Tu sei qui

SBK, Ray: “Non sembro un motociclista, sono arrivato alle moto passando dal cantiere e dal pub"

L’INTERVISTA - “Finita la scuola ho lavorato in cantiere, poi sono andato al pub a lavare i piatti. Non mi sono mai preoccupato di quello che la gente pensa del mio aspetto Sono cresciuto ispirandomi a Valentino Rossi e lavorare mi ha dato ancora più voglia di diventare un pilota professionista”

SBK: Ray: “Non sembro un motociclista, sono arrivato alle moto passando dal cantiere e dal pub

L’appuntamento a Donington Park avrà un sapore speciale per Bradley Ray. Al suo quarto Round con la Yamaha del team Motoxracing, il campione in carica del BSB si prepara infatti a tornare sul tracciato di casa da pilota del Mondiale Superbike. Il coronamento di un sogno per il rookie britannico, che spera di dare una svolta alla sua carriera proprio a partire da Donington Park.

Come sarà tornare a casa? Ti sono mancati i tifosi britannici?
“I tifosi britannici mancano sempre. Sarà bello vedere un sacco di famiglie, di amici e di tifosi che mi seguivano nel campionato britannico. Sono sicuro che faranno il tifo per me. È sempre bello quando c’è bel tempo e ci sono tutti i fan sulle tribune. È abbastanza speciale correre in casa, perché il Mondiale SBK ha una sola tappa nel Regno Unito. Sarà bello tornare e vedere il pubblico già da venerdì. Spero di raggiungere un buon risultato per loro”.

Sei soddisfatto del tuo inizio di stagione?
“Per me è sicuramente una curva di apprendimento. Penso che stiamo facendo buoni progressi tappa dopo tappa ed è stato difficile perché erano anni che non correvo su certi tracciati e mi è servito più tempo per imparare a capire come si comportava la moto. Misano ha rappresentato un bello step per noi. Forse il risultato non è stato brillante, ma io e la squadra sentiamo di aver fatto dei buoni passi avanti con la moto”.

Che aspettative hai per questo Round?
“Penso che questo weekend sarà molto importante, sarà come una sorta di punto di svolta per la mia  stagione. Penso che la cosa più importante sarà continuare con i progressi che abbiamo fatto fin qui. Credo che abbiamo ridotto il gap in ogni Round che abbiamo disputato e se riusciremo a fare una buona qualifica, penso che potremo iniziare a entrare nella Top 10, che è dove dobbiamo essere e ciò a cui dobbiamo puntare. Mi piacerebbe lasciare Donington con tre solidi piazzamenti a punti in tutte e tre le gare. Dopo questo fine settimana, credo che potremo fare un grosso passo avanti per la seconda parte di stagione. Onestamente, penso che possiamo fare un buon lavoro qui. So che la pista è stata completamente riasfaltata, quindi dovremo fare alcuni giri venerdì per capire la nuova superficie, ma conosco il tracciato molto bene, ho fatto molti giri qui e ho avuto un discreto successo in passato, quindi penso che potremo iniziare il weekend più forti di quanto non siamo stati nella prima parte di stagione”.

Guardandoti dall’esterno sembri un ragazzo abbastanza stravagante, c’è qualcuno a cui ti ispiri o è la tua personalità?
“È il mio DNA. Sono sempre stato un po' diverso, non tendo a seguire la massa. Non mi sono mai preoccupato di quello che la gente pensa del mio aspetto. Ho sempre cercato di andare per la mia strada e di seguire ciò che mi rende felice, se così si può dire. In passato ho avuto diverse acconciature, ho fatto scelte strane e meravigliose per quanto riguarda le calzature e i vestiti. Se vedo qualcosa che mi piace, come i pantaloni rosa, li indosso senza problemi”.

Che tipo di ragazzo è Bradley Ray?
“Un ragazzo dall’aspetto abbastanza felice. Sempre sorridente, molto motivato. Mi pongo come un personaggio rilassato e molto tranquillo, ma quando salgo in moto sono completamente l'opposto, voglio solo vincere tutto e fare il miglior lavoro possibile. Probabilmente, fuori dalla pista, non sembro un normale pilota di moto o non mi presento come tale, ma ho un ottimo equilibrio. Sono molto tranquillo e rilassato, ma anche molto motivato e determinato a fare un ottimo lavoro. Le corse sono la mia passione”.

Da dove nasce questa tua passione per le moto?
“Da quando ero piccolo, dalla prima volta che sono montato in sella. Ero così felice che non vedevo l’ora di tornare a casa da scuola per salire in moto e gareggiare nel weekend. Le sensazioni che hai quando ti sistemi in griglia sono impareggiabili e una volta che inizi e che provi le sensazioni che ti dà vincere non riesci più a farne a meno, perché non fai altro che pensare al passo successivo, al prossimo evento e il prossimo campionato e quando ci arrivi non vuoi altro che fare di meglio. Sono sempre stato molto motivato ad arrivare in un campionato del Mondo e penso che se hai la passione e l’amore per lo sport devi soltanto credere in te stesso e provare a renderlo realtà”. 

La tua famiglia ha avuto un ruolo molto importante nel tuo percorso, finanziando la prima parte della tua carriera. Che valori ti hanno trasmesso i tuoi genitori?
“Senza il supporto dei miei genitori, e la loro fiducia in me, non sarei qui a correre oggi. Questo è certo. Hanno creduto talmente tanto in me da dedicare le loro vite e il loro duro lavoro nel cercarmi degli sponsor e farmi correre nel BSB. Abbiamo viaggiato in giro per il mondo e hanno sempre creduto in me e nel fatto che avrei potuto fare qualcosa correndo in moto. È stato speciale riuscire a festeggiare il titolo con loro lo scorso anno, dopo un paio di stagioni difficili. Per me è stato bello riuscire a ripagare i loro sforzi e dimostrare loro che non erano stati sprecati. Il trofeo è a casa e abbiamo creato dei ricordi incredibili la scorsa stagione”. 

È vero che prima di gareggiare a tempo pieno, aiutavi tuo padre in cantiere e tua madre nel pub?
“Ho iniziato a lavorare in cantiere quando ho lasciato la scuola. È stato il mio primo lavoro. Mia madre e mio fratello avevano un pub, quindi lavoravo con mio padre in settimana e nei weekend davo una mano al pub, lavando i piatti e facendo dei piccoli lavoretti. Nel 2016 avevo iniziato ad andare bene nella Supersport britannica e ho detto ai miei genitori che avevo bisogno di smettere di lavorare e di concentrarmi completamente sulle corse, perché era difficile lavorare fino a tardi e poi andare ad allenarmi. Ho smesso di lavorare e mi sono dedicato completamente alle gare. È stato un grosso rischio ma, come detto, i miei genitori hanno creduto in me e mi hanno supportato al 100%. Da lì ho iniziato a correre a tempo pieno e a dedicarmi completamente alle corse e ho realizzato che lavorare mi ha dato ancora più voglia di essere un pilota professionista”.

Un’altra figura di spicco nel tuo percorso è quella del tuo manager, il sei volte campione britannico Shane Byrne. Quanto è stato importante per la tua preparazione e la tua crescita come pilota?
“Lavoriamo insieme da 2 o 3 anni ormai. È davvero speciale  averlo al mio fianco, perché lui ha fatto delle cose incredibili nella sua carriera. Mi aiuta molto nei weekend di gara, con i circuiti e il rapporto con la squadra. Mi aiuta a progredire sia come pilota che come persona, perché non si limita a darmi consigli sulle corse ma anche fuori. Mi aiuta molto con gli allenamenti e nel modo di affrontare alcune situazioni, per cercare di evitare che commetta gli stessi errori che ha compiuto lui in passato. Posso parlare di tutto con lui, delle corse, del ciclismo e dell'allenamento, ma anche della vita in generale. Veniamo da una zona molto simile, abbiamo degli amici in comune e usciamo sempre insieme. Abbiamo un'ottima amicizia e ha avuto sicuramente un ruolo importante nel dare una svolta alla mia carriera, quando abbiamo iniziato a lavorare insieme”.

Pensi sia stato determinante per la conquista del titolo nel BSB?
“Mi ha aiutato molto durante quell’anno. Era lì con me ogni fine settimana e lavoravamo insieme in ogni gara e  in ogni sessione. Quando qualcosa non funzionava a dovere, mi faceva sedere e calmare, mi spiegava un paio di cose e stilavamo un diverso piano d’azione per la sessione successiva. È bello averlo accanto, perché hai qualcuno che tiene motivato e ti tira su quando va tutto male. Ho sempre pensato che credeva talmente tanto in me che dovevo ascoltarlo. Ho capito che lui vedeva qualcosa di speciale in me e questo mi ha dato più fiducia in me stesso. È stato speciale. Abbiamo costruito un rapporto davvero molto bello lo scorso anno nel BSB e lo stiamo portando avanti anche adesso nel Mondiale SBK”.

Ci sono altri piloti a cui ti ispiri?
“Da bambino, il mio riferimento era Valentino Rossi. Era la persona a cui sarei voluto somigliare quando anch’io avrei guidato una moto e avrei ottenuto grandi risultati. Penso che sia un ragazzo incredibile in moto e un bel personaggio fuori dalla pista, ha portato nelle corse qualcosa che  nessuno aveva mai portato prima. È un ragazzo sempre sorridente, è stato il mio idolo crescendo e guardarlo è sempre stato speciale”.

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy