettivo è riuscirci - risponde Jack - Logicamente voglio lottare per il titolo, quindi non farò stupidate, poi vedremo cosa accadrà”.

Miller e la Ducati si conoscono bene e questo sarà il punto di partenza.

Verranno con me Pupulin, il mio telemetrista e un meccanico, la differenza più grande è che ci saranno più persone a lavorare con me, non cambierà molto. Sono stato tre anni nel box a fianco mettendo musica e infastidendoli, mi conoscono e sanno cosa voglio - scherza - Però è bello continuare a lavorare con le persone con cui hai costruito una relazione, sia io che loro siamo motivati per raggiungere lo stesso obiettivo. Penso sia un bel modo di lavorare con i giovani”.

Miller è cresciuto negli ultimi tre anni.

È stata Ducati a darmi gli strumenti per farlo - sottolinea - Non è stato facile, ho avuto sempre contratti annuali, ma devi dimostrare che ti meriti il posto e questo mi ha aiutato a maturare. Inoltre non sono più una ragazzino”.

Quindi è venuto il momento di fare quell’ultimo passo in avanti per giocarsi qualcosa di veramente importante.

C’è una lunga lista di cose da fare, ma io non sono uno di quelli che dice cosa bisogna fare - continua l’australiano - Lavoro con gli ingegneri Ducati da 3 anni, sanno quello che voglio e di cui ho bisogno e continueremo quello sviluppo. Da parte mia ho lavorato su fisico e mente per migliorarmi nell’inverno. Nei primi anni sono stato veloce ma non ero costante, devo tornare a esserlo come quando ero in Moto3. L'anno scorso ho iniziato a lavorarci, all'inizio ho avuto qualche problema con la nuova gomma ma poi sono riuscito ad adattarmi.”.

Ha avuto anche un problema a una gamba che lo ha costretto ad andare sotto i ferri quando è tornato in Australia.

Ho avuto un’infezione, sono andato in ospedale e mi hanno pulito tutto - ironizza - ma ora sto bene, non ho nessun problema neanche sulla moto da cross. Mi sono fatto così altri 19 giorni di quarantena, in quel periodo mi sono sentito con Marquez, gli ho scritto: ‘siamo sulla stessa barca’. Però non so come stia, non ci siamo più sentiti, spero semplicemente di rivederlo presto in pista, manca a tutto il campionato”.

Sicuramente troverà in pista Joan Mir, l’attuale campione del mondo, ma seconda Jack non sarà lui il rivale più temibile.

Nessuno si aspettava che vincesse il titolo lo scorso anno, ha fatto un grande lavoro - ammette - Però guardando l’ultima parte dello scorso anno, il più grande rivale sarà Franco Morbidelli, anche se c’è un punto interrogativo perché non avrà una moto aggiornata e questo è molto strano per me. Comunque non scarto piloti come Quartararo e Vinales e molti altri, ci sono tanti piloti competitivi”.

Prima di vestire i nuovi colori in Qatar, fra un mese, Jack sarà giovedì e venerdì a Jerez, con gli altri piloti Ducati sulla Panigale V4.

È difficile allenarsi per la MotoGP perché non c’è nulla di simile, ma andare su una moto così veloce come la Panigale aiuta. Però non c’è niente che possa prepararti alla MotoGP, ogni volta che ci risali sopra dopo l’inverno è uno shock” conclude.

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