Superato il giro di boa della stagione a Most, il Mondiale Superbike arriva a Portimao per inaugurare la seconda metà dell’anno. Un momento particolarmente importante per Dominique Aegerter, che arriva in Portogallo sull’onda del podio conquistato lo scorso fine settimana nel CIV SBK, dopo un’accesa battaglia con Alessandro Delbianco. Mai come adesso per l’alfiere svizzero del team GRT sarà importante ottenere dei risultati con cui squarciare le ombre che avvolgono il suo futuro dopo una complicata prima parte di stagione, che vede Domi occupare l’11° posto in campionato con 64 punti. Una situazione di cui abbiamo parlato con il due volte campione del Mondo della Supersport in occasione della Racing Night del Campionato Italiano Velocità.
“Per me è un grande piacere partecipare al Campionato Italiano e non c’è posto migliore di Misano, che è una pista molto bella - ha sottolineato Aegerter - Devo ringraziare il team GRT, che mi ha dato l’opportunità di partecipare a questa gara e allenarmi, in modo da arrivare in forma a Portimao. Come si vede anche dai tempi, ci sono alcuni piloti veloci qui e una buona organizzazione”.
Ti aspettavi di trovare questo livello?
“Sapevo che c’erano alcuni piloti con cui ho gareggiato in passato, come Pirro, Bernardi, o Delbianco nell’Endurance, che sono anche buoni piloti, ma ovviamente la moto non è uguale a quella che uso in Superbike, quindi devo adattare la mia guida. In più, guidare di notte è molto speciale e il primo giorno ho fatto molta fatica a vedere dove andare, perché c’era piuttosto buio. Non è come in Qatar, e abbiamo anche dovuto fare alcune modifiche al cruscotto che era molto luminoso, ma sono migliorato già il secondo giorno”.
È tanto diversa la moto rispetto a quella che usi nel Mondiale?
“Sì, è configurata secondo il regolamento del Campionato Italiano, quindi è piuttosto diversa. Diciamo che le caratteristiche del motore Yamaha sono abbastanza simili, ma l’elettronica, le gomme, la posizione in sella e tutto questo genere di cose sono molto differenti. È più difficile abituarsi a una moto nuova e portarla al limite, che ritrovare il feeling con una che conosci già”.
Parlando del Mondiale, c’erano grandi aspettative per la prima parte della stagione ma i risultati non sono arrivati. Come vivi questo momento?
“Credo vivrò meglio quando avrò dei risultati migliori (ride ndr.), ma di certo non mi arrendo. Mi alleno molto duramente. Metto tutto me stesso nei fine settimana di gara per cercare di raggiungere il mio risultato, che è stare tra i primi sei. Un paio di volte siamo stati un po’ sfortunati e abbiamo avuto dei guasti tecnici, mentre nelle altre gare sono andato forte in qualifica e siamo riusciti a partire in seconda fila. Ho conquistato qualche buona Top 10, ma non dove avrei voluto essere”.
Quanto ha pesato il fatto di aver saltato la prima parte della preparazione invernale?
“Abbiamo perso molto, perché hai quattro giorni in cui è importante mettere a punto il set-up di base della moto. È molto difficile farlo durante un weekend di gara, perché le prove del venerdì vanno affrontate una con gomma nuova e una con gomma usata e magari al mattino la temperatura dell’asfalto è di 30°C e al pomeriggio di 45°C, quindi è sempre abbastanza difficile apportare modifiche quando non hai una base. Credo che ci sia mancato un po’ questo quest’anno per riuscire ad avere delle prestazioni migliori al venerdì mattina, ma abbiamo cercato di capire come migliorare”.
Credi sia questo il principale motivo per cui stai faticando così tanto?
“Non proprio, perché conosco la moto e abbiamo qualche dato dell’anno scorso, ma anche il livello della Superbike è aumentato, quindi ci sono tre o quattro piloti in più che lottano per la Top 5 e deve essere tutto perfetto per poter arrivare tra i primi sei, come voglio fare io. Ma fino adesso siamo stati un po’ in difficoltà e dobbiamo lavorare per tornare dove ho chiuso l’anno scorso”.
Ti sta aiutando vedere i dati degli altri piloti Yamaha?
“Sì, vedere i dati di tre piloti diversi è un grande aiuto per tutti noi per portare più in alto il progetto”.
Rea sembra stia cominciando a capire la moto. Cosa ne pensi della sua progressione?
“È stato a lungo con un altro costruttore e credo si aspettasse dei risultati migliori quando si è unito alla famiglia Yamaha. Però, ha centrato una pole position e un terzo posto e mi ha ha appena scavalcato in campionato. È una leggenda della Superbike, ma anche lui ha bisogno di un po' di tempo per capire la moto e la messa a punto, però spero di potergli stare davanti (sorride ndr)”.
Il tuo contratto è in scadenza a fine stagione e ci sono tante voci in questo momento sul tuo futuro, cosa ci dici a riguardo?
“Stiamo parlando con la squadra e con la Yamaha per vedere cosa succederà il prossimo anno. Ovviamente mi piacerebbe continuare in Superbike, ma vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane”.
Stai già pensando a un piano B nel caso in cui non fosse possibile?
“Cerco di attenermi al piano A e poi vedremo. Per ora sono concentrato su questo weekend e poi sul prossimo, e poi vedremo cosa succederà. Con me c’è mio fratello, che è anche il mio manager, e si occuperà di tutte le offerte che ho e delle opzioni per il prossimo anno”.
Quanto è frustrante per un tre volte campione del Mondo essere in questa posizione?
“Il motorsport è sempre difficile quando non hai dei buoni risultati, perché ci sono altri 100 piloti che vogliono prendere il tuo posto. Credo che la cosa più importante sia concentrarsi sulle gare, cercare di ottenere buoni risultati e poi si potrà parlare di contratti. Diciamo che per me che ho 33 anni e sono svizzero non è sempre facile trovare il posto migliore”.
Pensi di essere arrivato troppo tardi in Superbike?
“Per me l’età è solo un numero, ma sento che l’anno scorso o quello precedente ero nei miei anni migliori. Ho più di 30 anni, ma mi sento benissimo e spero di poter continuare ancora per qualche anno”.