È cominciata a Jerez l’avventura di Yari Montella nel Mondiale Superbike. Il primo test dell’anno ha sancito l’esordio ufficiale del debuttante campano in sella alla Ducati V4R del team Barni Spark Racing, con cui ha completato in totale oltre un centinaio di giri su pista asciutta e bagnata. Condizioni mutevoli quelle offerte dal tracciato andaluso nei due giorni di collaudi, che hanno permesso a Montella di cominciare il suo apprendistato scoprendo il comportamento della Rossa in diverse circostanze.
Yari, come è stato essere lì tra i grandi del Mondiale Superbike?
“Emozionante, soprattutto il primo ingresso. Mi aspettavo qualcosa del genere, ma non di provare così tante emozioni, devo essere sincero. Far parte dei big della categoria è gratificante, anche per il lavoro che ho fatto per arrivare fin qui. Sono contento e soddisfatto del lavoro che sto facendo. Questo è stato il mio primo vero test con questa moto, perché l’avevo già provata ma su altre piste, in condizioni diverse, e in maniera più ‘goliardica’. C’è ancora tutto da scoprire e da migliorare: c’è veramente un margine esagerato”.
Quindi, possiamo dire che il bilancio è positivo?
“Alla fine sì, perché nel primo giorno mi sono concentrato sul girare il più possibile, fare chilometri e prendere confidenza con il mezzo. Niente più. Abbiamo fatto davvero pochissime modifiche all’assetto della moto. Anche il secondo giorno è stato fondamentale per me, perché sono riuscito a provare la moto sul bagnato e a continuare a prendere fiducia e a conoscerla anche in condizioni diverse. Non sono stato velocissimo, ma il nostro intento non era quello di essere veloci. Ci interessava prima di tutto conoscere la moto, capirla e poi arrivarci gradualmente”.
L’hai scritto anche sul casco: ‘work in progress’.
“Sì, è proprio così che stiamo affrontando tutto il percorso. Non abbiamo fretta in questo momento, perché siamo ai test. Preferisco essere anche più ‘lento’ del previsto adesso, perpoi arrivare a essere veloce con più costanza e più sicurezza”.
Quanto è diversa la Ducati V4 rispetto alla V2 con cui correvi in Supersport?
“Cambia un po’. Anche a livello di punti di riferimento: avevo dei riferimenti dell’ultima gara e adesso è tutto molto più rapido rispetto a prima, quindi devi stare molto più sul pezzo. Non può permetterti di rilassarti un attimo, devi restare concentrato. Poi, cambia anche il lavoro che c'è dietro, perché si possono fare molti più aggiustamenti alla moto, anche se non è semplice capire cosa richiedere ai tecnici. Abbiamo fatto un sacco di prove, in modo che riuscissi a capire ciò che mi serve realmente. Sono contento dell’approccio avuto con la squadra e con i nuovi tecnici che ho conosciuto qui a Jerez”.
Cosa ti ha impressionato di più della moto?
“Sicuramente la potenza e il fatto che si tratta di una moto molto più completa e difficile di una Supersport. Ci sono molte più cose da tenere sott’occhio e quello che mi ha impressionato maggiormente è proprio il lavoro che c'è dietro, tutto ciò su cui si può lavorare per migliorare la moto. Noi abbiamo fatto giusto un decimo di quello che si potrebbe realmente fare, quindi non vedo l’ora di scoprire la restante parte. In Supersport, ad esempio, non avevamo l’elettronica, è un mondo nuovo che sto scoprendo adesso man mano. È un lavoro molto interessante e con un approccio molto diverso rispetto a quello di prima”.
Hai avuto modo di parlare con Petrucci in questi giorni? Ti ha dato qualche consiglio?
“Non c’è stato tempo. Il primo giorno ho continuato a entrare e uscire dal box e non ho proprio avuto modo di fermarmi a fare due chiacchiere con Danilo. Mi è capitato di beccarlo in pista, ma quando è successo ero ancora lentissimo. Vedremo a Portimao, anche se io avrò il mio lavoro da fare e lui il suo, quindi non credo avremo molto tempo per stare a discutere”.
Hai incrociato solo il tuo compagno di squadra in pista o anche qualche altro pilota?
“Ho visto solo Danilo per qualche giro e van der Mark, ma non saprei dire come mi è sembrata la BMW, perché non ho idea di come fosse la moto l’anno scorso. So solo che era sicuramente più forte di me! (ride ndr.). Per il resto, ho sempre girato da solo anche per scelta mia, perché non mi andava di inquinare il lavoro che stavo facendo con la squadra, seguendo qualcuno”.
Che obiettivo ti sei dato per i prossimi test?
“L’approccio a Portimano sarà diverso, perché qua abbiamo sgrossato un po’ il tutto, mentre lì cercheremo di spingere un po’ di più e di puntare a essere un po’ più veloci, per vedere a che livello siamo. Adesso non lo sappiamo realmente, anche se la posizione del primo giorno non rispecchia sicuramente il potenziale, perché sappiamo di avere margine e anche dove lavorare. Sono abbastanza fiducioso e a Portimao andrà sicuramente meglio”.
Quali sono le aree in cui devi migliorare di più?
“Devo iniziare a fidarmi del mezzo, a conoscerlo e di conseguenza a sfruttare l’inserimento in curva. Quella è la parte in cui mi sento ancora abbottonato. Non riesco ancora a guidare in maniera rilassata, proprio perché devo ancora conoscere la moto e imparare a darle fiducia”.
Dove ti aspetti di essere nella prima gara?
“Sarebbe bello lottare già per la Top 10. Sarebbe un buon risultato”.