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MotoGP, Hayden: il titolo SBK è l'ultimo obiettivo della mia carriera

"Ho 35 anni e Valentino 37, ma entrambi amiamo correre è quello che mi ha riportato qui e quello che lo fa continuare"

Hayden: il titolo SBK è l'ultimo obiettivo della mia carriera

Nicky Hayden era già riapparso ad Aragon per sostituire Jack Miller in sella alla Honda del team Marc VDS, dopo essersi reso disponibile, ma inutilmente, anche a Silverstone. In Australia, però la chiamata è arrivata per sostituire Dani Pedrosa sulla Repsol-Honda ufficiale sulla quale non saliva dal 2008, l'ultima sua stagione in HRC prima di passare in Ducati. Un invito impossibile da rifiutare.

Non dev’essere semplice rispondere a una telefonata e ritrovarsi a Phillip Island…
E’ un viaggio molto lungo e mi aspettano giornate molto piene, ma quando arriva una chiamata per correre nel team Honda ufficiale in Australia, devi solo fare le valige e partire. Naturalmente, devo ringraziare gli sponsor e il mio team per avere risolto tutti i problemi che ci sono stati dietro alle quinte. Anche fare il visto non è stato facile, ci sono stati tanti dettagli da mettere a posto”.

Eri a Jerez?
“Sì stavo dormentdo quando mi è arrivato il messaggio e il giorno dopo sarei stato in moto per dei test. Ho dovuto rileggere quel messaggio due o tre volte prima di capire cosa c’era scritto, ma è stato bello. Ovviamente mi spiace che Dani si sia infortunato, ma qualcuno doveva guidare la sua moto ed eccomi qui”.

La prossima settimana sarai in Qatar per l’ultima gara della SBK, non è un po’ troppo?
E’ dura, ma non mi sto esattamente giocandomi il titolo in SBK. Questa è una grande opportunità, mi piace correre e non potevo dire di no”.
Nicky Hayden
Valentino ha 37 anni, tu 35. Hai già pensato fino a quanto continuerai?
Sto incominciando a capire che non potrò correre per sempre. Ho fatto bene a passare in SBK, so no contento. Non so quanto continuerò, magari ancora un paio d’anno. Ora l'ultimo obiettivo della mia carriera è vincere un altro campionato e provare a diventare il primo pilota ad avere vinto entrambi i titoli in SBK e MotoGP”.

Hai avuto molti campioni come compagno di squadra nella tua carriera: Valentino, Barros, Biaggi, Pedrosa, Dovizioso…
E Stoner e Marquez. E’ stato interessante conoscere tanti caratteri diversi. Tutti i piloti, me incluso, sono un po’ strani e bizzarri, a volte anche un po’ pazzi. Ma erano tutti molto veloci”.

Se ti dico Barros, cosa ti viene in mente?
Molto veloce, molto più di quanto mi aspettassi. Penso sia stato uno dei compagni di squadra più sottovalutati che abbia mai avuto”.

Pedrosa.
Veloce, quando tutto è a posto, come a Misano, è imbattibile. Chi altri, in quella pista, poteva superare Marquez, Lorenzo e Rossi e andarsene?”.

Dovizioso.
Solido, Dovi è Dovi. Forse non riesce a tirare fuori quel qualcosa in più dalla moto, ma riesce a tenerla allo stesso livello per tutta la gara”.

Stoner.
Il più pilota veloce che abbia mai visto in tutta la mia vita, te ne accorgevi già quando era in 250 o nella stagione di esordio in MotoGP ma quando è arrivato in Ducati, al primo test insieme in Malesia, ho detto a mio fratello: ‘non ho mai visto qualcuno così veloce”.

Rossi.
Con Valentino siamo stati compagni di squadra per molti anni ed è sempre lo stesso, ho una grande opinione di lui. Dopo tanti titoli è vittorie, quello che mi impressiona di più è la sua passione. E’ una cosa che vale anche per me, io ho 35 anni e lui 37, entrambi abbiamo guadagnato abbastanza, potremmo vivere senza problemi, ma amiamo ancora correre, amiamo lo sport, è quello che mi ha fatto venire qua e penso sia quello che lo faccia continuare. Mi sento motivato quando lo vedo ancora vincere in MotoGP dopo tutto quello che ha fatto e il il periodo buio con Ducati”.

Marquez.
“Sarebbe meglio chiedermelo dopo questo fine settimana. Sapevo già quanto Marc fosse veloce e talentuoso, ma quest’anno ha mostrato di essere intelligente e regolare, ha aggiunto un altro elemento al suo gioco”.

Biaggi.
Una bella sfida, non è un tipo semplice né in pista né fuori. E’ stata una buona esperienza per me dividere il box con lui”.

Una bella lista di campioni…
Qualche tempo fa un giornalista mi ha chiesto se fossi preoccupato di avere Vd Mark come compagno di squadra, perché è molto veloce. Gli ho risposto: ‘non so, in passato ne ho avuto qualcuno di veloce, come Barrso, Biaggi, Stoner, Rossi, forse ne hai sentito parlare’”.

Nicky HaydenPer quanto riguarda la tua vita privata, qualche mese fa hai chiesto a Jackie di sposarti.
Sto diventando vecchio e voglio una famiglia, sono contento della mia vita. Per ora sono fidanzato, facciamo un passo alla volta.

Ad Aragon avevi preso un punto, sarà possibile ripeterti?
“Sicuramente, spero anzi di fare meglio”.

Avevi faticato con le gomme, soprattutto l’anteriore, qui potrai risolvere i tuoi problemi?
Lo spero. L’esperienza in quella gara mi aiuterà a partire meglio qui. Un po’ fanno le gomme e un po’ fa il setup della moto”.

Hai già guidato la nuova CBR?
“Un paio di settimane a Valencia per dei filmati promozionali, bisognerà vedere cosa succederà in gara ma sono fiducioso. Il team Ten Kate ha fatto un grande lavoro anche quest’anno rendendo competitiva la vecchia moto. Ora ci servono più accelerazione e coppia, spero che la nuova moto ce le dia”.

Quali sono le differenze tra una MotoGP e una SBK?
“Ce ne sono molto, ma alla fine sono entrambe delle moto. La SBK si muove molto di più, quando è tutto sotto controllo è un gran divertimento ma a volte è un po’ troppo. L’elettronica della CBR invece è molto buona, non accelera come una MotoGP ma i tempi sul giro sono ottimi. La scorsa settimana, a Jerez, sono stato più veloce sulla SBK in qualifica che con la MotoGP lo scorso anno. Certo, ho usato gomme da qualifica, ma è impressionante quanto vadano forte quelle moto considerando il loro costo”.

Sei stato l’ultimo americano a vincere in MotoGP. Rainey sta cercando di rilanciare il campionato nazionale, vedremo presto un altro campione?
“Non credo, bisognerà andare in profondità, non sono felice d dirlo ma è la verità. Spero che con MotoAmerica si possa tornare grandi e credo che i piloti americani possano essere veloci. In Europa la situazione è diversa, nel CEV si può iniziare a correre molto giovani, è una competizione di buon livello su bei circuiti e bravi maestri. L’America è caduta in basso, ai tempi delle 500, con quelle gomme e senza elettronica, il dirt track era un buon allenamento ma oggi non è più necessario. L’America deve adeguarsi: fare partire i piloti da giovani con moto da pista e sperare che succeda qualcosa al più presto”.

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