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Simeon: L'esordio in MotoGP? Passato da Marquez all'esterno

Il belga debutta nella Classe Regina e scherza: "con quella manovra, Marc mi ha mandato un messaggio" e promette: "se potrò, ci proverò anche io"

MotoGP: Simeon: L'esordio in MotoGP? Passato da Marquez all'esterno

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L’ultimo rappresentante forte e di valore nella Classe Regina il Belgio lo ha avuto con Didier De Radigues, un pilota che nel Motomondiale ha vinto 4 Gran Premi ed ha alzato i trofei da podio 17 volte.

Sarà ora Xavier Simeon a far sventolare la bandiera belga in MotoGP? Il ventottenne di Etterbeek ha iniziato la carriera nelle classi Stock delle derivate, vincendo due campionati, per poi passare in Moto2: “fare bene in Superstock voleva dire assicurarsi una sella in Superbike -racconta Xavier- ma io trovai solo sistemazioni di seconda scelta. Consapevole che avrei meritato opportunità migliori, passai alla Moto2”.

Nella Middle Class Simeon ha guidato di tutto, dalla Moriwaki alla Kalex, dalla Speed Up alla Suter, e persino una Tech3. Per lui in questi anni sono arrivati 4 podi ed una vittoria: “per vincere in Moto2 -spiega- è fondamentale essere in una squadra che abbia il budget necessario per trovare soluzioni tecniche efficaci, dato che il regolamento tecnico è restrittivo. Inoltre, bisogna provare molto: nella Moto2 le ore in sella contano davvero e l’esperienza è determinante. Io ho cambiato tante moto ed è stato uno svantaggio, perché rimanere due o tre anni con la stessa moto e nella stessa squadra mi avrebbe portato risultati migliori”.

Hai corso contro Marquez e Rabat…

“Quando Tito non disponeva del miglior mezzo, si batteva con me; poi ha avuto la moto più competitiva, ha lavorato molto, sino a vincere il titolo con Marc VDS. Questo dimostra che in Moto2 il team è fondamentale. Marquez, sin da piccolo, ha sempre beneficiato delle migliori condizioni tecniche ed organizzative, il suo percorso era studiato ad hoc. Partire bene da giovanissimo in 125 e Moto2 gli ha dato sicurezza. Ciò gli ha consentito di essere sempre più veloce e consapevole, Marc è fortissimo ed una volta arrivato in MotoGP è ulteriormente cresciuto: oggi è lui che fa la differenza nella Top Class”.

In questa stagione Xavier ha faticato parecchio; farsi male più di una volta non gli ha reso la vita semplice: “è stato un anno veramente difficile, sotto ogni punto di vista, da quello fisico, a quello tecnico, ma anche umanamente. Nel 2017 non mi sono divertito, anche perché mi sono fatto davvero male; mi sono rotto le costole, un dito, l’omero ed ho accusato un problema al piede. Ma oggi ho fatto la mia prima corsa a piedi e sto lavorando molto per recuperare la forma migliore”.

È arrivata aria nuova, quella della MotoGP… Quando hai aperto il gas, cosa hai pensato?

Questa Ducati è un missile! Facevo fatica a vedere la lavagna da quanto fossi veloce, l’accelerazione lascia senza fiato, ma l’allungo è anche più impressionante. Fai conto che avevo la sensazione di uscire dall’ultima curva per imboccare il rettilineo e trovarmi subito alla prima staccata”.

Che difficoltà hai incontrato?

“I freni in carbonio, per me una novità, sono bestiali: vanno capiti, perché quando mordono arrestano la moto in un battibaleno. La mia Ducati Desmosedici versione 2016 va forte come un aereo e si ferma ancora più decisamente”.

Di elettronica e gomme che ne pensi?

“L’elettronica, teoricamente, dovrebbe aiutare il pilota alla guida e, per adattarla ad ogni stile, serve tempo ed esperienza. Questo parametro deve avvantaggiare e non penalizzare il rendimento di una moto, quindi, devo lavorarci sù. Le Michelin sono abbastanza diverse dalle Dunlop che usavo in Moto2 e garantiscono ingressi in curva davvero fulminei”.

In pista chi ti ha impressionato?

Marquez. Sai che ha fatto lui?! Mi ha superato nell’ultimo curvone di Valencia, quello parabolico, proprio all’esterno, per poi rientrare ai box. Marc mi ha voluto mandare un messaggio ben chiaro: grazie a lui ho capito che si poteva migliorare molto in quella curva ed entrare più forte ed io lo ho fatto subito”.

Tra gli altri, ritrovi Franco Morbidelli, che correrà proprio con Marc VDS…

In Moto2 Morbidelli ha corso una stagione eccezionale e merita il titolo finale. Potrà contare ancora nel team Marc VDS, una squadra competente e capace, con la quale ha instaurato un grande feeling. Essendo belga come me, ammetto che un giorno mi piacerebbe correre nel team Marc VDS, anche se ora sono concentrato a fare bene con Ducati Avintia”.

Il tuo desiderio 2018?

Che sia asciutto o bagnato, vorrei avere la possibilità di lottare per il podio almeno una volta. Mi allenerò con Ruben Xaus per tutto l’inverno: la MotoGP richiede una preparazione fisica e mentale davvero differente da quella necessaria nelle altre categorie. In MotoGP serve impegnarsi il doppio”.

Se ti capitasse, faresti un sorpasso all’esterno allo stesso Marquez o a Morbidelli?

“Se ci proverei? Certo che sì”.

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