English
Italiano
La vittoria di Imola in Gara 2 difficilmente se la scorderà Johnny Rea. Già, perché oltre ad aver allungato nella classifica iridata, il nordirlandese ha eguagliato i 59 trionfi di Carl Fogarty. Nemmeno lui avrebbe pensato di riuscirci al Santerno, in particolare per la partenza dalla terza fila, causa la griglia ribaltata.
“Non ero per niente fiducioso di arrivare primo vista la posizione da dove partivo – ha dichiarato il pilota – al via sono dovuto rimanere dietro a Tom perché è scattato meglio di me, ma poi sono riuscito a trovare il mio ritmo, guidando con l’aggressività che serve quando parti dietro”.
Johnny ha superato i suoi avversari come birilli, infine ha piazzato il colpo decisivo ai danni di Davies.
“Sono rimasto alcuni giri dietro a lui per studiarlo da vicino – ha ricordato – vedevo che faticava molto in frenata, infatti aveva poca accelerazione in uscita dalle curve. Alla fine però l’ho sorpassato e questa per me è la vittoria più bella della stagione, dato che partivo dalla nona posizione sulla griglia”.
In gara il pilota ha riscontrato grande fiducia dalla ZX-10RR.
Devo dire che non è stato così estenuante guidare la Kawasaki - ha sottolineato il Cannibale - la moto infatti era molto semplice. Rispetto a Gara 1 ho apportato un solo cambiamento per quanto riguarda il bilanciamento – ha svelato - questo mi ha consentito di avere maggiore affidabilità in frenata nella parte anteriore”.
Nella sua cavalcata trionfale c’è stata una sola insidia oltre i piloti.
“Avevo tanti insetti che si appiccicavano sulla visiera del casco –ha svelato – fortunatamente non mi hanno condizionato (sorride).
Adesso il Cannibale può fare affidamento su ben 47 lunghezze di vantaggio nei confronti di Sykes. A Donington c’è poi l’occasione per siglare il nuovo record di vittorie nella storia del Mondiale Superbike
