Tra errori, problemi tecnici e rimonte da cineteca non è mancato lo spettacolo al Motorland di Aragon, teatro del decimo appuntamento del Mondiale SBK. Quello che sulla carta si preannunciava un appuntamento a senso unico si è rivelato invece un fine settimana pieno di colpi di scena, con una Yamaha in versione Dr. Jekyll e Mr. Hyde, e una Ducati che ha fatto il bello e il cattivo tempo, con un Bautista non proprio impeccabile, un Rinaldi ritrovato e un Petrucci in modalità “remuntada”.
IL BELLO - Dopo due anni di digiuno, Michael Ruben Rinaldi è tornato a vincere. Con l’affermazione in Gara 1, il riminese ha ritrovato un successo che gli mancava dalla vittoria siglata in Gara 2 al Montmelò, nel 2021. Una dimostrazione del legame che unisce Rinaldi e il Motorland, teatro del debutto di Michael nel Mondiale SBK nel 2018; nonché pista dove il 27enne ha conquistato il suo primo podio e la sua prima vittoria nel 2020.
IL BRUTTO - In Spagna ci si aspettava una reazione da parte di Scott Redding alla domenica da incubo di Magny-Cours. Invece, il pilota britannico è stato opaco ed evanescente tutto il fine settimana, chiudendo il weekend con misero bottino di sette punti, frutto di tre piazzamenti fuori dalla Top 10. Che non ci sia tanto amore tra Scott e il tracciato di Aragon è cosa nota, ma questo non basta a giustificare le prestazioni di Redding, sempre più anonimo in sella alla BMW.
IL CATTIVO - Gara 2 sembrava destinata a essere la risposta della Yamaha alle difficoltà di inizio weekend, con un combattivo Andrea Locatelli in lotta per la piazza d’onore con il suo compagno di box, dopo aver brevemente dettato il passo in testa alla corsa. Ma a mandare - letteralmente - in fumo tutti gli sforzi del bergamasco ci ha pensato la R1 #55, che ha tradito il suo alfiere proprio sul più bello.
LA CONFERMA - Garrett Gerloff è sempre più il punto riferimento di Casa BMW, in questo finale di stagione. Marcata la sua miglior prestazione con il team Bonovo a Magny-Cours, il pilota americano è stato autore di un altro solido fine settimana in Spagna, dove ha confermato la sua crescita in sella alla M 1000 RR, con tre Top 10.
LA DELUSIONE - Dominique Aegerter ci ha abituati a essere il trascinatore del box GRT, mentre ad Aragon il 32enne svizzero ha vestito più i panni del gregario di Remy Gardner che quelli della prima punta. Lontano dai dieci per tutto il fine settimana, Domi si ritrova con il fiato dell’australiano sul collo anche nella classifica iridata, dove sono solo cinque i punti a dividere i due rookie della Yamaha.
L’ERRORE - Quello di Gara 1 sembrava un film già visto, con Bautista in fuga dalle prime fasi della contesa. Ecco però arrivare il colpo di scena nel sesto giro di gara, quando il campione in carica ha perso l’anteriore della sua Ducati, finendo a terra nella discesa del cavatappi. Un erroraccio che è costato uno “zero” allo spagnolo, finito di nuovo nella ghiaia durante l’ultimo giro.
LA SORPRESA - Era dal primo Round in Australia che non si vedeva Phillip Oettl a ridosso della Top 5. Sesto in Gara 1, il portacolori del team Go Eleven ha poi messo in cascina un ottavo e un settimo posto nelle gare della domenica, firmando così uno dei suoi migliori weekend con la squadra piemontese. Un colpo di reni per dimostrare che merita una sella per il 2024.
IL SORPASSO - Se c’è un pilota che non ha lesinato sorpassi in quel di Aragon questo è Danilo Petrucci. Costretto alla rimonta per tutto il Round da una caduta in Superpole, il pilota di Terni ha firmato il suo capolavoro in Gara 1, scavalcando ben 19 piloti per risalire dalla ventiquattresima alla quinta posizione. Impresa vicina al bis nell'ultima gara lunga, in cui è stata la Panigale del team Barni a sventolare bandiera bianca, mettendo fine alla risalita dello scatenato Petrux.
LA CURIOSITÀ - Con la doppietta siglata al Motorland, Bautista ha portato a quota 53 le sue vittorie nel Mondiale SBK, superando Troy Bayliss al terzo posto della classifica dei piloti più vittoriosi di tutti i tempi.
IO L’AVEVO DETTO - “Non siamo pronti a lottare per il podio. Di solito abbiamo qualcosa in tasca, ma questa volta non c’è nulla” ha detto Toprak venerdì, prima di tirare fuori l’asso dalla manica e il suo miglior risultato di sempre in Aragona.