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MotoGP, Kuwata: “La Honda non è schiava di Marquez. Rinnovo mai in dubbio”

“Entrambi crediamo l’uno nell’altro, ma non sarà una Honda ‘Marc Centrica’. Lorenzo? Ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita”  

MotoGP: Kuwata: “La Honda non è schiava di Marquez. Rinnovo mai in dubbio”

Honda a forza quattro! Verrebbe proprio da dire così, dopo che la Casa giapponese ha chiuso in settimana l’accordo per il rinnovo di Marc Marquez su base quadriennale. Un vero e proprio colpo da 90 quello messo a segno da parte della HRC, che raccoglie la piena soddisfazione di Tetsuhiro Kuwata.

Proprio il direttore del reparto corse, in occasione della presentazione del team Superbike, ha voluto spendere due parole in merito alla trattativa: “Quando devi rinnovare un contratto e per di più lo fai con un pilota del calibro di Marc non è mai una cosa semplice - ha commentato - ma tra di noi c’è un grande rapporto che dura da anni e abbiamo coltivato nel tempo. Nel momento in cui Marc e la Honda credono l’uno nell’altro, non c’era alcun dubbio a riguardo nel proseguire questa avventura insieme. Marquez per noi è un pilota speciale e siamo entusiasti per questo rinnovo”.

Con Marquez sotto contratto fino al 2024, scontata sorge la domanda riguardo al fatto che la Honda possa diventare schiava del 93, come sottolineato tra l’altro da Carlo Pernat: “Quella non è mai stata e mai sarà la nostra filosofia – ha ribadito Kuwata – dico così perché la Honda non è soltanto la moto di Marc. Ovviamente siamo consapevoli del fatto che lui è un pilota veloce e i suoi pareri sono importanti per quanto riguarda lo sviluppo della moto. Ma il fatto è che noi abbiamo altri piloti e vogliamo migliorare la moto per ognuno di loro. Come detto il suo riscontro è importante, ma molto spesso è uguale a quello degli altri alfieri Honda come Cal o Nakagami”.

L’ultima battuta riguarda infine Jorge Lorenzo, che dopo aver salutato la HRC, ha pensato bene di ripartire dalla Yamaha nelle vesti di collaudatore: “Non sono sorpreso per Jorge, ogni pilota è libero di decidere cosa fare della propria vita - ha concluso sorridendo Kuwata – non siamo certo qua per obbligare una persona a fare determinate cose”.

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