Dopo i primi due appuntamenti della stagione, Marc Marquez guida la classifica della MotoGP a punteggio pieno. Dominatore delle due Sprint e dei due Gran Premi sin qui disputati, il pilota di Cervera non ha tradito le grandi attese che aleggiavano sul suo debutto in sella alla Desmosedici del team ufficiale Ducati. Non solo Marc ha dimostrato di essersi adattato al meglio all’ultima evoluzione della Rossa, ma lo ha fatto in maniera molto più rapida del suo compagno di squadra Francesco Bagnaia, che sta faticando a trovare il passo e le sensazioni dello scorso anno.
Uno degli aspetti che sta consentendo al 32enne di fare così la differenza è il suo peculiare stile di guida, che impedisce al piemontese di trarre vantaggio dallo studio dei dati dello spagnolo.
“Jorge Martin ha sempre accusato Pecco di copiargli i compiti, di copiare l’assetto della sua moto. Ma Marc guida in una maniera così particolare che non si può copiare” ha osservato il commentatore di TNT Sports, Neil Hodgson.
Una tesi condivisa da Michael Laverty, ex pilota e analista per il network televisivo britannico. “Cal Crutchlow e Frankie Carchedi ci hanno detto che è straordinario quello che riesce a fare nelle curve a sinistra. Nessun altro riesce a farlo” ha ricordato il 43enne, parlando del modo in cui Marc riesce a fare la differenza e a trarre il meglio da ogni curva: “È la posizione del corpo, il freno posteriore, la fiducia nell’aprire il gas e continuare a curvare. Ripensando alla carriera di Marc, la gente non si rendeva conto di quanto fosse bravo. Pensava fosse stata la potenza della Honda a fruttargli i titoli, ma è stato Marc a renderli realtà. Adesso ha a disposizione la moto migliore. È facile. Ha un gran controllo della GP25”.
Adattarsi alle caratteristiche della Rossa non è stato comunque un compito facile per il maggiore dei fratelli Marquez, che si è dovuto reinventare lo scorso anno, accantonando gli automatismi che aveva acquisito in sella alla RC213V.
“Guardandolo adesso, non è il Marquez di 10 anni fa. Sembra essessere molto diverso in sella. È qualcosa di cui abbiamo parlato con Rossi, il fatto di essere un camaleonte, di essere capace di cambiare il tuo stile e di mettere il sedere fuori dalla moto - ha continuato Laverty - Marc ha impiegato molto tempo nel 2024 per adattarsi allo stile Ducati: rallentare in ingresso, percorrere la curva, sfruttare l’aderenza, stare più calmo e non perdere l’anteriore. Ridefinire il proprio stile di guida richiede un cambiamento dei propri automatismi. Guida ancora con forza, ma non è così al limite come lo era con la Honda”.
Proprio in merito alla metamorfosi dello spagnolo e al modo in cui è cambiata la sua guida rispetto agli anni con il colosso giapponese, Hodgson ha aggiunto: “Lavora di più sull’uscita. L’unico strumento che aveva con la Honda era attaccare le curve”.