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MotoGP, Taramasso: "Guintoli tester per la nuova gomma anteriore, in gara nel 2025"

Il responsabile di Michelin: "Morbidelli si è lamentato ma i suoi valori erano sotto controllo, forse è più sensibile. Vietare le termocoperte? Servirebbero almeno 6 anni per lo sviluppo di nuovi pneumatici, ci sono altre strade per risparmiare energia"

MotoGP: Taramasso:

Periodicamente le gomme sono al centro di qualche polemica. Dopo il GP di Jerez è stato Franco Morbidelli ad attaccare Michelin: “sono gli pneumatici il motivo di tutti questi incidenti, sono il punto debole della MotoGP. Quando le temperature salgono, non puoi fare più nulla”. Piero Taramasso, responsabile del costruttore francese sui campi di gara, non è d’accordo con l’opinione del pilota Yamaha.

Non voglio fare polemiche - ci dice - Oggi c’è un pacchetto, parlo dell’aerodinamica, degli abbassatori, dei dischi dei freni sempre più grandi, per cui le gomme anteriori sono sempre più sotto stress per via della configurazioni delle moto. Inoltre, ci sono circuiti in cui le temperature sono molto alte, a Jerez siamo arrivati a 50° sull’asfalto. Sono situazioni che si devono e si possono gestire, ci sono piloti e moto che lo fanno. Probabilmente, Franco è più sensibile della media perché, analizzando i suoi dati, non ha avuto nessun problema, come non ne aveva avuti ad Austin nella sprint race, dopo la quale si era lamentato”. 

Quindi non ha avuto problemi oggettivi in gara?
Anche a Jerez i suoi valori di temperatura e pressione erano sotto controllo, probabilmente lui e la sua moto sono più sensibili, ma penso anche che i tecnici Yamaha lavori bene. Certamente, in MotoGP, bisogna sempre partire davanti, non è un segreto, a Jerez c’erano quasi 20 piloti in un secondo. Quando ti trovi nel gruppo, logicamente devi essere più aggressivo, sui freni e nelle manovre, penso sia quello che voglia dire”.

Quindi le gomme non sono un limite?
A Jerez c’era un caldo estremo, ma Pecco e le KTM sono stati molto veloci, le Aprliia hanno gestito molto bene le pressioni. Ci sono stati spettacolo e sorpassi, le immagini danno torto a chi pensa che non si possa superare perché la gomma anteriore si surriscalda. Mi piacerebbe che si passasse più tempo a esaltare questi piloti e queste moto, invece di criticare le gomme, l’aerodinamica o gli Steward, sarebbe meglio per lo sport. Logicamente, tutti stanno lavorando sui punti deboli, noi per primi sulla gomma anteriore”.

Se ne parla da tempo.
Presto ci sarà un nuovo pneumatico che potrà essere usato con pressioni ancora più basse. Lo stiamo già provando internamente, con i nostri collaudatori, Sylvain Guintoli farà un test al Mugello a fine mese e poi lo daremo ai tester dei team ufficiali della MotoGP”.

Guintoli con quale moto prova le nuove gomme?
Abbiamo una SBK preparata con forcelle di derivazione MotoGP e freni in carbonio. La particolarità è che ha moltissimi sensori e ci permette di misurare temperature e pressioni sua interne sia sterne degli pneumatici. Riusciamo a raccogliere veramente tante informazioni”.

Quando potranno provarle i piloti?
Se tutto andrà bene nello sviluppo, le proporremo nei test ufficiali di Misano a settembre. Continueremo poi con le prove nel 2024 per farla debuttare in gara nel 2025. La gomma anteriore deve essere provata su diversi circuiti per svilupparla la meglio”.

La novità di quest’anno è stata togliere un’opzione al posteriore, passando da 3 a 2 mescole. Come l’hanno accolta i piloti?
“Funziona bene, per il momento non ci sono stati problemi né di scelta gomme né di quantità. A Jerez hanno fatto 2 partenze il sabato e altrettante la domenica, a causa delle bandiere rosse, e chi li ha gestiti bene ha sempre avuto pneumatici nuovi”.

Michelin ha mai pensato di fare gomme dedicate alla sprint race?
Non abbiamo niente in programma. La nostra filosofia è avere pneumatici che si possano utilizzare in entrambe le gare. Di solito la morbida posteriore ha un po’ più di grip e la media un po’ più di stabilità, così riusciamo a soddisfare tutti i tipi di stili di guida e di moto. Credo che in questo modo si possa avere un migliore spettacolo”.

Nel WEC, il campionato endurance automobilistico, hanno vietato le termocoperte. Anche in Formula 1 se ne è parlato, sarebbe possibile in MotoGP?
Sulle moto è un discorso molto più delicato. Con le gomme attuali non sarebbe possibile, ma si potrebbe lavorare per abbassare le temperature di riscaldamento: oggi vengono portate a 90°, potremmo mettere a punto delle mescole che funzionino a temperature più basse

In futuro non escludi che si potrebbero realizzare degli penumatici che non avrebbero bisogno di termocoperte?
Si potrebbe fare, ma servirebbero dai 6 agli 8 anni di lavoro. Parlando di risparmio di energia, si potrebbe invece già ridurre la quantità di gomme che vengono scaldate nei box. A volte scaldano una decina di pneumatici anteriori e altrettanti posteriori e non è necessario, ne basterebbero 5 o 6 per tipo. Inoltre, so che ci sono tecnologie che permettono di consumare meno energia: ci sono produttori di termocoperte che usano dei gel che immagazzina il calore”.

Dal primo GP è iniziata la sperimentazione con i nuovi sensori per introdurre la regola di una pressione minima per le gomme. I piloti non la vorrebbero, tu cosa ne pensi?
Su questo tema c’è qualche incomprensione. Nei fatti, non cambia niente, anzi i valori minimi di pressione che diamo sono addirittura leggermente più bassi che in passato, l'esperienza accumulata ce lo ha permesso. Se c’è un po’ di resistenza da parte dei piloti è perché pensano che il limite minimo di pressione sia quello da cui devono partire. Ad esempio, se dico che la pressione minima è 1,88, questo è il valore che devono rispettare per la metà della distanza della gara. Quindi possono partire da 1,4 o 1,5 bar e salire progressivamente sopra quel limite. È il valore minimo che devono raggiungere, logicamente se si parte per la gara con una pressione di 1.9, si può arrivare anche a 2,2. Quindi l’unico cambiamento è che ora c’è un controllo centralizzato e sensori unici per monitorare la pressione”.

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