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Moto2, Arbolino: “La mia moto era un cavallo pazzo, ma frenavo come un animale”

Tony racconta la vittoria in Argentina: “Mi sono preso due o tre rischi che sarei voluto rientrare ai box dalla paura. Avevo meno grip rispetto ad Alonso, ma in frenata sembravo un indemoniato”

Moto2: Arbolino: “La mia moto era un cavallo pazzo, ma frenavo come un animale”

Chi altri se non un pescecane poteva trionfare sull’asfalto bagnato di Termas de Rio Hondo? Con astuzia e pazienza, il “tiburón” Tony Arbolino ha alzato la pinna in Argentina, navigando quasi indisturbato verso la quarta vittoria in Moto2. Il secondo podio in stagione del 22enne di Garbagnate Milanese, che dopo la gara argentina può guardare i rivali dall’alto della classifica iridata.

“È fantastico vincere e salire sul podio due volte. Ed essere in testa al campionato è la sensazione più incredibile di sempre - ha affermato il nuovo leader della classe di mezzo, balzato al comando della classifica con 8 punti di vantaggio su Aron Canet - Sono molto contento della mia squadra. Hanno creduto in me e hanno lavorato come matti. Mi sono sentito bene sotto la pioggia e adesso dobbiamo andare avanti e mantenere la concentrazione per migliorare il mio comfort sulla moto nel prossimo round in Texas”.

Una lettura perfetta della gara è stata la chiave che ha permesso a Tony di avere la meglio sugli avversari, nonostante le condizioni proibitive del tracciato, che hanno trasformato il GP della Moto2 in una Sprint Race di 14 giri.

Sono contento della mia gestione della gara. Guardavo indietro per vedere se arrivava qualcuno, stavo gestendo molto bene, ero molto freddo in moto e sono contento di questo, oltre che della vittoria - ha ammesso ai microfoni di Sky Sport MotoGP il pilota del team Marc VDS - La moto era un cavallo pazzo. Penso quella di tutti, ma la mia lo era veramente tanto. Mi sono preso due o tre rischi che sarei voluto rientrare ai box dalla paura, però ho continuato”.

A decidere la corsa in favore del lombardo è stato il sorpasso operato nel finale ai danni del poleman, Alonso Lopez. Un avversario ostico, ma che nulla ha potuto contro un Arbolino in stato di grazia.

“Lopez è matto. Quando lo passi cerca sempre di superarti di nuovo, costi quel che costi e qualunque posizione sia. Questo lo sapevo e ho cercato di aspettare che facesse un errore, ma non l’ha fatto, quindi a un certo punto l’ho dovuto sorpassare per forza. Però è stata dura, era difficile da sorpassare - ha spiegato Tony - Lui è molto forte nei curvoni veloci. Con la SpeedUp sembrava che avesse un po’ più di stabilità, io avevo meno grip rispetto a lui, però frenavo come un animale. Sembravo indemoniato in frenata. Mi muovevo, facevo di tutto. Frenavo come sull'asciutto. Andrò a vedermi i dati, ma penso di aver frenato dopo”.

Un successo dedicato a tutte le persone che hanno sempre creduto in lui, incluso il suo manager Carlo Pernat.

“Sabato era a casa e mi ha scritto: ‘Mi dispiace non essere lì, però ti guardo’. Io gli ho detto di non preoccuparsi di niente, che era tutto a posto. Di guardare la gara e divertirsi. Lo sentivo agitato e spero che mi abbia visto” ha rivelato il 22enne, che può tirare il fiato e godersi un po’ di riposo in vista di Austin: “Per fortuna ho l’aereo per andare a casa, a Barcellona, e sto lì un paio di giorni, perché se tornassi a Garbagnate non so cosa succederebbe”.

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