Squadre e piloti sono tornati a casa da Jerez con il malcontento. Già, perché la due giorni spagnola è stata una vera e propria beffa. Da domenica fino a martedì giornate di sole con temperatura attorno ai 16 gradi, poi pioggia e vento. Peggio di così non poteva davvero andare per quello che sarebbe dovuto essere il primo appuntamento del nuovo anno per le derivate.
Alla fine, chi ci ha rimesso in maniera importante, sono stati sicuramente i team italiani, che per arrivare in Spagna hanno dovuto sostenere spese come il tampone per ogni membro della squadra (andata e ritorno), così come voli inflazionati a causa della scarsità attuale delle rotte. Il problema, per queste squadre, è ora trovare una data per recuperare la due giorni persa.
Già, perché mentre Honda e Kawasaki torneranno nuovamente in azione a Jerez la prossima settimana, le squadre Ducati hanno l’obbligo di trovare una alternativa, in un momento dell’anno dove ce ne sono ben poche, visto soprattutto il meteo nel nostro Paese. L’ipotesi più concreta è quindi quella di un test entro metà febbraio sulla pista di Misano, che tra l’altro accoglierà una due giorni verso la metà di marzo, già pianificata da tempo.
Insomma, questo è il quadro generale della situazione.
Un tema che ha tenuto banco a Jerez sono però queste dieci giornate di test, previste dal regolamento di quest’anno. Con questo nuovo limite imposto, nessun team ha infatti voluto scendere in pista giovedì pomeriggio, nonostante la pista si stesse asciugando. Tra coloro che avevano sicuramente bisogni di girare c’era il team Barni, dal momento che Rabat non aveva ancora provato la Panigale V4, tanto che Barnabò ha mostrato il proprio disappunto: “Abbiamo speso soldi per voli, hotel e tamponi, ma alla fine li abbiamo buttati via – ha detto il patron di casa Barni - Rabat aveva infatti bisogno di girare, per prendere fiducia con la nuova moto e raccogliere i dati necessari per lo sviluppo. Dopo questo test saremmo dovuti andare a Borgo Panigale per lavorare sulla nuova moto, invece dovremo scendere nuovamente in pista entro fine febbraio a recuperare tutto il lavoro non svolto qua a Jerez”.
Ad accompagnare la voce del patron bergamasco è stato poi un altro team manager: “Non capisco questa nuova logica dei dieci giorni – ci ha detto - il giovedì pomeriggio si sarebbe potuto girare e noi lo avremmo fatto anche sul bagnato, come accaduto lo scorso anno. Col nuovo regolamento l’idea era quella di contenere il budget – ha aggiunto - invece andrà a finire che dovremo tirare fuori più soldi di quanto previsto”.
Sarà anche vero che il tempo non lo si comanda, ma alla fine il malcontento è ben evidente.