Il passaggio dalla KTM alla Yamaha per Jack Miller ha significato anche il ritorno all’acceleratore a cavo vecchia scuola. Un “salto indietro” nel sempre più tecnologico mondo della MotoGP, che per il pilota australiano non solo è stato indolore, ma anche piacevole.
“Mi sono sentito subito a mio agio. E’ stato come tornare a casa. Non è possibile replicare i cavi che vengono fuori della guaina esterna. Alla fine sono cresciuto con loro per trent’anni”, ha dichiarato al sito Crash.net commentando i tentativi degli ingegneri di plasmare l’elettronica attuale in modo da permettere a chi è in sella di ritrovare le stesse sensazioni del passato.
Una delle soluzioni è l’utilizzo di molle e meccanismi in grado di imitare la presa e la resistenza di un comune cavo. “Puoi fare il meglio che puoi con quello che c’è su un acceleratore elettronico, ma non è la stessa cosa”, ha affermato.
Dello stesso avviso anche Miguel Oliveira, che arrivava dalla RS-GP del team Trackhouse. “L’anno scorso la mia Aprilia disponeva di cavi, ma credo che il marchio abbia deciso di adottare quello elettronico. In verità il mio era già così a inizio annata, ma ho voluto tornare a quello vecchio perché non mi piaceva il gioco che aveva. Dopo un paio di corse, analizzando i dati, ho capito che dovevo ripristinare l’altro sistema. Devo dire che quello della M1 è ottimo, invece”, ha evidenziato il portoghese.