Dopo avergli negato la pole position, un passaggio sul verde sarebbe potuto costare anche il podio a Marc Marquez nel Gran Premio del Giappone, concluso dal 31enne alle spalle del vincitore Francesco Bagniaia e di Jorge Martin.
Scattato dalla nona casella dello schieramento, l’otto volte campione spagnolo è riuscito a recuperare fino al terzo posto finale, tenendo a bada Enea Bastianini fino alla bandiera a scacchi. Sotto la quale il riminese è transitato accusando un ritardo di 536 millesimi dalla Desmosedici GP23 guidata dal rivale del team Gresini.
Sono stati proprio quei 36 millesimi di margine a rivelarsi provvidenziali per Marquez, visto che gli hanno permesso di mantenere la terza posizione pur avendo ecceduto i limiti della pista in Curva 4, durante l’ultimo giro di gara.
Stando a quanto stabilito dalle linee guida dello Steward Panel, riportate dai colleghi di Crash.net, i passaggi sul verde nell’ultima tornata obbligano il pilota coinvolto a cedere una posizione, qualora non abbia già ottenuto un considerevole svantaggio dall’uscita di pista, solo nel caso in cui i due piloti in lotta per la posizione in oggetto siano separati tra loro da mezzo secondo o meno.
“Quando i piloti sono in stretta lotta per una posizione e viene commessa un’infrazione dei limiti della pista all’ultimo giro (che i commissari ritengono abbia influito sul risultato della gara, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un cambiamento della posizione), il pilota interessato deve dimostrare di averne tratto un significativo svantaggio. La linea guida per la ‘lotta ravvicinata’ prevede che i piloti siano separati da 5 decimi o meno, al momento dell’infrazione e al traguardo”, recita infatti il report sull’attività dei commissari.
Non il caso di Marquez, quindi, che a fine gara vantava più di mezzo secondo di margine su Bastianini. E nemmeno quello Brad Binder. Anche il pilota KTM è stato infatti investigato per aver commesso la medesima infrazione del pilota Gresini, ma non ha dovuto cedere la sesta posizione a Marco Bezzecchi, poiché il romagnolo si trovava a oltre 8 decimi di distanza.