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Bradley Ray: “Non è facile arrivare nel Mondiale SBK partendo dal BSB”

L’INTERVISTA - “Il regolamento del BSB rende il campionato molto combattuto, ma non è l’ideale per chi vuole arrivare nel Mondiale, per via della diversa elettronica. Nel Regno Unito c'è più interesse per il cricket e il tennis che per il motociclismo”

SBK: Bradley Ray: “Non è facile arrivare nel Mondiale SBK partendo dal BSB”

Dopo aver messo le mani sul titolo 2022 del BSB, conquistando nove vittorie e 23 podi in sella alla Yamaha R1 del Rich Energy OMG UK Racing Team, Bradley Ray ha finalmente ottenuto la sua prima vera occasione in WorldSBK, grazie al team Motoxracing, con cui sta disputando tutti i round europei del campionato. Un’opportunità a lungo attesa dal 26enne di Ashford, che nelle sue sei stagioni nella SBK britannica ha avuto soltanto un piccolo assaggio del Mondiale Superbike, esordendo nel 2018 in veste di wild card. Un segno delle difficoltà che stanno incontrando i motociclisti britannici a uscire dai confini del Regno Unito, per calcare il palcoscenico del Mondiale. Proprio uno dei temi di cui abbiamo discusso con Bradley, nella nostra lunga chiacchierata prima del Round di Donington Park (QUI la prima parte dell'intervista).

Alcuni dei piloti contro cui ti sei misurato nella tua carriera hanno avuto diverse occasioni Mondiali, mentre a te ci è voluto un po’ per arrivare in WorldSBK. Da cosa è dipeso?
“È stato complicato. Non sono sicuro al 100% del perché, ma anni fa sono voluto restare con Suzuki nel BSB ed è stato difficile dopo alcune stagioni, perché non ho potuto fare il salto nel Mondiale SBK insieme a loro. Gli anni nel BSB sono stati particolarmente difficili, perché i miei risultati non erano buoni, non avevo un gran rapporto con la squadra e ho toccato un punto abbastanza basso, ma ho sempre creduto che, con la giusta moto, e la giusta squadra, avrei potuto fare un buon lavoro. Non è semplice arrivare in un campionato del Mondo dal BSB. L’anno scorso ho fatto un buon lavoro e ho detto a Shane che volevo raggiungere il Mondiale, perché è sempre stato un sogno per me. Era l’anno perfetto. Sarebbe stato bello riuscire a farcela due o tre anni prima, ma è così che vanno le cose. Fortunatamente, adesso siamo qui e speriamo di riuscire a restare nel Mondiale SBK”. 

Per i piloti britannici in generale sembra abbastanza difficile riuscire uscire dai confini nazionali. Nel Mondiale SBK ci sono cinque piloti, contando te e Sykes, tre nel Mondiale SSP e in MotoGP non c'è più nessuno dopo il ritiro di Crutchlow. Come mai? 
“È difficile da dire, tanto più che adesso stanno facendo una sorta di Talent Cup per provare a portare i giovani talenti britannici in diversi campionati, per farli approdare in MotoGP e nel Mondiale SBK. Sinceramente, credo dipenda dal fatto che il nostro Paese non è particolarmente interessato alle corse. Lo è più verso sport come il calcio, il cricket e il tennis. Sfortunatamente, le corse motociclistiche in particolare non sono così popolari da essere seguite da molte persone ed è molto difficile trovare circuiti e campionati che supportino i ragazzini. In Spagna o in Italia, ad esempio, ci sono diversi circuiti e molte opzioni per i ragazzi per arrivare in MotoGP, perché iniziano già dalla tenera età con le minimoto e poi vanno avanti, mentre nel Regno Unito non funziona così ed è sempre molto difficile farsi largo fino alla MotoGP o al Mondiale SBK. Ci servirebbe più supporto, magari da parte del Governo o di grandi sponsor, per cercare di far emergere i ragazzi, perché al momento non ci sono molti piloti britannici in SBK e non ce n’è nemmeno uno in MotoGP e questo è un aspetto che deve assolutamente cambiare in futuro”.

Credi che il BSB sia diventato meno formativo per via del suo regolamento tecnico, che è diverso da quello della SBK?
“Penso che il BSB abbia un regolamento abbastanza buono, perché le moto sono tutte molto simili e per questo possono vincere diversi marchi. Honda, Yamaha, BMW, Ducati, c’è sempre un vincitore diverso e il campionato è molto tirato, il che è un bene per il BSB, ma forse non è l’ideale per chi vuole fare il passaggio nel Mondiale SBK, per via della diversa elettronica. Io ho dovuto cambiare il  mio stile di guida per questo aspetto e cercare di adattarmi in fretta all’elettronica che c’è nel Mondiale, ma credo sia difficile capire il modo in cui i ragazzi possono raggiungere il Mondiale SBK partendo dal BSB. Arrivare in MotoGP credo sia un passo troppo grande da compiere, ma per me è difficile da giudicare”. 

È tanto diversa la Yamaha del team Motoxracing da quella con cui hai vinto nel campionato britannico?
“Se le si guarda dall’esterno sono molto simili, perché sono entrambe Yamaha, ma il motore è leggermente diverso, e l’elettronica nel BSB è molto basic, mentre quella del Mondiale è diversa e molto più sofisticata. Ci vuole un po’ per adattarsi, ma per me è stato molto importante passare direttamente dal BSB al Mondiale con Yamaha, perché mi ha permesso di avere più riferimenti. Penso che siamo facendo un buon lavoro, non siamo così distanti, dobbiamo solo continuare come stiamo facendo”.

Anche la Yamaha sta affrontando un momento abbastanza delicato, perché sta faticando molto in MotoGP e in SBK non avrà più Razgatlioglu dalla prossima stagione. Come vedi questa situazione? 
“Per me la Yamaha è sempre stata una moto molto competitiva e lo si può vedere anche quest’anno. È vero che la Ducati è molto veloce con Bautista, ma Toprak è sempre sul podio, è sempre lì a lottare per la vittoria e la moto riesce ancora a fare un buon lavoro e penso che la Yamaha continuerà a lavorare per cercare di rendere il pacchetto migliore e ancor più competitivo. Ho sempre creduto in loro e credo che potremo fare la differenza e fare un passo avanti e penso che arriveranno sicuramente degli aggiornamenti in futuro. Sono felice di essere con Yamaha, con Motoxracing, e di avere l’opportunità di correre nel Mondiale SBK”.

Sembra che la Yamaha sia intenzionata a promuovere uno dei suoi piloti attuali nel team ufficiale. Chi pensi che sceglieranno?
“Non ne sono sicuro, sarà una scelta molto difficile per la Yamaha. Penso che chiunque salirà sulla moto farà un bel lavoro, ma avrà una pesante eredità da raccogliere nel team factory per essere all’altezza del lavoro che ha fatto Toprak, però sono sicuro che la Yamaha farà la scelta giusta”.

Parlando del tuo futuro, pensi di restare in pianta stabile nel Mondiale SBK o hai valutato l’opzione di ritornare nel BSB?
“Voglio sicuramente restare nel Mondiale SBK. È sempre stato un mio grande sogno e voglio fare il massimo in questa stagione per restare qui l’anno prossimo e mostrare il mio talento. Penso ci voglia un po’ di tempo per capire il Mondiale, ma credo di poter fare un buon lavoro e spero di restare in futuro e magari un giorno di diventare campione”.

Quando correvi con la Suzuki, nel 2018, hai avuto la possibilità di provare la GSX-RR di MotoGP in un test provino. Hai mai sognato di correre in MotoGP?
“Da bambino ho sempre sognato di correre in MotoGP, perché è il campionato più importante al Mondo. So che adesso non è possibile arrivarci, ma sono felice di essere un pilota del Mondiale SBK e di correre qui. Salire su una MotoGP è stata un’esperienza incredibile e un’occasione unica. Ho spuntato una casella sulla mia lista di cose da fare e si tratta sicuramente di un bel ricordo per me”.

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