È il pilota che dopo Marc Marquez ha vinto più titoli in sella alla Honda. Stiamo parlando di Mick Doohan. Non poteva mancare l’australiano in occasione della presentazione del team HRC a Madrid, che vedeva tra i più attesi Jorge Lorenzo.
Per l’occasione il 93 e il 99 indossavano la tuta che sfoggeranno in pista e lo stesso discorso vale anche per Mick, il quale non ha rinunciato a mettersi alla pari con i due spagnoli, scherzando: “Anch'io mi sono messo la tuta, non è stato facile, ma sono riuscito a entrarci, anche se fatico quasi a respirare. Non so se tra 25 anni ci riuscirò ancora”. Di anni, 21, ne sono trascorsi dall’ultimo titolo dell’australiano con la Casa giapponese. Nonostante il tempo, i ricordi di quell’epoca rimangono indelebili.
“Essere in una famiglia come la Honda ha un sapore speciale – ha dichiarato - in questi 25 anni di Repsol sono passati tanti campioni, che come me hanno scritto la storia. Credo sia quindi un grande onore e allo stesso tempo un privilegio”.
Hai parlato di Campioni. Marquez e Lorenzo lo sono. Credi che con Marc in squadra a Jorge toccherà fare da seconda guida?
“Avere un pilota come Lorenzo sarà un’opportunità per crescere ancora di più e alzare il livello. Sento spesso parlare di prima e seconda guida, ma non credo sia così, perché entrambi saranno due prime guide. Non siamo come nel calcio, dove il singolo ti consente di fare il salto di qualità. In un team solo col gruppo si arriva agli obiettivi. Per certi versi questo discorso può rispecchiare i tempi in cui correvo con Criville, dove entrambi avevamo lo stesso materiale a disposizione. Poter fare affidamento su un compagno forte ti consente di crescere molto più rapidamente. In fondo poi, Marc e Jorge non devono mica sposarsi".
Sia Marc che Jorge arriveranno in Qatar dopo un’operazione. Cosa ti aspetti da loro?
“Forse all’inizio non saranno aggressivi, ma la stagione è lunga e di conseguenza sono convinto che una volta al top della forma attaccheranno. Dopo l’ultimo infortunio, Lorenzo sarà limitato nei movimenti, ma la mentalità rimane sempre la stessa. Ci saranno ancora sei settimane prima del via della stagione e potranno ricaricare le batterie”.
È possibile ipotizzare Lorenzo sul podio alla prima gara di Losail?
“Ci vorrebbe una palla di cristallo per dirlo. Di sicuro questa moto sarà più facile per lui in confronto alla Ducati. La Honda si avvicina infatti a quelle che sono le sue caratteristiche e allo stesso tempo potrebbe favorire il suo stile”.
Da quell’ultimo tuo titolo, conseguito nel 19987, cosa è cambiato nel mondo delle moto?
“Moltissimo, c’è stata infatti una grande evoluzione rispetto ai mie tempi. Come possiamo vedere la tecnologia ha compiuto passi avanti da gigante. Cito ad esempio l’introduzione della ali, ma anche la qualità raggiunta dalle gomme, così come l’elettronica, che ormai è arrivata ad avere un valore determinante. Ai mie tempi nemmeno sapevamo cosa fosse il traction control.
In occasione di EICMA, Marquez disse che se dovesse correre senza l’aiuto del traction control salterebbe in aria.
“Posso capirlo, Marc è uno di quei piloti cresciuti con l’elettronica e questo gli ha consentito di avere una grande fiducia, tanto da farlo rischiare molto più di altri. Lui è un pilota pazzesco, ma allo stesso tempo anche Jorge, che predilige la guida pulita”.
Oltre alle moto, cosa cambia in termini di preparazione fisica?
“Adesso vedo che c’è una preparazione molto più mirata dal punto di vista fisico, inoltre anche l’alimentazione ha un aspetto fondamentale. Ogni pilota vorrebbe mangiarsi un hamburger ogni tanto, però sa bene quanto sia determinante mantenersi in forma. Ai miei tempi non c’erano tutte queste attenzioni come oggi, solitamente ci allenavamo sulla moto da cross durante la settimana”.
L’ultima battuta riguarda poi un’eventuale sfida con i due spagnoli su una MotoGP.
“Sarebbe bello sfidarli, così come gareggiare con Agostini o Rainey, ognuno di noi è cresciuto in una determinata epoca e con le proprie qualità”.