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MotoGP, Borsoi: “Il Mondiale? Abbiamo il potenziale, ma dobbiamo ancora vincerlo”

L’INTERVISTA - “C’è sempre una ragione dietro ai risultati: Martin è un fenomeno e non sembra avere limiti, mentre il team Pramac non ha mai fatto errori. Pecco però ha già dimostrato di essere un campione e tornerà a essere veloce”

MotoGP: Borsoi: “Il Mondiale? Abbiamo il potenziale, ma dobbiamo ancora vincerlo”

C’è Jorge Martin sul tetto del Mondo dopo la vittoria nella Sprint Race di Mandalika. Con il suo ottavo podio consecutivo, tra Gran Premi e gare veloci, il portacolori del team Pramac si è confermato il mattatore di questa ultima parte della stagione, in cui è riuscito prima a raggiungere, e poi a superare, Francesco Bagnaia, nella classifica di campionato. 

Quello che sembrava un risultato impensabile a inizio anno, gara dopo gara, si tra tramutando nella possibilità sempre più concreta di vedere il madrileno conquistare il suo primo titolo in MotoGP. Uno scenario di cui il nostro inviato Riccardo Guglielmetti ha discusso con Gino Borsoi in questa intervista realizzata dopo la Sprint in Indonesia, nella quale il team Manager del team Pamac ci ha raccontato cosa ha portato Jorge e la squadra a un passo dal rendere il sogno realtà.

Gino, state facendo un grandissimo lavoro. Martin è in uno stato di forma eccezionale.
“Jorge sta facendo un gran lavoro, ma anche la squadra che non ha mai sbagliato in tutta la stagione. Questa grande professionalità, unità al potenziale di Jorge, sta dimostrando che in questo momento è probabilmente il pilota più forte in pista”.

Cosa ti sta colpendo di Jorge in questo momento?
“La sua grande costanza e la grande confidenza che ha con la moto. È diventato mentalmente sempre più forte. Poi è chiaro che ogni tanto possano esserci degli errori come quello di stamattina. Nonostante uno sbaglio del genere, è però riuscito a fare il sesto tempo con una gomma anteriore dura, cosa che era veramente difficile. Quindi questo dimostra che anche nell’errore riesce sempre a estrarre il massimo da quello che ha. Mi sorprende perché sembra non avere più fine: continua a migliorare (sorride ndr.). Non ho più parole ormai, se lo merita”.

Magari non vuoi parlare del Mondiale per questioni di scaramanzia, però siete nella posizione migliore, perché non avete niente da perdere.
“Onestamente non è un discorso di scaramanzia. Non credo molto nella fortuna o nella sfortuna, ma nel lavoro ben fatto o mal fatto. Non c’è molto da girarci intorno. È chiaro che a volte possono capitare episodi dove la colpa non è tua, ma se ti succede qualcosa alla prima curva perché non sei partito davanti vuol dire che non hai lavorato bene nelle prove, quindi bene o male c’è sempre una ragione quando non arrivano i risultati. Così come ce n’è una quando li ottieni. Come dicevo, la squadra sta lavorando benissimo. Noi non abbiamo pressione perché tutto quello che stiamo facendo è tanto di guadagnato rispetto a quello che pensavamo a inizio stagione. Chi ha il fiato sul collo sono la Ducati e Pecco, che devono continuare a dimostrare di essere i migliori”.

Qual è l’aspetto di Martin che più ti ha impressionato quest’anno?
“Credo che la visione della gara sia il suo punto di forza in questo momento. Lui ha la convinzione di poter vincere anche quando non ne ha necessità e anche oggi si è preso dei rischi nei sorpassi su Vinales e Marini che forse non erano necessari, ma quando tutto funziona è anche giusto provarci. Oggi aveva l’opportunità di prendere dei punti importanti su Pecco e Bezzecchi e l’ha fatto senza sbagliare. Poi vedremo domani. Mentre noi dobbiamo ancora dimostrarlo, Pecco ha già dimostrato di essere un Campione del Mondo e continuerà a farlo. Sono convinto che questa sia solo una parentesi e me lo aspetto di nuovo velocissimo da qui a fine stagione. Abbiamo già visto l’anno scorso che ha un’esperienza tale essere riuscito a recuperato oltre 90 punti a Quartararo. C’è tanto rispetto per lui, che ha già vinto un Mondiale in MotoGP. Noi abbiamo dimostrato di avere il potenziale per farlo, ma da qui a vincerlo ne passa ancora di acqua sotto i ponti...”. 

Oltre alla tua esperienza, cosa pensi di aver portato a questa squadra?
“Non saprei. Probabilmente è una domanda da fare a Jorge o al team, perché io non credo di aver portato niente di speciale. La squadra già c’era e continua a lavorare bene come già faceva, mentre Jorge è un fenomeno, anche se per vari motivi non è riuscito a dimostrarlo in questi anni. Probabilmente gli è servito un po’ di tempo. Credo di essermi inserito in un momento fortunato e mi sto godendo anche io questa grande stagione”.

Tu hai avuto a che fare con tanti piloti. C’è qualcuno in particolare che ti ricorda Jorge?
“Quello di inizio stagione è un Jorge Martin diverso da quello che stiamo vedendo adesso, che ascolta molto ed è molto aperto ai consigli. Noi ci conoscevamo dagli anni in Mahindra, ma da allora ne è passato di tempo e lui ha accumulato un’esperienza tale per cui io posso solo essere un supporto per lui nei momenti di difficoltà, come lo è anche Fonsi, che sta facendo un gran lavoro nel mantenerlo tranquillo e mentalmente concentrato. C’è una struttura dietro e tutti quanti stanno contribuendo a farlo diventare sempre più forte. Quello che mi sorprende è il fatto che non sembra avere limiti, per questo non saprei dire a chi somiglia. Probabilmente non ha ancora raggiunto il suo limite. Vediamo dove arriva e poi discuteremo di chi potrebbe ricordare”.

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