Nella seconda giornata di EICMA 2024 abbiamo fatto una sosta allo stand della Tucano e lì abbiamo incontrato un veterano delle due ruote come Marco Melandri, il quale ben si è prestato a darci un suo parere sulla MotoGP , sui suoi protagonisti e soprattutto sul duello rusticano per la corona tra Jorge Martin e Pecco Bagnaia che vedrà al Montmelo la sua conclusione.
Innanzitutto come stai dopo il recente infortunio in bicicletta?
"In ripresa, ne ho avuti due in tre mesi. La bici alla fine è pericolos, mi sto facendo più male che in moto. Negli ultimi due anni mi è capitato parecchie volte. Adesso devo calmarmi un po’, devo capire che non ho più 20 anni, anche se penso di averli ancora".
Ormai siamo alle battute finali della MotoGP, come vedi il testa a testa Martin - Bagnaia, pensi che Pecco possa farcela nonostante parta con uno svantaggio importante in classifica?
"Il Mondiale è stato bello, molto particolare. Diciamo che Pecco ha fatto dei bei regali a Martin cadendo sette volte in gara (a cui si aggiunge l’incidente di Aragon con Alex Marquez n.d.r.), che sono un po’ troppe. Loro due hanno davvero alzato l’asticella. A mio avviso Marc Marquez è l’unico al loro livello considerato che la sua moto è abbastanza lontana dalle GP24. Jorge anche in Malesia ha dimostrato di avere gli attributi perché avrebbe potuto fare il suo compitino, mettersi dietro a Bagnaia ed aspettare la fine della gara, invece nei primi giri ha attaccato per fargli capire che il titolo lo vuole davvero. Io sono sempre stato dell’idea che debba vincere la moto ufficiale, quest’anno sarò probabilmente smentito e da pilota sono contento. Chi corre lo fa per arrivare davanti ed è bello che possa avere una chance anche chi non ha una moto factory. Buona parte del merito è di Gigi dall’Igna in quanto è lui che gestisce tutto e a quanto pare ha spinto molto sulla sportività. È vero anche che il campionato è vinto quando è vinto, quindi, anche se sembra essere vicino per Martin, mancano ancora una Sprint e un GP".
Il 2025 vedrà Bagnaia condividere il box della Ducati ufficiale con Marquez. Che idea ti sei fatto?
"Marquez sarà l’uomo da battere. E’ un cagnaccio. Quando deve esserci c'è. Non sbaglia e anche le corse storte le raddrizza. Cade più degli altri, ma lo fa quando può permetterselo, ossia in prova. In gara gli è successo spesso perché la GP23 è veramente distante dalla GP24, ma nessun altro gli è arrivato davanti con la moto dello scorso anno e secondo me è un’unità di misura importante. Bisognerà vedere come finisce questo campionato. Dovesse avere la meglio Martin, per Pecco potrebbe essere una spinta, uno stimolo per la risposta, allo stesso modo potrebbe dargli la consapevolezza di essere battibile. Credo tuttavia che Marc raccoglierà i suoi frutti".
Se Jorge non dovesse farcela, secondo te potrà riprovarci immediatamente con l'Aprilia?
"L’anno prossimo no. Diciamo che adesso è difficile valutare la RS-GP perché i piloti saranno senz’altro demotivati, così come i grandi cambiamenti a livello tecnico avranno rallentato almeno un po’il lavoro. Sinceramente non credo che possano colmare un divario così rilevante su Ducati, o comunque farlo nell’arco di una stagione, in quanto la Casa di Borgo Panigale quando va male, fa seconda. L’ultima volta che Aprilia ha vinto è stato a Barcellona, ma la Desmosedici era vicina, al contrario loro quando sono in difficoltà faticano ad entrare nei dieci. Certo Jorge non è Espargaro e nemmeno Vinales, però non mi aspetto di vederlo lottare per il successo. Lui stesso prima di Sepang ha ammesso che queste saranno le settimane più importanti della sua carriera perché consapevole che non si ripresenterà subito un’occasione così".
Tra i giovani Pedro Acosta si è subito messo in evidenza, poi però si è un po' perso.
"All’inizio arrivava 5° o 6° e andava bene perché portava a casa il risultato, poi ha cercato di migliorare. E’ calato perché cade a causa di una moto non all’altezza. Se ci fai caso tutte le KTM vanno bene per due giri e poi spariscono, lui invece dopo cinque o sei è ancora lì. Spesso finisce a terra, ma perché ha tanto carattere, non vuole accontentarsi e vuole crescere. L’anno prossimo con Bastianini e Vinales nel team vedremo il suo livello, ma se avesse una Ducati sarebbe già in lotta davanti".
Lo vedi come un potenziale campione?
"Se la moto cresce, sì. Al momento KTM non sta vivendo un momento d’oro in generale, quindi non sarà facile, ma a mio avviso il futuro è lui".
In ultimo il capitolo aerodinamica che ormai è diventato molto importante anche nelle moto. Tu sei della vecchia scuola, come la valuti? Andrebbe ridotta?
"È normale che chi ha corso dica che ai suoi tempi era meglio. Già anni fa era pensabile che sarebbe entrato qualcosa del genere, però bisognerebbe dare un limite perché per quanto aiuti i piloti ad andare più forte, lo spettacolo ne patisce visto che più si va forte più diventa difficile superare. L’aerodinamica, inoltre, ti toglie quello che prima era un vantaggio. Prima se seguivi qualcuno ti portava dei benefici, ti dava un riferimento, avere meno aria ti consentiva di far girare di più la moto, adesso se hai più aria e sei in scia ti manca il carico necessario per far girare la moto, quindi è tutto diverso. Ormai il punto di non ritorno è passato. Indietro non si tornerà più. Con le moto che passeranno da 1000 a 850 cc non cambierà assolutamente niente e l’unica cosa giusta che hanno fatto è stata togliere gli abbassatori. È stato bello vedere Fernandez correre senza ali in Australia però quella è una pista abbastanza particolare".